Istat: Indicatori ambientali urbani nel 2009, buoni risultati per le rinnovabili

L’Istat presenta i risultati della Rilevazione sugli indicatori ambientali urbani 2009 che, oltre agli Uffici di statistica comunali, ha coinvolto altri Organismi operanti sul territorio. I 116 capoluoghi di provincia oggetto di studio, in cui risiede il 29,8% della popolazione totale del Paese (quasi 18 milioni di persone), coprono il 6,8% della superficie italiana. La densità media della popolazione di questi comuni è pari a 873,1 abitanti per km2: quella massima si registra a Napoli con 8.214,4 abitanti per km2, quella minima a Tempio Pausania con 66,7 abitanti per km2 di superficie comunale.

Principali risultati
Nel 2009 numerosi indicatori segnalano una riduzione delle pressioni ambientali generate da attività antropica. In particolare, presentano un miglioramento i seguenti indicatori: il numero medio di superamenti del valore limite del PM10 (particolato con diametro minore di 10 micron) per la protezione della salute umana (-5,1% rispetto al 2008), i rifiuti urbani raccolti (-1,5%), il consumo domestico di acqua (-0,7%). Si rileva poi un aumento di quasi due punti percentuali della raccolta differenziata, la quale rappresenta il 30,4% della produzione di rifiuti urbani.
Tra gli indicatori che presentano andamenti sfavorevoli si segnalano l’aumento dei motocicli per mille abitanti (+3,9%) e del tasso di motorizzazione (+0,4%), nonché la riduzione della domanda di trasporto pubblico (-0,7%). Rimangono pressoché stabili i consumi domestici di energia elettrica e gas nonché la densità di verde urbano (Figura 1). La maggiore sensibilità sulle tematiche ambientali ed energetiche dei comuni capoluogo è evidenziata dal fatto che, nel 2009, 28 comuni (erano 8 nel 2000), hanno fatto ricorso al teleriscaldamento. Inoltre, sugli edifici pubblici sono stati installati pannelli solari termici in 59 comuni (contro i 3 del 2000) e pannelli fotovoltaici in ben 69 comuni, quando nel 2000 solo Palermo adottava tale soluzione.

Nel 2009 continua il miglioramento della qualità dell’aria, benché il numero di giorni di superamento del livello per il PM10 sia ancora elevato rispetto a quello previsto dalla normativa vigente (D.M. 60/2002). Infatti, nei 102 comuni che effettuano il monitoraggio del PM10, le centraline di qualità dell’aria hanno segnalato mediamente 54,1 giorni di superamento del limite, in diminuzione rispetto al 2008 in cui tale valor medio era pari a 57,0, ma sempre molto al di sopra dei 35 consentiti.

Istat: Indicatori ambientali urbani nel 2009, buoni risultati per le rinnovabili 1

Nel 2009 sono in aumento i comuni che hanno messo in atto gli interventi di tutela ambientale. Massa, Benevento e Macerata hanno approvato il Piano Energetico Comunale, Rovigo, Siena e Oristano hanno esteso il servizio di raccolta differenziata al totale della popolazione residente, Ferrara e Massa hanno approvato la zonizzazione acustica, Cosenza e Trapani si sono dotati di centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria, Pesaro ha effettuato per la prima volta un censimento del verde. Tra il 2008 e il 2009 non si rileva alcun aumento nel numero di comuni che ha approvato il piano urbano del traffico e il piano del verde (Figura 2).
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Considerando i principali indicatori analizzati anche nel 2009 Trento, Venezia, Bologna e Foggia occupano i primi quattro posti della classifica dei comuni più rispettosi delle compatibilità ambientali, calcolata tramite una sintesi che tiene conto di tutti i principali indicatori di cause generatrici di pressioni ambientali e di risposte da parte delle autorità. I comuni di Siracusa, Iglesias, Olbia e Catania si collocano nelle ultime quattro posizioni.

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Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, alla fine del 2009 continua a diminuire, nei comuni ove il PM10 è monitorato, il numero medio di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana, attestandosi a 54,1 giorni, mentre nel 2008 erano stati registrati superamenti per 57,0 giorni. Questa riduzione scaturisce, probabilmente, sia da fattori meteo-climatici sia dall’attuazione di politiche nazionali, come gli incentivi al rinnovo delle automobili, o locali, come la limitazione della circolazione delle tipologie di veicoli più inquinanti, nonché da modifiche apportate dalle amministrazioni comunali alla viabilità urbana.

Verde urbano
Il verde urbano fa riferimento al patrimonio di aree verdi (ma anche di aree terrestri di particolare interesse naturalistico o storico-culturale) gestito (direttamente o indirettamente) da enti pubblici (comune, provincia, regione, stato) ed esistente nel territorio comunale. Nel 2009 la densità di verde urbano (percentuale sulla superficie comunale), relativa al complesso dei comuni capoluogo di provincia, si attesta al 9,3%, risultando sostanzialmente stabile rispetto al 2008 (+0,04 punti percentuali). Ovviamente, valori elevati dell’indicatore sono, in generale, da imputare alla presenza di vasti parchi naturali, zone boscose, aree protette e riserve naturali, la cui superficie ricade nel territorio comunale.

Energia
Nel 2009, per il complesso dei 115 comuni capoluogo di provincia, i consumi energetici legati all’uso domestico risultano pressoché stabili. Più nel dettaglio, il consumo pro-capite di gas metano per uso domestico e per riscaldamento passa dai 401,8 m3 per abitante del 2008 ai 402,5 m3 per abitante dell’anno 2009 (+0,2%), mentre il consumo pro-capite di energia elettrica subisce un incremento ancora più modesto (0,01%), attestandosi nel 2009 sui 1.207 kWh per abitante.
La stabilità dei consumi energetici è rilevante se si considera che nel 2009 è stata registrata una leggera diminuzione delle temperature massime giornaliere, rispetto al 2008, che avrebbe dovuto comportare un maggior utilizzo di gas metano per riscaldamento durante la stagione fredda.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, solo in 38 comuni si registrano livelli di consumo pro-capite superiori alla media; in 17 di questi comuni i consumi sono anche in crescita rispetto al 2008 tuttavia con un tasso che non supera mai il 2%. Il confronto con l’anno 2008 evidenzia che, nel corso del 2009, 58 comuni tra i 115 osservati presentano un aumento, anche se modesto, dei consumi pro-capite di energia elettrica.

Da segnalare un’attenzione sempre maggiore delle amministrazioni comunali verso le problematiche connesse ai consumi energetici. Ciò si manifesta attraverso un ricorso più frequente a fonti di energia rinnovabili o alternative. Seguendo questa linea vari comuni hanno predisposto in misura crescente forme di teleriscaldamento: il numero di tali comuni è passato dai 8 del 2000 ai 28 del 2009 (erano 23 nel 2008).
Per l’energia prodotta da fonte rinnovabile va sottolineato l’utilizzo, diffuso in Italia indipendentemente dalla collocazione geografica, tanto del solare termico quanto del fotovoltaico. In particolare, per il solare termico, i metri quadri installati ogni 1.000 abitanti sugli edifici comunali sono passati da 0,01 m2 nel 2000 a 0,7 m2 nel 2009, con un incremento del 57,1% rispetto al 2008. Contemporaneamente il numero di comuni che dichiara di installarli è passato da 3 nel 2000 a 59 nel 2009.
Sul versante del fotovoltaico, nel 2009 ben 6920 comuni, sui 116 oggetto della rilevazione, dichiarano di ricorre all’impiego di tale tecnologia: attualmente la potenza media installata sugli edifici comunali è arrivata a 0,5 kW ogni 1000 abitanti, mentre nel 2000 tale potenza media era praticamente nulla e un solo comune dichiarava di utilizzare pannelli fotovoltaici sui propri edifici.
Nel 2009 il Piano Energetico Comunale (PEC) risulta approvato in 43 comuni, 25 al Nord e 8 al Centro e 10 al Sud. Dunque la situazione è nel complesso migliorata sia rispetto al 2008 che al 2000, quando il numero di comuni risultava rispettivamente pari a 40 (tre in meno) e 17 (26 in meno). Tuttavia mancano ancora all’appello 51 degli 89 comuni con popolazione superiore a 50.000 residenti.

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