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Il premio, alla sua prima edizione, è promosso dall'Associazione Italiana di Architettura e Critica (AIAC) presieduta da Luigi Prestinenza Puglisi. Circa settanta le candidature, provenienti da tutta Italia e giudicate da un grande professionista in veste di unico giurato: Renzo Piano.I vincitori di questa prima edizione sonoIotti + Pavarani Architetti Domus Technica – Centro Di Formazione Avanzata Immergas Il Centro di Formazione Avanzata Immergas ospita sale didattiche e dimostrative dedicate alla formazione di tecnici e professionisti sulle tecnologie impiantistiche di nuova generazione legate allo sfruttamento di risorse rinnovabili, verso le quali l'azienda (già brand leader nella produzione di caldaie) ha esteso la propria ricerca e produzione. L'edificio si configura come "laboratorio aperto", spazio di lavoro e accoglienza, in cui le scelte distributive, tecniche e impiantistiche contribuiscono a creare una macchina sofisticata e flessibile, capace di funzionare alternativamente con le tecnologie "esposte" (producendo interamente l'energia necessaria al proprio fabbisogno e contribuendo anche ad erogare l'energia in eccesso all'edificio per uffici esistente). Il progetto cerca la migliore interpretazione del luogo in termini di impianto, scala, linguaggio, scelte tecniche e materiali; si persegue l'obiettivo di una architettura essenziale che sappia interagire con l'intorno, affermando al contempo un principio di novità, con un volume traslucido compatto che richiama la vocazione industriale del contesto e la riscatta con un'immagine ricercata ed evocativa di "luogo tecnico". ARCò Scuola Abu Hindi La "Scuola nel Deserto" è un progetto di cooperazione internazionale perla comunità beduina di Abu Hindi, stanziata a sud di Gerusalemme Est. La scuola esistente era un aggregato di locali in lamiera, inadeguata allo svolgimento delle lezioni. Le scelte architettoniche compiute hanno trasformato la struttura esistente in un edificio climaticamente confortevole ed energicamente sostenibile Il nuovo tetto sollevato e inclinato ha creato nuove aperture. Queste misurano 60 cm di altezza sul lato ovest e 30 cm sul lato est e assicurano la ventilazione naturale. Le pareti esterne sono state trattate con un sistema di strati che realizzano una sezione finale di 34 cm di spessore, disposti dall'interno all'esterno nel seguente modo: intonaco di calce, cannucciato di bambù che contiene la spinta dell'argilla mista a paglia, lo strato in argilla e paglia, l'esistente lastra di alluminio zincato, un'intercapedine d'aria e un pannello schermante esterno in bambù. Le aule sono state pavimentate con assi di legno su massetto a secco e i tavolati interni di separazione sono stati ricostruiti con mattoni in terra cruda, rivestiti di un intonaco di calce bianca. carlorattiassociati | carlo ratti & walter nicolino Digital Water pavillion a Zaragoza Come creare spazi riconfigurabili e fluidi in architettura? Fluidi non solo all'apparenza, come molte forme prodotte negli ultimi anni grazidi sperimentazione è stata offerta dalla città di Saragozza, sede dell'Expo mondiale del 2008 dedicata al tema dell'acqua, per cui è stato progettato il Digital Water Pavilion. Adibito a ufficio del turismo durante la manifestazione del 2008, il padiglione è stato trasformato in un caffè e in un infobox relativo al progetto Milla Digital. La sfida è stata quella di usare l'acqua – tema dell'Expo 2008 – come elemento architettonico. Le pareti sono composte da gocce d'acqua a controllo numerico, che possono generare scritte, pattern o varchi d'accesso. Il risultato è uno spazio interattivo e riconfigurabile in cui ogni parete può diventare potenzialmente un ingresso o un'uscita, mentre le partizioni interne possono spostarsi in funzione del numero di persone presenti nel padiglione. Unici elementi materici due box e il tetto: quest'ultimo è una sorta di sipario che può muoversi verticalmente e appiattirsi a terra annullando l'intero padiglione. e all'uso dell'informatica nella progettazione, ma fluidi nel vero senso del termine? L'occasione di sperimentazione è stata offerta dalla città di Saragozza, sede dell'Expo mondiale del 2008 dedicata al tema dell'acqua, per cui è stato progettato il Digital Water Pavilion. Adibito a ufficio del turismo durante la manifestazione del 2008, il padiglione è stato trasformato in un caffè e in un infobox relativo al progetto Milla Digital. La sfida è stata quella di usare l'acqua – tema dell'Expo 2008 – come elemento architettonico. Le pareti sono composte da gocce d'acqua a controllo numerico, che possono generare scritte, pattern o varchi d'accesso. Il risultato è uno spazio interattivo e riconfigurabile in cui ogni parete può diventare potenzialmente un ingresso o un'uscita, mentre le partizioni interne possono spostarsi in funzione del numero di persone presenti nel padiglione. Unici elementi materici due box e il tetto: quest'ultimo è una sorta di sipario che può muoversi verticalmente e appiattirsi a terra annullando l'intero padiglione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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