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Approvate dal parlamento europeo le modifiche alla normativa sull’economia circalare che chiedono obiettivi di riciclo al 2030 più stringenti La Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato le nuove norme sul pacchetto “economia circolare”, chiedendo interventi più ambiziosi, rispetto a quelli definiti a fine 2015 dalla Commissione Europea, su rifiuti urbani, spreco alimentare, discariche, rifiuti elettronici e imballaggi. Tra i provvedimenti approvati dalla commissione Ambiente due riguardano in particolare il riciclo dei rifiuti urbani, il cui obiettivo al 2030 passa dal 65% al 70% e quello degli imballaggi che viene alzato dal 75% all’80%. E’ stato poi definito l’obbligo di riduzione della percentuale del conferito in discarica che è fissato al 5%, mentre la Commissione proponeva il 10% e la normativa che interessa i veicoli fuori uso, pile e accumulatori, e apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tra le novità importanti, commenta l’eurodeputata Simona Bonafè relatrice della proposta, nel pacchetto è previsto l’innalzamento generale delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti; viene poi introdotto l’obbligo per tutti gli stati membri di migliorare le raccolte differenziate; è stato sancito l’obbligo di chiusura delle discariche per i rifiuti urbani entro il 2030. E infine, viene introdotta una norma che combatte in modo incisivo lo spreco alimentare, con facilitazioni per il cibo da donare Molto soddisfatta Rossella Muroni, presidente di Legambiente che evidenzia che il Rapporto economia circolare approvato dalla Commissione ambiente del parlamento europeo rappresenta un passo significativo verso una vera riforma della politica europea dei rifiuti, che potranno trasformarsi da emergenza in opportunità sia da un punto di vista economico che a livello di occupazione. La stessa Commissione ha infatti stimato che se questi obiettivi fossero raggiunti, si potrebbero creare 580 mila posti di lavoro entro il 2030, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie a un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una diminuzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero arrivare a 867 mila se, all’obiettivo del 70% di riciclaggio si unissero a livello europeo e nazionale anche misure stringenti per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile. Secondo la Commissione Europea inoltre da una migliore gestione dei rifiuti possono derivare risparmi netti per le imprese europee pari all’8% del fatturato annuo, con conseguenze positive anche per l’ambiente visto che l’emissione di gas serra potrebbe diminuire del 2-4%. Attualmente, continua Rossella Muroni, in Europa si bruciano o si mettono in discarica oltre il 50% dei rifiuti prodotti, distruggendo risorse molto spesso importate e penalizzando così la competitività delle imprese europee. Il testo approvato dovrà ora essere votato dalla plenaria dell’Europarlamento probabilmente nella sessione di febbraio, considerando anche altri interventi come quello di fissare target per i rifiuti industriali e cecando di incoraggiare per esempio per l’umido la produzione di compost di qualità con un riciclo che privilegia la depurazione organica. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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