G8: clima; accordo sui 2 Gradi, no di Cina e India su 50%

Al vertice del G8 dell’Aquila è stato raggiunto solo uno dei due ambiziosi obiettivi per la dichiarazione sul clima che sarà sottoscritta anche da Cina e India. Nella dichiarazione finale di domani, per la prima volta i maggiori Paesi industrializzati e quelli emergenti riconoscono la necessità di contenere entro i due gradi centigradi il surriscaldamento del pianeta.
Ma Cina e India non hanno voluto indicare l’obiettivo di un taglio del 50% delle emissioni di C02 entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Un obiettivo quest’ultimo per il quale si erano molto battuti Usa e Ue. I leader degli Otto hanno intanto sottoscritto una dichiarazione con cui si impegnano a raggiungere un accordo complessivo e ambizioso alla conferenza Onu sul clima in programma a dicembre a Copenaghen. “Intendiamo garantire la nostra prosperità presente e futura assumendo la guida nella lotta contro i cambiamenti climatici”, si legge nel testo. “Facciamo appello agli altri Paesi industrializzati e alle economie emergenti affinché si impegnino attivamente”, continua il documento, “in linea con il principio delle responsabilità comuni e differenziate, e sulla base delle rispettive capacita’”. Nel documento che sarà approvato domani dai Paesi del Mef (gli Otto più Australia, Brasile, Cina, Corea del sud, India, Indonesia, Messico e Sudafrica) e la Danimarca (per il ruolo di presidente della conferenza), si riconosce “l’opinione scientifica secondo la quale l’incremento della temperatura media globale al di sopra dei livelli pre-industriali non dovrebbe eccedere i due gradi centigradi”. E’ la prima volta che i Paesi industrializzati e quelli emergenti fanno proprie le opinioni scientifiche del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu (Iccp). Riguardo al mancato accordo sul taglio del 50 per cento delle emissioni di Co2 entro il 2050, il negoziatore indiano, Dinesh Patnaik, ha accusato i Paesi industrializzati di non aver voluto fissare obiettivi di medio termine e di non essersi impegnati a fornire aiuti e tecnologie per la transizione delle economie emergenti verso le energie ‘pulite’.

Fonte www.agi.it

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