Il futuro del fotovoltaico

Si avrà una svolta che farà dell’Italia una delle prime realtà europee in cui sarà raggiunta la piena competitività della tecnologia fotovoltaica rispetto alle fonti energetiche convenzionali. A raccontare le forme e i termini in cui questa svolta del solare fotovoltaico si darà, in Italia (ma anche in Europa), è stato, lo scorso 25 novembre ’09, a EnerSolar+, l’incontro “SET For 2020: scenari e prospettive di sviluppo per l’energia solare fotovoltaica in Italia”. Nella giornata è stata presentato lo studio SET For 2020, condotto dall’Associazione Europea dell’Industria Fotovoltaica (EPIA), con la società di consulenza di gestione strategica A.T. Kearney. SET For 2020 considera tre possibili scenari: lo scenario di base, con ipotesi di crescita “business as usual”, che prevede una penetrazione del fotovoltaico in Europa, entro il 2020, in misura corrispondente al 4% dei consumi complessivi (contro l’1% attuale), e che in Italia rappresenterebbe oltre il 5% dei consumi; lo scenario di crescita accelerata, che punta a coprire il 6% del mercato europeo e oltre l’8% di quello italiano, con modifiche minime al sistema elettrico esistente, ottimizzando la filiera produttiva e distributiva attraverso una maggiore cooperazione con gli operatori di rete e con una offerta trainante di prodotti e servizi; lo scenario “Paradigm Shift”, che punta a un obiettivo del 12%, assumendo che, oltre alle precedenti condizioni, vi sia una vasta implementazione dei meccanismi di stoccaggio dell’energia e l’utilizzo di innovative “smart grid”. Nel corso dell’incontro, EPIA ha anche richiamato l’importanza rivestita dai Piani d’Azione Nazionali per le Energie Rinnovabili (NREAPs), allo scopo di soddisfare gli impegni stabiliti dalla Direttiva europea sulla promozione delle fonti energetiche rinnovabili (nota come “20/20/20”). È quindi necessario che in tale documento venga adeguatamente rappresentato il grande potenziale della tecnologia fotovoltaica in Italia.
Ad aprire SET For 2020 è stato Adel El Gammal, Segretario Generale di EPIA, sostenendo che se si sfruttasse totalmente il potenziale offerto dall’energia solare “l’industria fotovoltaica italiana potrebbe diventare una delle più competitive dell’intero settore, sia a livello europeo sia mondiale”. L’Italia è ora il secondo mercato al mondo per tasso di crescita annuale, dopo Germania e Stati Uniti, e il terzo in termini assoluti.
Marco Andreassi, Practice Strategy & Organization A.T. Kearney, ha evidenziato che, nonostante la crisi, “lo sviluppo dell’energia fotovoltaica in Italia sta tenendo e riprenderà ad accelerare già nel 2010”. Andreassi ha ricordato che “una significativa opportunità per il futuro del fotovoltaico in Italia è costituita dal Piano d’Azione per le Energie Rinnovabili (NREAP)”. Entro giugno 2010, infatti, l’Italia dovrà presentare il proprio Piano d’Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili, come richiesto dalla Commissione Europea per raggiungere gli obiettivi comunitari entro il 2020. In sintesi, i fattori fondamentali per supportare lo sviluppo accelerato del fotovoltaico attraverso il NREAP sono, per Andreassi: un maggiore accesso al credito, sfruttando l’aumento di fiducia connesso alla ripresa economico-finanziaria; una politica di incentivazione certa, competitiva e sostenibile; uno snellimento degli iter autorizzativi, prendendo ad esempio i Paesi e le regioni più virtuose; un rafforzamento degli operatori lungo la value chain e lo sviluppo di un’industria nazionale competitiva.
Antonio Lumicisi, del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha dato delle cifre che raccontano in modo chiaro la situazione, anche in una visione prospettica: “valore del mercato: da 2 miliardi di euro (2009) a 5,2 miliardi di euro (2020) con tassi di crescita annuali non inferiori al 20% fino al 2020”. Lumicisi ha fatto notare che l’integrazione architettonica è la carta vincente dello sviluppo del fotovoltaico in Italia. E ha concluso così: “Gli obiettivi fissati nel 2007 al 2020 per il fotovoltaico si possono tranquillamente raggiungere, e anzi si deve puntare al potenziale maggiore evidenziato dagli operatori e dagli Istituti di Ricerca, anche perché non è detto che in altri settori si raggiungeranno gli obiettivi pre-fissati”.

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