Cemento eco-sostenibile ad alto isolamento termico

Nuovo brevetto Enea per un innovativo biocemento, ad alto isolamento termico-acustico e resistente al fuoco

Dall'Enea brevetto per il biocemento per edifici green

Enea ha brevettato un nuovo processo BAAC (Bio Aerated Autoclavated Concrete), sviluppato dai ricercatori della divisione “Bioenergie” e del laboratorio “Biosicurezza”, che prevede l’uso di lievito di birra e acqua ossigenata per realizzare un innovativo bio-cemento che si caratterizza per le proprietà di isolamento termico e acustico e di resistenza al fuoco.

Il nuovo processo brevettato dall’Enea permette di diminuire i costi di produzione e di ottenere un prodotto più sostenibile rispetto ai tradizionali cementi “cellulari” aerati attualmente in commercio.
Ciò è possibile perché la polvere di alluminio – un agente aerante molto infiammabile che necessita di stringenti misure di sicurezza degli impianti – viene sostituita da lievito di birra miscelato con acqua ossigenata. Ne deriva un prodotto tecnicamente molto leggero grazie alle molte bolle d’aria che si trovano al suo interno, con le stesse caratteristiche meccaniche e fisiche del materiale cementizio.

In questo modo vengono ridotte in maniera significativa le spese energetiche e i costi indiretti legati alla gestione dell’impianto ai fini della sicurezza e dalla riduzione del numero dei componenti “addizionali” come la calce e il gesso.

Piero De Fazio della Divisione “Bioenergie, Bioraffinerie e Chimica Verde” presso il Centro Ricerche ENEA della Trisaia, spiega che si tratta di un’innovazione di processo in una fase iniziale, ma che presenta grandi potenzialità. Le attività di sperimentazione hanno già suscitato parecchio interesse da parte delle “aziende specializzate nella filiera produttiva del cemento cellulare che hanno contribuito alla sperimentazione fornendo gratuitamente le materie prime.
“La formulazione di questa innovativa versione del cemento aerato autoclavato è stata possibile anche grazie alla collaborazione tra le competenze di chimica verde dei ricercatori di Trisaia e quelle dei sistemi in vitro ed in vivo dei ricercatori di Casaccia”, sottolinea Giorgio Leter del Laboratorio “Biosicurezza e Stima del rischio” presso il Centro Ricerche ENEA della Casaccia.

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