Parlamento Europeo al lavoro sulla direttiva Iluc

La commissione Ambiente del Parlamento europeo avvia la discussione, in seconda lettura, sulla direttiva Iluc, il testo che modifica le direttive sulle qualità dei carburanti e sulle energie rinnovabili per limitare gli effetti negativi del cambiamento della destinazione d’uso dei terreni a favore della produzione di biocombustibili.

Da una parte, l’obiettivo di interrompere la competizione tra bioenergie e produzioni alimentari che, attraverso il cambiamento della destinazione d’uso dei terreni agricoli (Iluc), minaccia la sicurezza alimentare, dall’altra, la necessità di tutelare gli investimenti degli operatori economici che hanno puntato sui biocarburanti di prima generazione in base delle norme europee attualmente in vigore. Il progetto di raccomandazione in seconda lettura sulla direttiva Iluc, presentato in commissione Ambiente dal relatore Nils Torvalds (Alde), punta a coniugare queste due esigenze, riprendendo alcuni punti della posizione adottata in prima lettura dal Pe nel settembre 2013 e provando a migliorare la posizione adottata a dicembre dal Consiglio Energia, sotto presidenza italiana.

La posizione del Consiglio aumenta infatti al 7%, rispetto al 5% proposto dalla Commissione europea, il contributo dei biocarburanti e dei bioliquidi prodotti a partire da cereali e da altre colture amidacee, zuccherine e oleaginose al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva Ue sulle fonti rinnovabili. E soprattutto lascia ampi margini di manovra agli stati membri in materia di promozione di biocarburanti di seconda generazione, cioè ricavati da materie prime che non generano un’ulteriore domanda di terreni.

Con il progetto di raccomandazione il Parlamento europeo torna invece a chiedere, come nel testo adottato in prima lettura, un tetto del 6% per i biocarburanti di prima generazione e target vincolanti pari ad almeno il il 2,5% di consumo di energia da raggiungere con biocarburanti avanzati entro il 2020. Una posizione più ambiziosa di quella del Consiglio – rileva durante la discussione l’eurodeputato M5S Piernicola Pedicini -, che invece vorrebbe ammettere anche target inferiori a seconda delle potenzialità di ciascuna paese e delle circostanze nazionali.

Gli eurodeputati della commissione devono lavorare per convergere su una posizione comune da adottare entro il 24 febbraio, per arrivare alla votazione in plenaria il 2 aprile.

Nel negoziato tra Pe, Commissione e Consiglio pesaranno, però, anche le critiche mosse al testo dagli agricoltori e dalle cooperative agricole. Secondo il presidente del Copa Cogeca Pekka Pesonen, infatti, la proposta minaccia tutti gli operatori economici che, sulla base degli impegni assunti dall’Ue nel 2009 in materia di utilizzo dei biocarburanti nei trasporti, hanno effettuato “enormi investimenti” nelle bioenergie ricavate da colture agricole. “Molta incertezza circonda gi investimenti nel mercato comune e i produttori sono stati abbandonati”, denuncia Pesonen.

Fonte www.Euractiv.it

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