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Considerare nuovi parametri come quelli dell'inquinamento prodotto pro capite o rispetto al Pil come criteri in base ai quali stabilire se sono stati centrati gli obiettivi di miglioramento della lotta all'inquinamento, per evitare che le Regioni, o comunque i governi sub nazionali, vengano eccessivamente e ingiustamente penalizzati da norme poco flessibili. E' questa la proposta indirizzata all'Unione europea dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo lungo e articolato intervento alla sessione conclusiva del Forum sui cambiamenti climatici in corso di svolgimento a Los Angeles."In Lombardia negli ultimi 10 anni – ha spiegato Formigoni – i valori dei principali inquinanti atmosferici sono scesi notevolmente: il biossido di zolfo è diminuito del 50%, quello di azoto del 19%, il monossido di carbonio del 58%, l'ozono del 28% e il benzene del 75%. Anche le polveri sottili (Pm10 e inferiori), fra il 2000 e il 2005, sono sensibilmente diminuite; ora il processo si è stabilizzato, ma la nostra azione prosegue perché vogliamo fare ancora meglio".In quest'ottica, l'Agenzia dell'Ambiente europea ed Italiana ha diffuso dati interessanti e significativi: i livelli di inquinanti prodotti in Lombardia per ogni cittadino sono infatti largamente al di sotto delle medie europee. Il biossido di zolfo è inferiore del 75%, quello di azoto del 28%, il monossido di carbonio del 30%, il Pm10 del 43% e il Pm2.5 del 39%."Queste percentuali – ha precisato Formigoni – aumentano sensibilmente se riferite al Pil: vale a dire biossido di azoto -40% e CO2 – 42%. Ciò significa che in Lombardia abbiamo attivato politiche virtuose condotte in costante dialogo con i cittadini e l'industria. Ed è un'ulteriore dimostrazione che la lotta all'inquinamento è un percorso lungo e complesso. Per realizzarlo occorrono tempo e determinazione". Da qui la proposta di rivedere i criteri in base ai quali vengono definiti gli obiettivi di miglioramento di nazioni e regioni. "E' del tutto evidente – ha puntualizzato Formigoni – come non si possa ragionare esclusivamente in termini di riduzioni percentuali rispetto ai livelli di partenza, perché esistono situazioni particolari, come in Lombardia, delle quali non si può non tenere conto. Servono nuovi parametri che meglio dimostrino la capacità di un territorio di agire efficacemente contro l'inquinamento". Una specie di "corsa ad handicap" l'ha definita Formigoni nella quale la linea di partenza deve essere stabilita tenendo conto delle situazioni oggettive e degli effettivi livelli di efficienza raggiunti nella lotta all'inquinamento.LE MISURE DI REGIONE LOMBARDIA Un cammino che in Lombardia è cominciato da tempo tramite interventi strutturali che bilanciano le politiche di divieto con quelle di incentivazione. Obiettivo: rendere conciliabili ambiente ed energia, un binomio storicamente in contrasto. Due sono i pilastri su cui poggia tale modo di agire: la legge sull'aria che agisce contestualmente su tutte le sorgenti di emissione e ha ricevuto apprezzamenti anche dalla Commissione europea e il sostegno alla ricerca e all'innovazione tecnologica, attraverso contributi finanziari e indicazioni strategiche che favoriscano l'applicazione industriale dei risultati della ricerca scientifica.Si inserisce in questo quadro la proficua collaborazione con il Centro di Ricerche di Ispra e l'avvio di progetti di ricerca cofinanziati dalla Commissione europea in campi come quello dell'idrogeno o delle celle a combustibile. Completano il mosaico gli incentivi garantiti ad enti pubblici e privati nel settore del teleriscaldamento, quelli per la mobilità e l'impiego di combustibili a minor impatto.PIANO ENERGETICO REGIONALE "Oltre alla legge sull'aria – ha detto ancora Formigoni – anche il Piano energetico regionale ci ha permesso di ridurre notevolmente gli inquinanti. Dal 2004 abbiamo imposto limiti per le emissioni di azoto (30 mg per metro cubo) più restrittivi di quelli indicati dalle norme europee e nazionali (50 mg). Il primo significativo risultato è che le emissioni di ossido di azoto delle centrali termoelettriche sono diminuite del 40% tra il 2004 e il 2007, in largo anticipo rispetto alla previsioni".La Lombardia ha anche già adottato da circa un anno la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale europea per 1.700 grandi aziende che permetterà un'ulteriore riduzione del 20% delle emissioni dall'industria pesante. Inoltre, grazie agli interventi previsti dalla legge regionale per l'efficienza energetica degli edifici, è possibile stimare un risparmio energetico annuo di oltre 600.000 megawatt-ora. Anche per quanto riguarda il parco auto, Regione Lombardia ha incentivato la dismissione dei mezzi più inquinanti e favorito l'installazione dei dispositivi antiparticolato. Un processo che, fra l'altro, ha permesso ad importanti aziende lombarde (la Pirelli Ambiente anzitutto) di offrire nuove opportunità di lavoro e di esportare i propri prodotti anche in altri continenti.SOLARE E FOTOVOLTAICO Nel campo dell'energia solare e fotovoltaica la Lombardia è la prima Regione italiana per strutture installate con un incremento del 300% nel 2008 rispetto all'anno precedente. E' aumentato del 12% anche il numero delle aziende che operano in questo settore (da 536 a 600) e in particolare si sono sviluppate nuove tecnologie che stanno favorendo la nascita di un vero e proprio grande distretto produttivo del fotovoltaico "da candidare come progetto emblematico per ricevere un forte sostegno anche dalla Commissione europea"."La green economy – ha concluso il presidente – è nata e sta crescendo. Il mio auspicio è dunque che siano sempre più gli imprenditori che accettino questa sfida cominciando ad investire proprio dalla Lombardia". Fonte www.regione.lombardia.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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