Produrre energia dalle rinnovabili costa meno che dalle fossili

Da assoRinnovabili i consigli perché l’Italia rispetti gli accordi sul clima post COP21

Produrre energia dalle rinnovabili costa meno che dalle fossili 1

Nel corso dell’incontro organizzato da assoRinnovabili a sei mesi dalla firma dell’accordo sul clima di Parigi, dedicato alle strategie energetiche che il Bel Paese deve mettere in atto per rispettare gli accordi della COP 21, è emersa ancora una volta la necessità di sostenere le rinnovabili.
Le fonti pulite, come ha osservato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili sono economicamente competitive, hanno un costo sociale nullo, creano occupazione e hanno le potenzialità per far tornare l’Italia tra i protagonisti della scena energetica e tecnologica europea. “Purtroppo nell’ultimo triennio non abbiamo visto provvedimenti del Governo coerenti con questi dati. Non c’è tempo da perdere: COP21 è stata firmata, ora dobbiamo attuarla!”

In occasione del convegno è stata presentata la ricerca condotta da Althesys “Il Global Cost dell’energia e gli effetti dello sviluppo delle rinnovabili”, che evidenzia che se si considerano le esternalità negative che carbone, petrolio e gas producono a livello di cambiamento climatico e inquinamento atmosferico con danni per la salute, produrre energia utilizzando le fonti fossili costi di più rispetto alla produzione da fonti green.
Le rinnovabili infatti non rappresentano un costo per il Paese, il saldo tra costi e benefici del sostegno alle fonti pulite è positivo tra i 30 e i 100 miliardi, senza contare i vantaggi per la salute e per l’ambiente.

Rispettare gli accordi della COP21 è possibile e assoRinnovabili ha presentato tre azioni per ridurre la CO2 e rilanciare l’industria europea. La prima prevede il rafforzamento dell’attuale Emission Trading Scheme (ETS) con l’introduzione di un prezzo minimo di almeno 20 euro/ton di CO2 che potrebbe crescere progressivamente, così come già introdotto nel Regno Unito e in Francia.

assoRinnovabili propone poi di introdurre una Border Adjustment Tax (BAT) sui beni e servizi importati in Europa, basata solo sulle emissioni derivanti dall’energia impiegata nelle attività di produzione e distribuzione degli stessi.

Infine la terza azione prevede l’obbligo per tutti i prodotti venduti in Europa di indicare sull’etichetta il carbonio emesso per la loro produzione e per il loro funzionamento, così da promuovere il consumo di prodotti maggiormente ecosostenibili.

Ha chiuso i lavori il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che ha confermato che gli accordi di Parigi siano un punto di partenza cui devono seguire azioni concrete e rapide che assicurino che il recepimento di COP21 avvenga nel più breve tempo possibile: “Dobbiamo poi continuare a investire sulle rinnovabili anche semplificando il sistema, ma non ritengo però che l’Italia possa fare fughe in avanti sul tema del carbon pricing”.

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