Efficienza Energetica: SAFE, certezze e garanzie per sviluppo rinnovabili

Rinnovabili: tra ritardi, incertezze e speranze“: questo il tema dello workshop Safe “fonti alternative”, svoltosi a Roma.
Nella sua relazione introduttiva Raffaele Chiulli, Presidente Safe ha fornito un quadro di riferimento delle energie rinnovabili evidenziando come esse, con circa 12.000 Mtep, coprano circa il 12% della domanda mondiale di energia primaria, principalmente con biogas, biomasse, waste, bioetanolo e biodiesel. “Se invece consideriamo la produzione di energia elettrica, i numeri e le proporzioni cambiano un po’ – ha detto Chiulli – le Fonti di Energia Rinnovabile (FER) forniscono infatti un contributo del 18% con circa 3500 TWh, di cui la maggior parte proviene dal settore idroelettrico”. Se guardiamo all’Europa, la produzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabile ha ormai superato la soglia del 15%, soprattutto a seguito degli sfidanti obiettivi che l’Unione Europea si è posta per giungere ad una produzione di energia elettrica da FER superiore ai 1000 TWh al 2020. “Nel 2009 – ha fatto notare il Presidente Safe – la produzione da FER in Italia, in linea con il trend europeo, ha coperto il 18% del consumo interno lordo di elettricità di cui il 72% è costituito dall’energia idroelettrica, il 10% da biomasse e rifiuti biodegradabili, il 9% dall’eolico, l’8% dal geotermico e l’1% dal solare”. Sicuramente le fonti rinnovabili saranno fondamentali per garantire quel mix energetico razionale che tenga in considerazione la necessità di contenere le emissioni di gas climalteranti e raggiungere gli ambiziosi obiettivi comunitari. “Appaiono però necessarie – conclude Chiulli – una Strategia Energetica Nazionale che faccia chiarezza su obiettivi e strumenti in una prospettiva di lungo termine; un contesto normativo stabile e prevedibile che consenta agli operatori una corretta pianificazione e adeguata remunerazione degli investimenti; degli interventi di potenziamento della rete elettrica ed uno sviluppo della ricerca tecnologica”.
Proprio il quadro normativo delle rinnovabili, con i suoi ritardi e le sue incertezze, è stato al centro del dibattito nel quale si sono approfonditi i recenti documenti di indirizzo quali il Piano d’Azione nazionale per le rinnovabili, il nuovo conto energia per il fotovoltaico e le linee guida per l’autorizzazione degli impianti.
Stefano Conti, Direttore Affari Istituzionali Terna, ha focalizzato il suo intervento sul tema dell’autorizzazione unica regionale per gli impianti e sulla connessione degli stessi alla rete. Il grande problema dello sviluppo delle FER è costituito infatti dalle autorizzazioni. “I 120 000 MW che hanno concordato con Terna la soluzione di connessione – ha detto Conti – costituiscono un’opportunità per il Paese che non è ben gestita poichè il sistema si blocca nella fase autorizzativa presso le Regioni”. Bisogna semplificare l’iter di realizzazione dell’impianto per qualificare e tutelare l’impresa ed è indispensabile far viaggiare insieme l’autorizzazione al proponente per l’impianto e quella di connessione di rete. Un altro tema centrale è sicuramente costituito dal PAN (Piano di Azione Nazionale), redatto dal MSE ma ancora non inviato a Bruxelles, che dovrà essere consegnato alla fine di luglio e che fisserà gli obiettivi settoriali e le misure da adottare.
Gerardo Montanino, Direttore Divisione Operativa GSE, ha fornito alcuni numeri ribadendo come nel settore elettrico si preveda un aumento elevatissimo dell’eolico da 3525 a 16.000MW, mentre nel settore dell’energia termica un contributo notevole arriverà dal solare termico e dalle biomasse. Si dovrà quindi fare uno sforzo per creare degli strumenti di monitoraggio ad hoc per raggiungere al meglio gli obiettivi.
Sempre sul lato istituzionale sullo stato di avanzamento del PAN c’e’ stato l’intervento di Sara Romano, Direttore Generale – Ministero dello Sviluppo Economico, che ha voluto evidenziare l’importanza strategica di avere un quadro programmatico stabile per dare sicurezza al settore energetico e rilanciarlo al meglio. Il documento è quasi pronto ed ha riscosso anche il consenso delle regioni che hanno richiesto un tavolo di consultazione permanente per creare un monitoraggio attivo che affianchi il Piano . “Mi sembra che il lavoro tecnico che si sta facendo – ha fatto notare la Romano – offra la possibilità di avere un quadro regolatorio che costituisca il punto di partenza per parlare di stabilita’”.
Carlo Crea Segretariato Generale – Autorità per l’energia elettrica e il gas, ha evidenziato come le FER si inquadrino perfettamente nello sviluppo di una generazione distribuita, facendo notare il grande impegno dell’Autorità in progetti di smart grids per dare a questi impianti una loro collocazione. Purtroppo riprendendo il titolo del convegno vi sono ancora numerosi ritardi ed incertezze. “I primi sono determinati soprattutto dall’assenza di una filiera industriale che si è dispersa – ha sostenuto Crea – e necessita di un riassetto degli incentivi; le seconde invece riguardano gli aspetti autorizzativi ed il quadro regolatorio”.
Giampaolo Russo, Direttore Affari Istituzionali e Regolamentari Edison, ha fatto notare la necessità di rivedere gli incentivi e l’instabilità del quadro regolatorio che ha avuto forti ripercussioni nel rapporto con gli istituti di credito. “E’ difficile trovare banche che siano in grado di finanziare progetti da FER – ha evidenziato Russo – soprattutto perché diminuiscono le garanzie e c’e’ una totale assenza di conoscenza degli aspetti legali”.
Felice Egidi, Responsabile Affari Regolatori Enel, ha ribadito come la crescita esponenziale delle rinnovabili sia legata all’incentivazione che però è stata concepita per un sistema con logiche diverse da quelle attuali. “E’ necessario un approccio diverso – dice Egidi – in cui gli operatori osservino i trend di sviluppo, tengano conto del punto di ricaduta e valutino i miglioramenti tecnologici”.
Bruno D’Onghia, Presidente – EDF Energies Nouvelles Italia, invece ha evidenziato come il problema della compatibilità tra nucleare e rinnovabili non si ponga. “Si tratta infatti di fonti diverse per strategia di produzione e tempistiche di realizzazione degli impianti – ha detto D’Onghia – e quindi sono tra di loro complementari. Forse solo in futuro potrebbe porsi una competizione per l’allocazione del capitale, essendo entrambe capital intensive”. Il nucleare coprirà infatti una produzione di base, le rinnovabili invece verranno gestite in funzione della quantità, dello stoccaggio di energia e dell’evoluzione tecnologica.
Non si è parlato solo di Rinnovabili ma anche di Risparmio ed Efficienza Energetica, infatti Luca Dal Fabbro, Managing Director Sales – E.ON, ha ribadito che l’energia che risparmiamo sia la più importante fonte energetica dei prossimi anni. “Per questo, E.ON si impegna a promuovere la riduzione degli sprechi e dei consumi – ha detto dal Fabbro – sostenendo l’efficienza energetica, sia per quanto riguarda i propri impianti produttivi, sia nei confronti dei propri clienti, incoraggiandoli con una serie di offerte, servizi ed iniziative a un approccio responsabile nell’uso dell’energia. L’efficienza energetica deve, pertanto, rimanere una priorità per la politica internazionale e per l’industria di settore”.
L’evento è stato anche l’occasione per la presentazione, da parte del gruppo di lavoro dell’undicesima edizione del Master Safe in Gestione delle Risorse Energetiche, di uno studio che ha evidenziato il ruolo determinante dell’eolico per il raggiungimento del target comunitario (17% di energia rinnovabile su energia primaria al 2020). Traguardare questo livello, secondo quanto stabilito dal Piano d’azione nazionale, implica che le energia rinnovabili debbano soddisfare il 28,97% del fabbisogno elettrico nazionale. In questo contesto l’eolico concorrerà al 6,59% del CIL italiano e pertanto, al 2020, il 22,7% dell’energia rinnovabile italiana sarà di matrice eolica. Per assicurare la crescita dell’eolico in Italia è necessario far leva sull’incremento della quota d’obbligo dei certificati verdi al 2020 (+2,6% o +1,7% all’anno a seconda di un CIL pari a 408 TWh o 366 TWh), realizzare nuove linee elettriche ed attuare una pianifcazione enegetica-territoriale. Lo studio, inoltre, stima una riduzione di circa 12 Mton di CO2 a seguito del raggiungimento di 16 MW di potenza eolica. Le rinnovabili però non sono soltanto eolico, ma anche biomasse e fotovoltaico.
Nel corso della tavola rotonda Marco Golinelli, Vice President – Wartsila Italia, ha sottolineato la necessità di uno sviluppo omogeneo evidenziando come le biomasse possano essere un elemento importante verso un sistema sostenibile. “La sostenibilità delle biomasse – dice Golinelli – deve essere basata sui numeri; se invece si continuano ad avere dei pregiudizi si rischia di non andare da nessuna parte”.

Fonte www.agienergia.it

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