Nuovi marchi per una certificazione della sostenibilità in edilizia, per un costruire che non sia “verde” solo di facciata

 No al greenwashing, cioè al costruire che è verde solo di facciata. Sì ad una certificazione seria, qualificata e rispondente alle reali prestazioni dei prodotti edili, soprattutto per quanto riguarda le strutture, componente poco considerata ma a forte valenza di sicurezza e di confort, soprattutto in una logica di sostenibilità.
"Solo attraverso una riflessione di alto profilo che posizioni il tema della sostenibilità al centro delle scelte di ognuno e favorisca una responsabilizzazione di tutti gli operatori del settore, è possibile affrontare e vincere la sfida del mercato, che si sta muovendo sempre più verso un costruire ‘green'. Lo ha affermato Lorenzo Orsenigo, Direttore di ICMQ, istituto leader nel settore della certificazione in edilizia, impegnato da diversi anni per promuovere una crescita della cultura della qualità nelle costruzioni, in occasione del convegno tenutosi a Padova e promosso dall'organismo di certificazione. Per Orsenigo,  "per far sì che il perseguimento di obiettivi di sostenibilità e risparmio energetico sia concreto e non solo di facciata, è necessario che il sistema industriale e produttivo si dia regole chiare, in grado di garantire ai cittadini e ai consumatori una trasparenza e una qualità certa in termini di materiali e di prodotti edilizi".
Per il direttore di ICMQ se la scelta di realizzare un edificio sostenibile interessa prima di tutto il committente, il progettista ed il general contractor è necessario che i fornitori, ancor prima dell'avvio dei lavori, siano in grado di dimostrare che possono affrontare e superare la sfida, contribuendo in modo significativo al risultato finale. "La responsabilità ambientale – ha spiegato Orsenigo – è diventata oggi un fattore di marketing determinante e nessuna azienda si presenterebbe ai clienti senza credenziali eco-sostenibili. Diventa però fondamentale, per l'azienda leader di mercato, poter dimostrare agli operatori di settore e ai consumatori l'attendibilità delle proprie dichiarazioni ambientali, valorizzando la propria immagine e guadagnando in competitività. Per rispondere a queste esigenze, ICMQ ha creato ICMQ ECO il primo marchio italiano di certificazione volontaria mirato a garantire le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti da costruzione dichiarate dal produttore".
Nel corso dell'incontro sono stati illustrati da Andrea Fornasiero, del Comitato Standard GBC Italia  e da Claudio Capitanio, Ammnistratore di iiSBE Italia i due principali schemi di certificazione applicati in Italia: LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), e il neonato ESIT® (Edilizia Sostenibile ITALIA), iniziativa promossa da ITC-CNR e iiSBE Italia che avvia ufficialmente la certificazione Protocollo ITACA a livello nazionale.
Come ha sottolineato il dirigente dell'assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Veneto, Stefano Talato, nel Veneto sono attivi diversi sistemi di valutazione energetico-ambientale, come le Linee Guida Regionali, il sistema Biover 2 e il Protocollo ITACA. Sul piano normativo resta punto di riferimento la LR 4/07 "Iniziative ed interventi regionali a favore dell'edilizia sostenibile" grazie anche alla quale è stato possibile finanziare tra il 2007 e il 2009 circa 100 edifici sostenibili.
"Le regioni sul fronte della certificazione stanno dando risposte concrete al mercato, ma spesso si tratta di regole e sistemi che non sono omogenei fra loro – ha sottolineato -. Sarebbe importante però che ci fosse un indirizzo unico nazionale che tenga conto del lavoro fatto dalle Regioni in questi anni e concretizzatosi nel modello espresso da Itaca, in modo da avere una norma coerente che dia indicazioni omogenee e certe".
Per Tiziano Nicolini, Presidente Ance Padova in un mercato che sarà sempre più attento alla qualità della casa ma anche dell'immobile non residenziale e alla tutela dell'ambiente, il risparmio energetico è una prospettiva irrinunciabile. "Noi costruttori di Ance Padova andiamo da tempo affermando la necessità di qualificare gli interventi anche e soprattutto dal punto di vista qualitativo. Vogliamo "fare futuro" cogliendo tutte le occasioni per ribadire il concetto della qualità nel costruire e per rilanciare l'esigenza che la certificazione acquisisca un ruolo propositivo non solo nella costruzione di nuovi edifici, ma anche nella ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente, dove si annidano i principali problemi di spreco di energie. Occorre però che vi sia una maggiore certezza del quadro normativo e la definizione di una strategia di sempre maggiore incentivazione verso l'efficienza energetica".
 

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