Un “NON LUOGO” autostradale e intermodale per Reggio Emilia

Realizzazione di una zona di sosta multifunzionale sostenibile dal punto di vista energetico, come sistema capace di interagire con tutto il panorama che lo circonda

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Approfondimento realizzato in collaborazione con Architettura>Energia, centro ricerche del Dipartimento Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara.

Il progetto elaborato trova collocazione in un’area del Comune di Reggio Emilia posta a nord della città, compresa tra la recente stazione dell’alta velocità, la Stazione Mediopadana, opera della progettazione dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava e lo Stadio cittadino “Mapei”. Le logiche progettuali adottate, al pari del risultato conseguito, vanno di pari passo con le intenzioni dell’amministrazione di creare e sviluppare uno spazio intermodale e di scambio solidamente relazionato sulle infrastrutture presenti nell’area, caratterizzate dalla suddetta stazione, dall’Autostrada del Sole A1 e dalla linea ferroviaria regionale che collega quest’area con il centro città.

L’amministrazione reggiana, nelle sue intenzioni programmatorie, aveva da tempo dichiarato come prioritaria l’esigenza stategica della previsione di un complesso nodale che potesse connettere questi elementi e che, posto in adiacenza all’autostrada, potesse determinare la creazione di una zona di sosta multifunzionale. Un organismo che comprendesse uno spazio commerciale, ma soprattutto rendesse concreta l’idea di un parcheggio scambiatore autostradale capace di connettere in maniera semplice e funzionale la circolazione comunale della linea ferroviaria regionale con quella nazionale dell’autostrada e della linea AV.

La progettazione dell’edificio ha tenuto conto dell’impossibilità, nel nostro tempo, di ignorare i ragionamenti in termini di sostenibilità. Ciò è stato sviluppato nel progetto dell’edificio e dello spazio urbano dell’Area Nord, sia attraverso scelte architettoniche, sia attraverso elementi tecnici scelti dallo studio del protocollo LEED sulle nuove costruzioni.

Il contesto del progetto: l’area nord di reggio emilia

La città di Reggio Emilia è stata costituita in epoca romana sulla via Emilia, nel cuore della pianura padana, e costituisce uno dei capoluoghi di provincia all’interno della regione Emilia Romagna.
 La conformazione socio-culturale, demografica e socio-economica, ha permesso alla città di crescere e di mettere in atto un’importante trasformazione che l’ha resa capace di competere con grandi città italiane in svariati campi. L’elemento normativo che più di ogni altro ci permette di osservare le intenzioni della pubblica amministrazione nel settore territoriale-paesaggistico è il Piano Strutturale Comunale (PSC), ovvero un piano d’indirizzo che va a scandire le strategie e la tempistica degli interventi.

Negli ultimi tempi la questione della sostenibilità dell’ambiente, nell’intero pianeta, assume sempre una maggiore portata, sia per quanto riguarda l’apparato amministrativo, sia per l’opinione pubblica che per gli investitori stranieri. Per valorizzare quindi questa attenzione al tema, il Comune si è dato alcuni importanti obiettivi:

  • diminuzione della CO2 del 20% entro il 2020 (piano 20-20-20);
  • incremento della raccolta differenziata fino al 65%;
  • miglioramento della rete idrica e della qualità dei spazi verdi;
  • incremento mobilità sostenibile.

Planimetria tridimensionale Area Nord, Città di Reggio Emilia – Evidenziati gli elementi peculiari dell’area.

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Gli aspetti sopra descritti saranno importati per le valutazioni progettuali affrontate nell’area oggetto di studio, ovvero l’area Nord di Reggio Emilia, posta tra la fine del centro città, il Mapei Stadium (Stadio Giglio) e le linee infrastrutturali identificate con l’Autostrada del Sole A1, e la ferrovia per le linee dell’alta velocità.

Negli ultimi anni, la città e questa stessa area, è stata oggetto di grandi interventi di trasformazione. Tra questi tre sono sicuramente emblematici sia per la città che per la lettura del territorio:

  • casello autostradale;
  • stazione Mediopadana dell’Alta Velocità (Arch. Santiago Calatrava);
  • tre ponti (Arch. Santiago Calatrava).

Questi tre fondamentali interventi per la zona, descrivono un’area che si prefigura come un nodo infrastrutturale caratterizzato da numerose e differenti tipologie trasportistiche convergenti. Le indicazioni generali analizzate, e delineate dalla stessa amministrazione della città sono identificate definendo l’Area Nord come nuova polarità, ovvero capace di fungere da attrattrice per il contesto di vasta scala e allo stesso tempo orientata a connettere il centro città. Il Nodo Intermodale diventa quindi la linea guida della strategia territoriale attuabile sull’area.

Strategie di progetto: progetto architettonico e tecnologico tra luogo e “non luogo”

Riferimenti progettuali

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L’approccio verso un progetto architettonico e tecnologico di questa grandezza e complessità, è identificabile nella conoscenza di che tipologia di luogo si va a progettare. Il perdere di vista questo concetto rischia di generare un edificio che male si rapporta al contesto in cui deve collocarsi. Ciò che riesce a racchiudere considerazioni su luoghi come questi è il neologismo “non luogo” che viene definito dal coniatore del termine, come quei luoghi che si pongono in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi a quella serie di spazi che hanno la prerogativa di non essere capaci di creare relazioni. La comprensione della definizione di questa tipologia di luoghi aiuta a capire come sia, invece possibile, creare una serie di relazioni solo se il progetto prevede luoghi atti ad ospitarne.

L’idea principale delineata dalla pubblica amministrazione è che questa struttura non debba essere pensata come una classica area di sosta, con solo servizi base, ma come un sistema che interagisce tra funzioni più varie e soprattutto che si connetta con tutto il panorama che lo circonda. Altro elemento d’interesse proposto dalla città di Reggio Emilia è la volontà che l’asse autostradale abbandoni il ruolo di cesura del territorio che ha avuto nel passato. Ed è su questa linea di intervento che anche l’area di sosta dovrà porre le proprie basi andando ad inserirsi come elemento unificatore.

Il progetto del nuovo complesso intermodale autostradale sull’A1

Sezione Orizzontale P2 – Piano di accesso del livello Autostradale (A1)

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La complessità dell’edificio, la sua posizione strategica ma inusuale, ha portato alla necessità di un approfondito studio sia dal punto di vista funzionale che delle interazioni tra le funzioni stesse.

La scelta del programma funzionale è stata effettuata sulla base di svariati fattori, dalle richieste e proposte della pubblica amministrazione, fino ad arrivare a determinare funzioni atte a completare un programma funzionale più vasto e che interessasse l’Area Nord nella sua totalità.

La completezza dell’analisi effettuata, unita al ragionamento effettuato insieme a rappresentanti della pubblica amministrazione della città di Reggio Emilia, ha portato a definire un programma funzionale che si discosta, anche in maniera consistente dall’idea di zona di sosta tradizionale, e a allo stesso tempo non determini un’incompatibilità di funzioni.

Il programma funzionale determinato è il seguente:

  • parcheggio scambiatore ipogeo situato nella fascia di rispetto autostradale;
  • spazio per il noleggio di auto elettriche così da favorire un sviluppo consistente della mobilità sostenibile all’interno della città;
  • servizi igienici;
  • spazio ristoro, pensato in una duplice funzione: sosta veloce e sosta prolungata;
  • spazio commerciale tradizionale dell’area di sosta;
  • uffici pensati per essere legati all’amministrazione delle due infrastrutture presenti;
  • spazio museale;
  • spazio belvedere.

Prospetto Sud – Fronte verso la Città

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La totalità dei servizi e delle funzioni del programma funzionale si concretizza in un edificio caratterizzato da una forma stretta e allungata, parallelo alla stazione dell’Alta Velocità. L’intero concept di progetto ruota intorno ad alcune caratteristiche essenziali per l’edificio: la già menzionata forma, alcune bucature passanti per l’edificio capaci di connettere visivamente e fisicamente il lato infrastrutturale con quello cittadino, e l’elemento fulcro del progetto che si concretizza in un atrio centrale a tutta altezza. Questo elemento si palesa per essere un elemento totalmente vetrato racchiuso tra le due facciate, quella rivolta a nord verso l’Autostrada del Sole (A1) e quella rivolta a sud verso l’Area Nord e verso Reggio Emilia. L’atrio si compone di una serie di rampe inclinate percorribili anche da disabili, di lunghezze variabili a seconda dell’altezza interpiano che la rampa stessa deve superare. Per rendere l’intera struttura poco invasiva, così da garantire una vista da parte a parte dell’edificio, si è deciso per una struttura di corrimano leggera e trasparente e una struttura di sostegno composta da setti verticali paralleli alla vista dell’utente.

A livello percettivo, la salita dell’edificio attraverso queste rampe garantisce un sempre diverso punto di vista e un sempre diverso scenario fino a giungere nel punto di sommità dove troviamo lo spazio belvedere e lo spazio museale.

Vista sull’atrio centrale, fulcro e punto di snodo del progetto.

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La sostenibilità e le strategie bioclimatiche all’interno del progetto

Come già menzionato, la totalità dell’edificio tiene conto dell’impatto della costruzione sull’ambiente circostante. Allo stesso modo della progettazione dell’intero quartiere, anche nella progettazione dell’area di sosta gli accorgimenti e le soluzioni orientate ad una maggiore sostenibilità e ad un importante contributo bioclimatico sono stati studiati e correttamente applicati.

Sezione prospettica trasversale – Evidenziate le soluzioni Tecnologiche utilizzate

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Gli espedienti progettuali utilizzati sono stati molteplici. Di questi si distinguono alcuni attuati su sistemi e componenti di natura squisitamente tecnologica ed altri caratterizzati da scelte di natura bioclimatica combinata con la ricercata passività dell’edificio che di seguito si analizzano:

–          sistema tetto solare: per tetto solare, si intende la combinazione progettuale tra copertura verde pensile e impianto fotovoltaico. Si tratta di una soluzione innovativa atta a salvaguardare l’ambiente e utile per garantire una più elevata un’efficienza energetica . Ai benefici introdotti da questo tipo di componenti tecnologici a sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili vanno a sommarsi anche i notevoli miglioramenti percepiti grazie alla previsione di un tetto verde.

–          raffrescamento dell’atrio vetrato: la ricerca di un elevato grado di comfort all’interno dell’atrio centrale è stato uno dei temi più delicati da affrontare. Le soluzioni adottate sono state essenzialmente tre. La prima, di natura strettamente tecnica, è relativa alla scelta di un vetro con un alto grado di inerzia termica. Le altre due soluzioni sono state ricercate all’interno dell’ambito biclimatico mediante l’utilizzo di un verde verticale applicato ai setti portanti presenti nell’atrio e in abbinamento con l’utilizzo di una ventilazione generata dalla previsione di un pozzo geotermico che utilizza l’inerzia termica del sottosuolo per creare una ventilazione naturale;

–          regolazione umidità:  anche la strategia di regolazione dell’umidità all’interno dell’edificio è stata un tema oggetto di molta attenzione in fase di progettazione. La scelta è ricaduta sull’utilizzo di intonaci in terra cruda o argilla. Per quanto l’adozione di materiali naturali possa anche risultare quasi inusuale per questa tipologia funzionale di edificio, i vantaggi offerti da questo tipo di intonaci sono notevoli e vanno dalla autoregolazione dell’umidità all’intorno all’assorbimento degli odori e alla mitigazione del rumore;

–          ventilazione naturale: si tratta di un altro aspetto qualificante e determinante del progetto. Trattasi infatti di un fattore rilevante all’interno della progettazione poiché capace di positive ricadute dirette sul comfort indoor e sul bilancio energetico della struttura. Un accurato studio dei venti dominanti e la previsione di mirate aperture dispositivi tecnologici funzionalmente specializzati permette infatti di garantire un notevole incremento delle prestazioni complessive di progetto e con una sensibile riduzione dei consumi energetici.

Sezione di dettaglio dell’involucro edilizio – Fronte Sud

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Particolare attenzione è quindi stata posta nella progettazione dell’involucro, chiamato ad assolvere compiti complessi legati sia alla tipologia funzionale dell’edificio che al peculiare contesto di applicazione.

La facciata nord – quella quindi in diretta comunicazione con la grande viabilità su gomma e su ferro – da subito è stata intesa come un elemento sostanzialmente continuo e compatto capace di contrastare la qualità e la quantità di inquinamento acustico veicolare presente nella zona. La scelta progettuale è ricaduta su una chiusura esterna connotata da una doppia parete con interposto un pannello fonoisolante rivestito da uno strato fono impedente; soluzione questa capace di un abbattimento dell’inquinamento acustico notevole pari a Rw: 54db.

Da un punto di vista squisitamente percettivo l’obiettivo progettuale ricercato per questa facciata era poi quella di un dichiarato dinamismo nella fruizione visiva. Un’idea di movimento espressa dalla facciata dell’edificio all’osservatore statico, ma al contempo quasi impercettibile da parte degli automobilisti autostradali ricondotti alla percezione visuale di un elemento monolitico continuo. Per ottenere questa condizione fruitiva la scelta è ricaduta su una ricercata serialità definita da un elemento tridimensionale modulare di piccole dimensioni: 30x50cm circa. Tale elemento, di assoluta originalità, si connota come innovativo per lo studio progettuale condotto di riduzione al minimo degli scarti di lavorazione (risulta infatti creato dal taglio e dalla piegatura di un foglio di lamiera in alluminio, materiale riciclabile) combinato con un mirato studio delle caratteristiche di ombreggiamento ottenuto sulla facciata con simulazioni solari puntuali.

Per la progettazione della facciata sud sono invece state prescelte altre logiche di relazione con il contesto,  considerando il fronte verso la città come un elemento totalmente trasparente capace di dialogare visivamente con l’intero quartiere. Obiettivo manifesto quello di poter connotarsi come “portale d’ingresso” a quest’area pur dichiarando la sua vocazione funzionalmente dinamica. L’involucro a doppia pelle di progetto qui ha un comportamento prestazionale capace di rispondere sia alle variazioni climatiche esterne che delle esigenze degli utenti. Questa facciata a doppia pelle composta da due elementi, prevede il lato esterno della chiusura provvisto di aperture per l’afflusso e il deflusso dell’aria nell’intercapedine.
Con i citati due elementi in posizione di chiusura, viene favorito il potere termoisolante dell’involucro. Nei casi, in cui venga richiesto un riscaldamento interno, l’aria raccolta nell’intercapedine riscaldata dall’apporto solare può essere fatta confluire all’interno dell’edificio così da diminuire l’apporto energetico di riscaldamento impiantistico sull’edificio. Per quanto riguarda invece il funzionamento estivo (regime estivo), le aperture della facciata sono state studiate e collocate in modo da favorire l’ingresso dell’aria nell’edificio allo scopo di generare utili moti convettivi generati dalla differenza di temperature e di pressione tra l’interno e l’esterno dell’involucro. Per garantire un incremento ancora maggiore delle prestazioni e un elevato comfort indoor dell’edificio si è ragionato su un sistema di frangisole sulla facciata posta a sud, quella quindi rivolta verso l’Area Nord e la città di Reggio Emilia. Il sistema è composto, come in parte già anticipato, da frangisole realizzati in alluminio estruso. Questi sono posti all’esterno della seconda pelle della facciata e attraverso studi solari garantiscono un basso apporto solare nel periodo estivo e un alto apporto invece nel periodo invernale.

Lo studio del progetto dal punto di vista ambientale è caratterizzato, oltre che nello studio dei punti sopra descritti, anche dai necessari calcoli delle trasmittanze termiche in ragione delle conducibilità termiche dei materiali si progetto.

L’attività di progettazione tuttavia ha voluto toccare altri temi di rilevanza di verifica della sostenibilità dell’approccio proposto. Si è infatti scelto di studiare l’applicazione dei sistemi di verifica del protocollo LEED per le nuove costruzioni e per la progettazione urbana. Il primo approccio a questo strumento di controllo e certificazione è avvenuto attraverso l’analisi di GBC Ecoquartieri, ovvero la parte del protocollo che focalizza la sua attenzione non sul singolo edificio ma su aree territoriali. Scelta questa ritenuta ineludibile per questa specifica tipologia multifunzionale e per le sue necessità di dialogo con il sistema territoriale. L’attenzione è stata rivolta verso i seguenti obiettivi:

–          forte connessione del territorio: l’intento di creare un’area territoriale fortemente collegata e connessa alle aree adiacenti del territorio e capace di promuovere un insieme di funzioni e servizi di base;

–          infrastrutture ed edifici sostenibili: attenzione posta alla dimensione e alla forma dell’edificio già nella fase preliminare della progettazione così da poter, in maniera più efficiente, arrivare all’applicazione di soluzini di natura ambientale e tecnologica.

Entrando poi nella progettazione dell’edificio ci è serviti del protocollo LEED Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni ponendo una forte attenzione verso i seguenti temi:

–          energia e atmosfera: ambito in cui si sono andati ad osservare tutti gli aspetti relativi ai consumi energetici nella loro totalità (inverno e estate);

–          qualità ambientale interna: volontà di affrontare i temi ambientali relazionati alla qualità degli ambienti interni quali la salubrità, la sicurezza e il comfort. Le tecnologie impiegate hanno permesso di raggiungere a livello progettuali importanti risultati;

–          innovazione nella progettazione: capacità quindi di applicare soluzioni tecnologiche e di carattere volumetrico così da distiungersi per le caratteristiche di innovazione delle pratiche di sostenibilità nella realizzione e nella vita dell’edificio.

 

 

Conclusione

Suggestioni dell’interno progetto

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L’obiettivo finale del progetto, in conclusione è risultato quello di ricercare, nel modo più funzionale e riconoscibile possibile (volendo anche esteticamente accattivante) l’inserimento di una struttura complessa – sostenibile dal punto di vista energetico e ambientale – capace di sfruttare al massimo le potenzialità attivate dall’entrata in esercizio del  nodo infrastrutturale legato alla realizzazione della Stazione (ferroviaria) Mediopadana.

L’auspicio dei progettisti è che la passione con cui si è affrontato il tema, il grado di approfondimento di ogni singolo dettaglio, finalizzato ad una reale sostenibilità di progetto e  la costante attenzione verso gli aspetti percettivi e di suggestione, possa portare alla generazione di un “luogo” nella sua accezione più ampia. Uno spazio quindi capace di attivare e mantenere relazioni e connessioni territoriali, ma soprattutto sociali, la qualità di queste ultime forse le vere discriminati tra luoghi e non luoghi.

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Tesi di laurea elaborata all’interno del Laboratorio di Sintesi Finale Tecnologia dell’architettura, del Prof. Roberto Di Giulio

Laureandi: Dott. Arch. Mattia MONTI, Dott. Arch. Matteo PRATI

Anno accademico: 2014/2015

Relatore: Prof. Theo Zaffagnini

Secondo relatore: Prof. Luca Belatti

Correlatori: Prof. Roberto Di Giulio e Prof. Francesco Pirani

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