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Saranno 10mila le abitazioni di classe energetica A e B che si potranno realizzare con i 60 milioni di incentivi messi a disposizione per il bonus «casa ecologica» dal decreto legge approvato venerdì scorso. Rispetto al mercato edilizio complessivo rappresentano il 4% della produzione abitativa italiana. E' evidente, però, che l'obiettivo del governo non e' quantitativo, ma qualitativo: lanciare il nuovo mercato delle abitazioni ecologiche e convertire le imprese edili al nuovo business. Nel 2009 l'Ance stima che siano state realizzate 40-50mila abitazioni dotate di certificazione energetica di grado più elevato, molto concentrate nella provincia di Bolzano e comunque nel nord Italia. Anche le imprese di costruzioni già attrezzate per questo salto di qualità sono 2-3 per provincia oggi, non più di 250 in tutto, con punte anche in questo caso al nord. La certificazione energetica degli edifici ha acquisito spazio e diffusione a sud di Bolzano grazie agli incentivi fiscali, vale a dire lo sgravio Irpef del 55% per i lavori di adeguamento delle abitazioni esistenti ai parametri di efficienza energetica: l'agevolazione scade a fine anno, se non sarà rinnovata. La disciplina normativa di riferimento e' stata approvata nel 2005, con il decreto legislativo 192, che ha fissato i requisiti di consumo energetico per metro quadrato (indice di prestazione energetica) degli edifici e le procedure per ottenere l'attestato di certificazione relativa. Il bonus introdotto ora dal governo vuole essere invece un incentivo riservato alle nuove costruzioni che nascono già con standard elevati di efficienza energetica. In attesa che il decreto legge sugli incentivi arrivi in Gazzetta Ufficiale e' la bozza del decreto attuativo predisposta dal ministro per lo Sviluppo economico Scajola a entrare nel dettaglio dell'agevolazione, confermando anzitutto che al bonus per la casa ecologica vanno 60 dei 300 milioni complessivamente destinati agli incentivi. Il testo conferma che l'importo massimo dell'agevolazione all'acquisto e' rispettivamente di 7mila e 5mila euro a seconda della classe di fabbisogno energetico cui l'abitazione appartiene. Per estrema semplificazione, prima di entrare nel calcolo dettagliato dei requisiti energetici previsti dal decreto, si può dire che le due categorie di abitazioni agevolate corrispondono alla «classe A» e alla «classe B» delle classificazioni standardizzate in Italia e in Europa da enti certificatori come Casa Clima: la «classe A» – che ha l'incentivo più ricco – prevede un consumo inferiore a 30 chilowatt orari per metro quadrato l'anno; la «classe B» un consumo superiore a 30 e inferiore a 50 kwh per metro quadrato l'anno. Il riferimento assunto dal decreto attuativo di Scajola e', in realtà, quello dei requisiti energetici previsti nell'allegato C (n. 1, tabella 1.3) del decreto legislativo 192. Si tratta di parametri articolati per le sei zone geografiche in cui viene divisa l'Italia, con diversi rapporti superfici/volumi e diversi livelli di gradi/giorno necessari per riscaldare adeguatamente un appartamento. Rispetto a questi valori minimi di riferimento per ottenere una certificazione, che oscillano sul territorio nazionale da 8,5 a 116 kwh per metro quadrato l'anno, il decreto sugli incentivi pretende un taglio del 50% dei consumi per la classe più rigorosa e del 30% per la seconda classe. Rispetto ai minimi ci deve essere un miglioramento che di fatto corrisponde proprio alle classe A e B degli standard nazionali e internazionali. Va detto che però fanno testo, ai fini della certificazione, i requisiti fissati dalla legge nazionale e da quelle regionali, dove esistono. Il decreto aggiunge altri requisiti necessari per accedere all'agevolazione: che la costruzione debba essere nuova si e' detto. Per la sola «classe B» deve trattarsi anche di un'abitazione utilizzata come prima casa dalla famiglia di chi compra. Il tetto massimo del contributo e' probabilmente il riferimento principale per chi vuole acquistare un'abitazione. Per case piccole si dovrà però prendere in considerazione il contributo per metro quadrato che e' pure fissato dal decreto rispettivamente a 116 e 83 euro. Il raggiungimento delle prestazioni energetiche richieste deve essere certificato da un soggetto accreditato secondo le procedure fissate dallo stesso decreto legislativo 192. Il decreto precisa anche che questa agevolazione e' l'unica dell'intero pacchetto incentivi che può essere cumulata ad altre agevolazioni sul medesimo bene. La certificazione energetica si era diffusa anche per l'obbligo imposto dallo stesso decreto legislativo 192 di certificare l'unità immobiliare al momento della vendita, pena nullità dell'atto di compravendita. Successivamente, era stata però eliminata la sanzione della nullità dell'atto, rendendo così possibili di fatto le compravendite anche senza certificazione. Che ora torna obbligatoria per chi vuole acquisire il bonus. Fonte www.ance.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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