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Indice degli argomenti: Che cos’è il teleriscaldamento e come funziona Circuito primario e circuito secondario Teleriscaldamento e sostenibilità I vantaggi e gli svantaggi del teleriscaldamento Il teleriscaldamento: la situazione in Italia Come funziona il teleriscaldamento d’estate: che cos’è il teleraffrescamento Il teleriscalamento è considerata una soluzione sostenibile per la climatizzazione degli edifici e per la produzione di acqua calda sanitaria in quanto permette di ottimizzare il consumo di combustibile, riducendo gli sprechi energetici. Non è un caso che con il PNRR si sia deciso di favorire lo sviluppo di reti di questa tipologia, con investimenti per un totale di 200 milioni di euro. Una decisione che, in parte, dipende anche dal fatto che in Italia il teleriscaldamento non ha ancora trovato ampia diffusione. Che cos’è il teleriscaldamento e come funziona La definizione di teleriscaldamento arriva dal Decreto Legge n. 102 del 2014, che parla di teleriscaldamento e teleraffreddamento come “qualsiasi infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria”. Il teleriscaldamento, quindi, permette di produrre energia in un luogo e distribuirla attraverso una serie di tubazioni coibentate, che trasportano acqua calda. La centrale termica, inoltre, può funzionare in diversi modi ed essere alimentata con diverse fonti energetiche, tra cui il gas, le biomasse o anche l’energia del sole. Una volta prodotto, il calore viene distribuito alle case, che a questo punto possono essere sprovviste di un impianto indipendente e, semplicemente, usufruire dell’energia fornita dalla centrale. Una volta rilasciato il calore, l’acqua viene nuovamente indirizzata verso la centrale, per essere riscaldata di nuovo. Circuito primario e circuito secondario Fanno parte del sistema di teleriscaldamento il circuito primario, ossia una rete di tubazioni che parte dalla centrale e si distribuisce nell’area urbana fino alla centralina di scambio (posta sotto gli edifici). Per quanto riguarda il circuito secondario facciamo riferimento alla rete che parte dall’impianto di teleriscaldamento degli utenti finali e si collega al circuito primario mediante la centralina di scambio. In questo contesto, la centralina di scambio va a sostituire la caldaia: il suo ruolo è quello di gestire lo scambio di calore tra il fluido termovettore e gli ambienti domestici da riscaldare. Teleriscaldamento e sostenibilità Eliminare caldaie e impianti individuali, presenti nei singoli edifici e unità immobiliari, comporta un importante vantaggio ambientale e rende più sostenibile la produzione di energia. Secondo Legambiente, infatti, sviluppare le reti di teleriscaldamento può portare ad un taglio delle emissioni di CO2 di quasi il 40% e ad un risparmio energetico di circa il 26%. Numeri significativi, che testimoniano il vantaggio di ridurre le perdite energetiche e favorire lo sviluppo di soluzioni centralizzate, eventualmente anche di cogenerazione, combinando la produzione di calore ed energia elettrica. Chiaramente, per rendere più sostenibile il teleriscaldamento è fondamentale sfruttare energie rinnovabili o, come già detto, sistemi di cogenerazione. Infine, il teleriscaldamento è un sistema dal funzionamento semplice, ma anche economico e sicuro. I vantaggi e gli svantaggi del teleriscaldamento Oltre alla sostenibilità e all’efficienza energetica, i vantaggi offerti dal teleriscaldamento sono diversi. Innanzitutto, adottando questo sistema si eliminano le spese legate all’acquisto e alla manutenzione della caldaia, con un significativo risparmio economico in quanto non è più necessario effettuare la manutenzione di questo tradizionale sistema di riscaldamento. Di pari passo, aumenta anche la sicurezza dell’impianto, in quanto la produzione dell’energia non avviene più all’interno di casa tramite la caldaia a combustione. In aggiunta, la continuità del servizio è assicurata e non è più necessario distribuire il combustibile, in quanto viene utilizzato esclusivamente presso la centrale termica, solo nel caso in cui non si ricorre a fonti rinnovabili alternative. I vantaggi, quindi, sono chiari e molti, ma per completezza è bene specificare che ci sono anche alcuni svantaggi del sistema di teleriscaldamento. Prima di tutto il costo: la realizzazione di un impianto dedicato al teleriscaldamento presenta dei costi elevati a cui colleghiamo il ritorno di investimento per cui sono necessari parecchi anni. L’altro limite è legato al luogo: le abitazioni devono essere ubicate nelle vicinanza della centrale così da poter beneficiare della produzione di calore. Inoltre ricordiamo che, visti gli alti costi dell’impianto, si tratta di una tecnologia realmente conveniente se messa in atto in aree densamente abitate. Il teleriscaldamento: la situazione in Italia La tecnologia del teleriscaldamento è largamente diffusa in Europa, ma troviamo degli esempi molto interessanti anche in Italia. Qui il teleriscaldamento inizia a diffondersi negli anni ’70 quando a dotarsi di questo sistema è la città di Brescia a cui seguirà nel 1980 Torino. Secondo i dati del 2019, in Italia sono presenti oggi 331 reti di teleriscaldamento attive, che soddisfano il 2% della domanda residenziale totale. C’è, inoltre, una forte disomogeneità nella loro distribuzione sul territorio italiano, in quanto sono concentrate nel Nord Italia e assenti nel Sud, tanto che il 50% di tutte le reti attive si trova in Lombardia e Piemonte. Tra le Regioni che presentano un sistema di teleriscaldamento all’avanguardia c’è sicuramente la Lombardia: a Brescia troviamo sia un impianto inceneritore e due centrali termiche funzionanti in cogenerazione. Inoltre, a Milano è presente il termovalorizzatore Silla2 che eroga circa 160 MW termici. Esiste un caso studio molto interessante di teleriscaldamento a freddo o a bassa temperatura, che permette il trasferimento della risorsa geotermica (o idrotermica) dalle zone di emungimento, stoccaggio e pompaggio alle centrali termiche degli edifici esistenti, a Ospitaletto, nel Bresciano. La centrale geotermica del palazzetto dello sport di Ospitaletto prima e dopo l’intervento (Cogeme) Tra gli altri esempi virtuosi è opportuno menzionare anche il sistema di teleriscaldamento presente in Piemonte, dove ci sono moltissime città che godono di questa tecnologia. In particolare a Torino questo tipo di servizio è attivo già dagli anni ’80: la AEM (azienda elettrica municipale della città) si occupava inizialmente di fornire energia elettrica, ma poi si è attrezzata per distribuire energia termica grazie al teleriscaldamento nell’area nord della città. Dieci anni dopo ha ampliato il servizio occupandosi della distribuzione dell’energia anche alla parte sud. Come funziona il teleriscaldamento d’estate: che cos’è il teleraffrescamento Gli impianti di teleriscaldamento, come già detto, possono essere utilizzati anche per il raffrescamento estivo, in quanto viene fatta circolare acqua fredda in sostituzione dell’acqua calda. Il funzionamento non cambia rispetto al teleriscaldamento. In questi casi, però, si parla anche di trigenerazione, nei casi in cui la centrale termica è in grado di produrre contemporaneamente calore, freddo ed energia elettrica. Così facendo, i vantaggi della produzione centralizzati, sono ancora più evidenti. Per raffreddare l’acqua, infatti, viene dissipata molta energia, che può essere recuperata e utilizzata. Si possono utilizzare raffreddatori a turbina, ad assorbimento o anche elettrici. Grazie al recupero di energia, in ogni caso, è possibile contare su un efficienza del 50% in più rispetto ai tradizionali sistemi per il raffrescamento estivo. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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