A Iglesias il primo bio distretto in Italia

Inaugurato il cantiere per la realizzazione della centrale termoelettrica alimentata a biomassa vegetale

La Cooperativa SocialeSan Lorenzo ha ufficializzato nei giorni scorsi il passaggio alla fase operativa del progetto Renovo Bioenergy, nella ex sede di Rockwool Italia a Iglesias, con l’apertura del cantiere per la realizzazione della centrale termoelettrica alimentata a biomassa vegetale, importante passo per l’insediamento primo bio distretto in Italia.

Il progetto prevede la riconversione produttiva del sito dismesso nel 2009, con la realizzazione di una centrale cogenerativa (energia elettrica e termica) della potenza di 1 MWe e 4 Mwt che sarà alimentata da biomassa vergine a filiera corta, proveniente cioè dalla manutenzione dei boschi del Sulcis Iglesiente e da scarti e sottoprodotti dell’agricoltura e della filiera agroindustriale del territorio.

L’energia prodotta dalla centrale andrà ad alimentare l’impianto per la produzione di materiali isolanti in fibra di legno per bioedilizia – anch’essi ottenuti dalla lavorazione di legname vergine raccolto attraverso la manutenzione boschiva – che entrerà in attività in un’altra porzione del sito.

Nato dalla partnership tra Renovo e la Cooperativa San Lorenzo e premiato al concorso di idee “99 Ideas per il Sulcis”, il progetto Renovo Bioenergy a Iglesias è stato realizzato grazie all’intervento del Fondo immobiliare Green Star – Comparto Bioenergie gestito da REAM SGR i cui sottoscrittori sono la Fondazione Banco di Sardegna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la Fondazione con il Sud.

Il progetto di green economy che sarà sostenuto mediante un progetto di finanza etica grazie alla presenza di REAM SGR, presenta tutta una serie di vantaggi per il territorio che lo accreditano come modello e apripista di un rilancio sostenibile dell’economia locale.

Dal punto di vista ambientale, infatti, sarà garantita una corretta manutenzione delle aree boschive, la gestione di terreni marginali e la valorizzazione degli scarti agricoli, senza trascurare la riconversione del sito industriale dismesso.  Inoltre l’insediamento del bio distretto creerà occupazione sia diretta sia nell’indotto, con una specifica attenzione per l’inserimento di lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate.

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