ICMQ per lo sviluppo dell’edilizia sostenibile

Da tempo ICMQ, organismo di certificazione leader nelle costruzioni, è impegnato per lo sviluppo di un’edilizia che, oltre a rispondere a maggiori requisiti qualitativi, si avvicini sempre più alle caratteristiche ormai imprescindibili dell’edilizia sostenibile. Ne è testimonianza lo schema di certificazione volontario Sistema Edificio® con cui ICMQ già da anni offre la possibilità di certificare –  sia in fase di progetto che di costruzione e gestione – non solo il requisito energetico, ma anche il risparmio delle risorse idriche e il comfort termoigrometrico, acustico e luminoso.
D’altra parte, come sempre più committenze “illuminate” comprendono, soltanto la certificazione dei requisiti di un’opera, piuttosto che di un prodotto o di un materiale, da parte di un organismo di terza parte indipendente può fare la differenza tra il cosiddetto “greenwashing” (termine americano per indicare il semplice chiacchierare di questioni ambientali) e la garanzia al mercato di una reale sostenibilità che effettivamente rappresentiun passo di significativa importanza per il miglioramento qualitativo delle costruzioni.
“La sostenibilità in edilizia – afferma Lorenzo Orsenigo, direttore di ICMQ – è considerata dalla Commissione Europea una delle linee strategiche di sviluppo per i prossimi anni e rappresenta il punto di incontro di molte parti interessate: per l’amministrazione pubblica che ha il dovere di tutelare la collettività e preservare l’ambiente, per i promotori di interventi immobiliari perché è una modalità per ottenere incentivi economici e commercializzare meglio il prodotto, per l’acquirente di un immobile, che è maggiormente attratto da un bene che consente risparmi futuri e offre un notevole comfort interno”.
La recente approvazione da parte del LEED Steering Committee di USGBC di LEED Italia 2009 Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni, frutto di un lungo lavoro di traduzione e trasposizione dello schema americano per adeguarlo alla legislazione ed agli standard normativi italiani, ed i recenti eventi pubblici di presentazione (Trento 14 aprile e Milano 11 giugno 2010) del nuovo schema LEED Italia, rappresentano dei significativi passi strategici in avanti per la diffusione di un’edilizia sostenibile nel nostro Paese.
Il sistema di certificazione volontaria secondo lo standard statunitense LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), oggi diffuso e riconosciuto in oltre 100 paesi nel mondo, è basato su parametri che stabiliscono criteri innovativi per realizzare edifici salubri, efficienti e ad impatto ambientale contenuto.
Si tratta di un sistema di “rating” per lo sviluppo di edifici “verdi”, che stabilisce nuovi valori di mercato per i “green building”, stimolando la competizione tra le imprese sul tema delle performance ambientali degli edifici e incoraggiando comportamenti di consumo consapevole anche tra gli utenti finali.
I vantaggi competitivi per chi adotta lo standard LEED risiedono soprattutto nella qualità e nel valore finale del manufatto, garantiti dalla certificazione del GBCI (Green Building Certification Institute, di proprietà dello USGBC), oltre che nel risparmio di costi di gestione rispetto ad edifici tradizionali.
ICMQ, che di GBC Italia è uno dei soci fondatori, seguendo sin dall’inizio il percorso verso LEED Italia, offre ai committenti interessati “LEED Full Service”, un completo servizio tecnico e di assistenza procedurale, un insieme di attività utili a perseguire la certificazione LEED di un edificio, secondo il livello di certificazione al quale l’immobile può aspirare, mettendo in atto tutti i meccanismi necessari alla valutazione previsionale ed al monitoraggio continuo del livello di punteggio finale ottenibile dall’opera.

Come funziona il sistema LEED
LEED si basa sull’attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità di un edificio, raggruppati in sei categorie che prevedono ognuna alcuni prerequisiti obbligatori ed un certo numero di performance ambientali :
• Siti sostenibili (2 prerequisiti – 10 crediti)
• Gestione efficiente dell’acqua (1 prerequisito – 4 crediti)
• Energia ed atmosfera (3 prerequisiti – 6 crediti)
• Materiali e risorse (1 prerequisito – 7 crediti)
• Qualità degli ambienti interni (3 prerequisiti – 10 crediti)
• Progettazione ed innovazione +  priorità regionali (3 crediti + 1 credito)
Dalla somma dei crediti ottenuti deriva il livello di certificazione: Certified  (40 – 49 punti), Silver  (50 – 59 punti), Gold  (60-79 punti), Platinum  (80 o più punti).

Cinque domande ad Alberto Lodi – Responsabile della certificazione degli edifici di ICMQ e Segretario Chapter Lombardia del GBC Italia
Il Sistema Leed, messo a punto in America dall’US Green Building Council, è stato introdotto in Italia grazie ad un lungo e delicato lavoro di adattamento, richiesto da una profonda differenza di cultura e di territorio, ai quali questo tipo di certificazione è strettamente connesso. Quante probabilità ci sono, e a che condizioni, che il sistema abbia successo anche nel nostro paese?
Partirei, nel risponderle, da alcuni dei motivi di successo di LEED nel mondo.
Tra questi c’è sicuramente la serietà e pragmaticità di un sistema realmente praticabile, dalla “registration” del progetto alla “certification awarded”, nelle sue pur non semplicissime procedure. Un sistema umilmente e pazientemente costruito negli anni (il lavoro USGBC allo standard LEED è iniziato nel 1993), costantemente tenuto aggiornato (l’ultima versione è del 2009 e la successiva arriverà nel 2011), il quale coniuga esigenze sociali, ambientali ed economiche, considera sostanzialmente tutti gli aspetti della sostenibilità in edilizia (ma si dichiara costantemente migliorabile) e funziona grazie ad una efficiente organizzazione di staff centrale, unitamente ad un grande numero di collaborazioni da parte di esperti esterni. Altro aspetto che sottolineo sempre, parlando di LEED, è la “community”: non dimentichiamo che l’USGBC, ed ora anche il GBC Italia, sono associazioni di filiera, di tutta la filiera edilizia, dalla progettazione alla produzione di materiali e componenti, ai costruttori, alle immobiliari. Probabilmente si tratta delle uniche associazioni i cui membri fanno effettivamente parte di tutta la filiera edilizia.
Questo genera una enorme ricchezza di contenuti e di elaborazione culturale, scientifica e tecnologica (altro che difesa del proprio orticello!). Tutto ciò è importante ma potrebbe non bastare per ottenere successo in Italia.
E’ necessario anche che si giunga ad un riconoscimento di LEED come un sistema di riferimento (intendo un riconoscimento insieme ad altri eventuali schemi di certificazione, non una adozione da parte dell’Ente Pubblico; questo perché LEED ci tiene a rimanere un sistema volontario), almeno da parte dei principali soggetti pubblici interessati, ai fini della concessione di incentivi all’edilizia più virtuosa e di maggior qualità. E’ necessario anche che LEED inizi ad essere utilizzato da grandi operatori del settore (i cantieri Garibaldi, Isola, Porta Nuova – Varesine di Milano sono in questo un esempio eloquente). Rispetto al lancio, avvenuto solo pochi anni fa, della certificazione energetica (il sistema CENED della Lombardia è nato nel 2007), potrebbe verificarsi una situazione un po’ diversa. Il mercato e la legislazione del settore potrebbero passare da una molteplicità di sistemi di certificazione che sostanzialmente “non si parlano” (tipico della perdurante confusa situazione della certificazione energetica, nella quale ogni regione può, se crede, avere un suo sistema esclusivo) ad una situazione nella quale sarà possibile utilizzare schemi diversi, allineandoli e confrontandoli in base a semplici meccanismi di equivalenza, lasciando poi al mercato decidere quale sistema preferire nelle diverse situazioni.
Concludendo la risposta, direi infine che un fondamentale fattore di successo sta nella volontarietà del protocollo LEED: la vera qualità infatti si sceglie e non può essere obbligatoria, se non nei requisiti minimi opportunamente fissati dalla legge.

Qual è stato il percorso compiuto da Leed Italia dalla data della sua approvazione – 25 gennaio 2010 – ad oggi?
Dopo il 25 gennaio 2010, data di riconoscimento del LEED Italia (unico standard LEED al mondo a non esser scritto in lingua inglese) da parte dello USGBC, sono seguite le presentazioni ufficiali dello standard a Trento, il 14 aprile ed a Milano lo scorso 11 giugno. L’ultima tappa del roadshow di presentazione è prevista a Roma per il 23 settembre.

Quali sono i  materiali che possono sostenere lo sviluppo del settore “GREEN BUILDING” “in Italia?
Per rispondere a questa domanda, bisogna pensare che LEED premia i materiali secondo diversi punti di vista, in particolare in base al contenuto dei materiali riciclati pre-consumer (da cicli industriali) e post-consumer (a valle del loro utilizzo nel mercato), riciclati che contribuiscono alla diminuzione dell’impiego di nuove risorse naturali. Da questo punto di vista la gamma di materiali interessati è piuttosto ampia: piastrelle ceramiche, cementi, inerti, calcestruzzi con tutti i prodotti di questa filiera (blocchi in cls, elementi prefabbricati etc.), ferro, alluminio. Paradossalmente, ma non tanto, tra i materiali che sostengono il settore Green Building figurano i rifiuti, la cui minimizzazione, differenziazione, riciclo, raccolta e corretto smaltimento è fondamentale nella gestione di un progetto LEED. Altri materiali valorizzati sono quelli rapidamente rinnovabili, quelli di provenienza regionale (trasportati al cantiere da un massimo di 350 km o 1050 km, se per via ferroviaria o via mare) ed il legno certificato.

Quali sono le modalità utili all’ottenimento della certificazione dei  “requisiti di sostenibilità” dei materiali?
LEED non certifica i materiali e non impone di per sé particolari certificazioni, tuttavia il mercato internazionale, e in particolare USA, ha creato certificazioni appositamente studiate per dare evidenza di requisiti di materiali “LEED compliant”. In Italia tra gli strumenti che si stanno diffondendo rileviamo la Convalida di Auto-Asserzione Ambientale e la Dichiarazione Ambientale di Prodotto. Mentre la prima è uno strumento agile e di rapida implementazione (l’impegno temporale dipende dal numero di impianti di produzione e dal numero di prodotti oggetto di fornitura del progetto, per ogni impianto considerato), la DAP (o EPD in inglese) è uno strumento assai più completo ed esaustivo che può essere scelto dal produttore per motivi più generali, che vanno oltre la fornitura di un singolo progetto, motivi legati al posizionamento strategico del prodotto nel mercato.  

Qual è il ruolo di ICMQ nel percorso di Leed Italia?  Esattamente in cosa consiste Leed Full Service?
ICMQ, fin dal 2002-2003, ha implementato ed iniziato a praticare un proprio schema volontario di certificazione degli edifici, , Sistema Edificio®, comprendente requisiti di sostenibilità (energia e risparmio idrico) e di comfort interno (termico, acustico, luminoso).
Tale sistema, pur non essendo paragonabile come completezza e complessità a LEED, consente comunque un parziale affronto della certificazione di sostenibilità e di benessere dell’edificio. L’esistenza della certificazione LEED ci era già nota in quegli anni, tuttavia essa non aveva ancora raggiunto la diffusione e la notorietà odierna. Nel 2007, entrando in contatto con il progetto trentino di creazione del Green Building Council Italia (poi costituitosi il 28.1.2008) ICMQ si è ritrovata immediatamente in totale sintonia con LEED e con il progetto di trasporre lo schema USA nella realtà italiana, aderendo perciò alla nascente iniziativa come Socio Fondatore e primo Organismo di Certificazione ad entrare nella Associazione.
ICMQ ha contribuito al Comitato LEED che ha materialmente scritto lo standard italiano, partecipa al Consiglio di Indirizzo del GBC Italia ed è consulente del Comitato Esecutivo per le problematiche di certificazione. Ha poi avuto, ed ha tuttora, un ruolo di protagonista nella creazione e nella animazione della sezione territoriale lombarda, il Chapter Lombardia, creata nel dicembre 2008.
I servizi che ICMQ già oggi svolge sono quelli del “LEED Full Service”, vale a dire tutti i servizi che possono supportare un committente (normalmente un investitore o un general contractor) nel perseguire ed ottenere una certificazione LEED (USA o Italia) dalla A (la registrazione del progetto e l’assessment iniziale) alla Z (l’ottenimento della certificazione), sia in fase di progetto che in fase di costruzione, seguendo e coordinando, dal punto di vista LEED, anche i lavori in cantiere. Altro campo di intervento ICMQ è la verifica (review) dei progetti, coordinando ed attivando i propri esperti reviewers. Tale attività consente di confermare o eventualmente chiarire/contestare i crediti ai quali si candida il progetto.
Infine, un ruolo naturale per ICMQ è quello legato alla certificazione dei prodotti eco-compatibili ai fini LEED, secondo gli schemi già accennati nella risposta alla quarta domanda o secondo altri meccanismi che saranno creati nel prossimo futuro.

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