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L’VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera ha approvato il disegno di legge ambientale collegato alla legge di stabilità 2014 – con “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Molto soddisfatto Enrico Borghi, capogruppo del Pd in commissione Ambiente e correlatore del provvedimento insieme ad Alessandro Bratti (Pd): “Con la conclusione dell’esame in commissione, oggi di fatto nasce la prima legge italiana per la green economy. Abbiamo lavorato intensamente sia con il governo che con le forze politiche di maggioranza e di opposizione e il risultato consente di consegnare all’esame dell’Aula un testo innovativo e interessante, che allinea l’Italia tra i paesi di testa dello sviluppo sostenibile”. Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera in un comunicato ha sottolineato il proprio compiacimento: “Grazie a un lavoro intenso portato avanti insieme a tutti i gruppi politici e durante il quale il ministro Galletti è stato sempre presente, il Collegato Ambientale esce dalla Commissione Ambiente molto cambiato e rafforzato. Si tratta di un provvedimento molto importante e articolato, voluto dal governo, che promuove misure in sostegno della green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali. Dal Collegato è stata eliminata qualsiasi ipotesi di riduzione degli obiettivi di raccolta differenziata e sono state rafforzate invece le misure per il recupero e il riciclo delle materie prime seconde, per la riduzione della quantità di rifiuti prodotti e molte altre disposizioni come quelle in sostegno della mobilità sostenibile”. Tra le novità previste dal Collegato Ambientale è stato introdotto un Fondo italiano investimenti Green Communities, costituito dal ministero dell’Economia tramite di Cassa depositi e prestiti, finanziato con 1 miliardo “di cui almeno il 51% assicurato attraverso apposito stanziamento da parte di Cdp e almeno il 20% da parte del Mef (che si avvale delle risorse disponibili nella programmazione Ue 2014/2020), mentre la restante parte sarà allocata sul mercato”. Il Collegato prevede nuove regole per gli impianti fotovoltaici a fine vita: “Limitatamente ai pannelli fotovoltaici immessi a consumo successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, sia come comparto domestico che professionale, al fine di una corretta gestione del loro fine vita, i sistemi individuali e collettivi […], per ciascun nuovo modulo immesso a consumo, adottano un sistema di garanzia finanziaria ed un sistema di geo-localizzazione”. Tali sistemi dovranno rispondere alle tipologie individuate dal Gestore dei servizi energetici (Gse) nel Disciplinare Tecnico di dicembre 2012 in attuazione delle “Regole applicative per il riconoscimento delle tariffe incentivanti”. Il testo infatti definisce i “requisiti in capo ai ‘Sistemi o Consorzi’ per il recupero e riciclo dei moduli fotovoltaici a fine vita e delle conseguenti modalità di verifica degli stessi da parte del Gse”. “Tra i molti temi su cui – continua Realacci – interviene il Collegato anche gli appalti verdi e il rilancio dei programmi di investimento per la manutenzione e lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Tutte norme che possono indirizzare l’economia e la società italiane verso soluzioni in cui l’ambiente e la green economy sono chiavi per lo sviluppo”. Sono state inoltre introdotte pesanti sanzioni contro gli abusi edilizi. Per raggiungere gli standard europei in materia di sostenibilità ambientale il Collegato promuove le “Oil Free Zone”, ovvero aree territoriali in cui si prevede entro un determinato periodo la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie da fonti rinnovabili. La costituzione di tali aree viene promossa dai Comuni interessati. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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