Sbloccare l’autoproduzione da rinnovabili per spingere innovazione e investimenti

Necessario definire una strategia energetica per uscire dalle fonti fossili, eliminare barriere e tasse nei confronti dell’autoproduzione. Le proposte di Legambiente per sostenere le rinnovabili

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Sostenere l’autoproduzione di energia da rinnovabili rappresenta un’opportunità importante per il nostro paese perché, oltre a valorizzare le risorse sostenibili, riducendo l’uso della rete, garantisce di soddisfare i fabbisogni di energia elettrica e di calore negli edifici e nei territori, creando nuova occupazione, spingendo gli investimenti e naturalmente riducendo i costi della bolletta.

In Italia però l’autoproduzione è ostacolata da diversi provvedimenti, a partire dalla riforma delle tariffe elettriche, talmente penalizzante da vietare la distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili. Le barriere all’autoproduzione attualmente impediscono ai condomini, alle famiglie e alle imprese di utilizzare energia autoprodotta da fonti rinnovabili.

Questo in sintesi il tema del convegno organizzato ieri da Legambiente durante il quale è stata presentata l’alleanza per l’autoproduzione da funti pulite, con l’obiettivo di creare un nuovo modello energetico che abbia al centro le energie pulite . 350 sindaci hanno già aderito al manifesto con l’obiettivo di rilanciare le rinnovabili nei territori.  La collaborazione tra associazioni di imprese, cittadini, consumatori ed enti Locali permette di realizzare investimenti virtuosi come quelli realizzati nei Comuni delle Alpi dove, con una legge nata per le cooperative legate alle centrali idroelettriche, è possibile distribuire l’energia pulita localmente.

Legambiente ricorda dunque che nel nostro paese è necessario rimuovere le barriere all’autoproduzione da rinnovabili, basti pensare che “oggi nel nostro paese una raffineria e un impianto solare pagano la stessa tassa sull’autoconsumo; all’interno di un edificio è vietato distribuire energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili; è vietato persino distribuire energia elettrica pulita autoprodotta tra più imprese di uno stesso distretto industriale”.

Tanti i vantaggi legati all’autoproduzione che permetterebbe prima di tutto di far ripartire gli investimenti nelle fonti rinnovabili, dopo il calo degli ultimi anni: ricordiamo che nel 2015 sono stati installati solo 300MW di fotovoltaico, contro 9mila nel 2011.

Si risolverebbero inoltre i problemi di fluttuazioni nella produzione da rinnovabili, “aprendo infatti all’autoproduzione negli edifici, nei distretti produttivi, nello scambio tra aziende, si può creare una gestione integrata di impianti di produzione e di accumulo, sistemi efficienti in grado di offrire un efficiente servizio di bilanciamento e dispacciamento rispetto alla rete, e capace di programmare immissioni e prelievi”.

In relazione agli oneri di sistema che si pagano in bolletta, bisognerebbe prevedere una partecipazione agli oneri di sistema legata al tipo di fonte utilizzata, Legambiente evidenzia infatti che è assurdo che paghino allo stesso modo l’autoconsumo di una raffineria e quello di un impianto solare e un controllo dell’evoluzione di questi oneri, in modo da poter effettuare eventuali interventi correttivi.

Sostenere l’autoproduzione garantirebbe inoltre una diminuzione della dipendenza energetica dall’estero dell’Italia attraverso un processo davvero innovativo e conveniente, grazie alla riduzione dei costi degli impianti da fonti rinnovabili, delle batterie di accumulo, delle tecnologie di gestione.

Legambiente ha presentato 5 proposte per  accompagnare lo sviluppo  dell’autoproduzione e gli investimenti.

1) Consentire all’interno degli edifici la distribuzione di energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili attraverso reti private.

Ciò permetterebbe di promuovere innovazioni nella gestione energetica all’interno degli edifici, per ridurre consumi e costi, nella direzione promossa dalle Direttive europee (2010/31/UE, Energy Performance Building Directive).

2) Tra aziende limitrofe deve essere consentito lo scambio di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili o in cogenerazione ad alto rendimento attraverso reti private.

In modo da aprire ad innovazioni nei distretti industriali e nello scambio di elettricità da fonti rinnovabili tra aziende limitrofe.

3) Le amministrazioni pubbliche devono poter utilizzare la rete elettrica per lo scambio di energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili tra edifici di proprietà.

Per dare la possibilità ai Comuni di investire nelle fonti rinnovabili e di scambiare energia tra i diversi edifici pubblici.

4) Le utenze domestiche devono poter beneficiare di vantaggi fiscali e semplificazioni nell’autoproduzione da fonti rinnovabili.

In questo modo si aiutano le famiglie a installare impianti solari sui tetti direttamente per i consumi di illuminazione, riscaldamento, raffrescamento.

5) L’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili deve beneficiare di vantaggi sugli oneri parafiscali in bolletta per i vantaggi ambientali che determina.

In questo modo si rendono vantaggiosi gli investimenti nell’autoproduzione, distinguendo nella tassazione tra impianti da fonti rinnovabili e invece da fonti fossili.

Scarica le 5 proposte di Legambiente 

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