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Un nuovo studio realizzato dalla Joint Research Center della Commissione europea, che esamina la disponibilità di materie prime per la produzione di tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio, ha evidenziato che otto metalli sono ad alto rischio di disponibilità a causa soprattutto della dipendenza dell’UE dalle importazioni, della crescita della domanda mondiale e della situazione geopolitica. Tali carenze potrebbero avere ripercussioni negative per alcune tecnologie, in particolare eolico, illuminazione led, veicoli elettrici e fotovoltaico. Lo studio è partito da un precedente documento del 2011(SET Plan) che aveva analizzato la disponibilità dei metalli fondamentali per sei tecnologie a basse emissioni: eolico, solare, nucleare, bioenergie, smart grid, CCS. Il nuovo rapporto ha implementato altre 11 tecnologie, valutando i rifornimenti attesi dei metalli e non la situazione attuale. In tutto è stata esaminata la disponibilità di 60 metalli. Tra gli otto elementi classificati a “disponibilità critica” ci sono sei metalli delle terre rare (disprosio, europio, terbio, ittrio, praseodimio e neodimio), e i due metalli gallio e tellurio. Quattro metalli (grafite, renio, indio e platino), sono classificati con un rischio medio-alto, il che suggerisce che le condizioni di mercato per tali metalli debbano essere monitorate per non rischiare “strozzature della filiera”. Il metallo più a rischio è il disprosio, si prevede infatti che l’Unione europea tra il 2020 e il 2030 utilizzerà il 25% della produzione mondiale, principalmente per soddisfare la domanda per veicoli ibridi ed elettrici e turbine eoliche. Altri materiali utilizzati per i veicoli ibridi ed elettrici includono litio, cobalto, grafite, neodimio e praseodimio, gli ultimi due anche per l’eolico. Il tellurio, indio, gallio e stagno si utilizzano invece per l’energia fotovoltaica; il platino per le celle a combustibile; indio, terbio, europio e gallio per l’illuminazione a led. La domanda UE di litio secondo le stime assorbirà quasi il 15% della fornitura mondiale, mentre quella della grafite il 10%. Il rapporto suggerisce le misure per limitare la carenza dei materiali “critici” dividendole in tre categorie: aumentare l’approvvigionamento, riciclare i materiali e sostituire quelli più a rischio con materiali alternativi. Scarica il Rapporto “Critical Metals in the Path towards the Decarbonisation of the EU Energy Sector” (inglese) Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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