DDL Stabilità, nuovo sussidio alle fonti fossili. L’allarme delle Associazioni delle rinnovabili

Un nuovo indennizzo alle centrali tradizionali a discapito delle energie pulite

Un emendamento (6300) alla Legge di Stabilità, approvato in Commissione Bilancio del Senato, sul tema del capacity payment prevede un nuovo sussidio alle centrali tradizionali, a discapito delle fonti rinnovabili, il cui sostegno come sappiamo tutti dovrebbe essere prioritario per uno sviluppo  economico ed occupazionale del paese. Assorinnovabili e Gifi in un comunicato congiunto sottolineano che se l’emendamento venisse definitivamente approvato, si metterebbe a rischio l’intero settore che ad oggi occupa circa 130.000 addetti .
L’emendamento 6300 recita: “L’Autorità per l’energia elettrica e il gas, con effetto dal 2014, definisce le modalità d’integrazione del corrispettivo di cui all’articolo 5 comma 5 del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379, senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell’energia elettrica. Anche disponendo un’adeguata partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento della sicurezza del sistema elettrico”.

Compatte e molto dure le reazioni delle diverse Associazioni delle rinnovabili:

Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha sottolineato “Dobbiamo riaggiornare i nostri conti e il recente dossier sui sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili. Quello che sappiamo con certezza è che un nuovo sussidio va ad aggiungersi a quei 12 miliardi già calcolati (4,4 miliardi di sussidi diretti distribuiti ad autotrasportatori, centrali da fonti fossili e imprese energivore e 7,7 miliardi di sussidi indiretti tra finanziamenti per nuove strade e autostrade, sconti e regali per le trivellazioni), a totale discapito delle fonti rinnovabili che potrebbero essere invece fondamentali per uno sviluppo occupazionale ed economico più equo e salutare per i cittadini e per l’ambiente. Quello che sappiamo, ancora, è che ci si guarda bene, anche sta volta, dal dichiarare in modo trasparente a quanto ammonta e perché dobbiamo prevedere questo ulteriore sussidio per sostenere vecchie centrali inquinanti e grandi gruppi energetici che nulla hanno a che vedere con i veri interessi del Paese. Rimaniamo in attesa di una risposta da parte del Ministro che abbiamo invitato a un confronto pubblico”.

AssoRinnovabili, Gifi e Ifi hanno espresso grande preoccupazione: “Riteniamo che addebitare questo costo in modo, di fatto retroattivo, agli impianti rinnovabili creerebbe un danno molto rilevantea chi ha legittimamente investito negli ultimi anni e un grave vulnus alla credibilità del nostro paese presso la comunità degli investitori nazionali e internazionali. In questo modo si giungerebbe ad un esito paradossale per cui le fonti rinnovabili andrebbero a finanziare in senso regressivo l’energia da fonti fossili. Chiediamo con forza che, con il maxiemendamento che il Governo si appresta a varare, tale disposizione venga eliminata e si dia finalmente spazio a misure a favore dello sviluppo delle rinnovabili e della generazione distribuita, settore che già oggi occupa oltre 130.000 addetti.

Anche il Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica) ha espresso in maniera netta la propria condanna: “No all’emendamento che ammazza le rinnovabili, spostando le risorse dalle rinnovabili alle termoelettriche, che si sta tentando di inserire nella legge di stabilità in queste ore. E’ un’operazione intollerabile perché retroattiva e perché fatta sulla pelle di un settore già in difficoltà”.

Il Senatore PD ed esponente di Green Italia Francesco Ferrante ha commentato: “Il Governo delle larghe piccole intese, ha ottenuto la fiducia su una pessima legge di stabilità che al suo interno ha anche il ‘capolavoro’ per cui si tolgono soldi alle rinnovabili per darli alle fonti fossili. Questo succede grazie a un comma (che sembra dettato dall’Autorithy per l’energia elettrica, alla faccia della separazione tra Governo, Parlamento e l’autorità che dovrebbe essere terza) per cui si affronta il reale problema del capacity payment indicando nelle rinnovabili il settore da colpire”.

 “Il comma in questione  – continua Ferrante –  è un obbrobrio anche perchè non è indicata alcuna cifra. Se è vero che per il capacity payment servirebbero 500 milioni, diamo noi un suggerimento al governo e alla Camera dove speriamo ci sia un sussulto di saggezza, per trovarne immediatamente la metà senza ammazzare il futuro: ci sono 250 milioni l’anno che ancora si continuano a regalare alle centrali a olio combustibile”.

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