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L’ENEA offre alla Pubblica Amministrazione analisi, studi, tecnologie e altri strumenti per accelerare il processo di transizione verso edifici ad ‘energia quasi zero’, dal 1° gennaio 2019 infatti tutti gli edifici della PA dovranno rispettare il nuovo standard energetico, che prevede consumi molto bassi e l’impiego di fonti rinnovabili. Ma già dal 2014 –sottolineano dall’ENEA- è un dato di fatto l’avvio della riqualificazione energetica della Pubblica Amministrazione Centrale per una quota annuale pari al 3% della superficie occupata, come prevede la Direttiva europea 27/2012 sull’efficienza energetica e il decreto legislativo di recepimento 102/2014. Un’operazione che, taglio della bolletta a parte, potrebbe creare 3.500 nuovi occupati e una riduzione della CO2 pari a 130.000 t. In italia, sottolinea lo studio Enea, sono più di 130.000 gli edifici della Pubblica Amministrazione e consumano ogni anno 4,3 TWh di energia per una spesa complessiva di 644 milioni di euro, la parte più energivora, ovvero il 20% degli edifici consuma 1,2 TWh e una spesa di 177milioni di euro. “Si stima che gli interventi sull’involucro edilizio e sugli impianti permetterebbero una riduzione dei consumi di circa il 40%, con un risparmio di 73 milioni di euro. L’investimento richiesto, secondo le stime ENEA, ammonta a 1.100 milioni di euro (158 milioni euro/anno)”. Per quanto riguarda le scuole le 43.000 consumano ogni anno 9,6 TWh per una spesa di 1,3 milioni di euro, il 20% è responsabile dei maggiori consumi energetici, pari a 2,6 TWh, per una spesa di 351milioni di euro l’anno. “Intervenendo su questi edifici la riduzione dei consumi sarebbe pari al 45%, con un risparmio di 169 milioni di euro. A fronte di un investimento di 3,6miliadi di euro (580 milioni di euro/anno), l’ENEA calcola 53.700 posti di lavoro in più e una riduzione della CO2 di 312.000 t”. Per i 3000 immobili della Pubblica Amministrazione centrale, metà del totale dei consumi, pari a 1,1 miliardi di kWh, è imputabile al gas naturale, mentre poco più di un terzo all’energia elettrica. In generale, i consumi energetici per il riscaldamento (metano, gasolio, carbone e GPL) ammontano ad oltre 730 milioni di kWh. Considerata la superficie totale di circa 14 milioni di m2, la quota da ristrutturare ogni anno è di oltre 2,5 milioni di m2, a cui corrisponde un consumo energetico complessivo poco superiore ai 400 GWh/a. Secondo l’ENEA servono investimenti per 300 milioni di euro l’anno per una superficie da riqualificare di 450.000 m2l’anno. Le ricadute occupazionali sarebbero indubbie: 3.500 nuovi occupati. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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