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E’ stato presentata dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) la seconda edizione del “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile” (Bes 2014) realizzato con l’obiettivo di offrire un quadro complessivo dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali del nostro paese e rappresentare una guida utile per identificare le priorità da attuare che aiutino il raggiungimento di un benessere equo e sostenibile alle generazioni presenti e future. Il Bes è il risultato di un importante lavoro svolto tra il 2011 e il 2013 da rappresentanti delle parti sociali e dell’associazionismo riunite nel Comitato d’Indirizzo, e dalla comunità scientifica, coinvolta nella Commissione Scientifica. Sono stati inoltre raccolti i suggerimenti dei cittadini coinvolti attraverso un’indagine campionaria, incontri sul territorio e interventi sul sito. Il Rapporto Bes 2014 grazie all’analisi dei 12 domini del benessere in Italia attraverso 134 indicatori, permette di comprendere quali sono le principali criticità e quali le potenzialità, e le dinamiche positive in atto nel nostro Paese. Uno dei capitoli è dedicato all’Ambiente ed è strutturato in sei dimensioni che descrivono il contributo dell’ambiente al benessere collettivo: qualità delle acque; qualità dell’aria; qualità del suolo e del territorio; biodiversità; valutazione soggettiva della qualità dell’ambiente naturale; materia, energia e cambiamenti climatici. “Sotto l’impulso delle normative comunitarie, il nostro Paese ha compiuto molti passi avanti per la tutela dell’ambiente. Tuttavia gli indicatori presi a riferimento mostrano che l’Italia ancora patisce evidenti difficoltà dovute in gran parte alla carenza di armonizzazione dei sistemi di governance locali e alla mancanza di continuità nella gestione delle politiche”. Nel corso dell’ultimo anno emergono segnali contraddittori. Migliora lievemente la qualità dell’aria e diminuisce (da 59 a 52) il numero di comuni che ne denunciano l’allerta per la salute umana superando il valore limite previsto per il particolato PM10 per più di 35 giorni l’anno. Cresce, anche se di poco, la disponibilità di verde urbano nei comuni capoluogo di provincia, mentre sostanzialmente stabili sono le aree verdi protette. Per quanto riguarda le energie rinnovabili l’Italia è sopra la media europea per la produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili, che soddisfa in misura crescente il consumo interno lordo di elettricità La Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, stabilisce che nel 2020 l’Italia dovrà coprire, mediante fonti rinnovabili, il 17% dei consumi finali di energia, nei settori di elettricità, riscaldamento e raffreddamento, trasporti. Per quanto riguarda il solo settore elettrico, nel 2012, in Italia sono aumentate rispetto al 2010 la produzione lorda elettrica da fonti rinnovabili e la sua incidenza sul consumo interno lordo di energia elettrica. Nel 2012, la quota del consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è stata pari al 26,9% e segna un + 3,1% rispetto all’anno precedente. A livello regionale nel 2012 rispetto al 2011 la produzione in quantità è nettamente superiore alla richiesta interna in Valle d’Aosta e nelle province autonome di Trento e Bolzano. La produzione risulta elevata anche in Piemonte (32,8%), Toscana (33,4%), Molise (78,6%) e Calabria (58%). Valori bassi si registrano in Liguria (6,7%, quasi invariata nell’ultimo triennio) e nel Lazio (10,5%). Percentuale dei consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili sul totale dei consumi interni lordi, per regione. Anno 2012 Fonte: Terna Nel confronto europeo, l’Italia nel 2011 presentava un valore (23,6%) superiore alla media Ue27 (20,4%), ma ancora lontano da paesi che superano il 50% dei consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, come la Svezia (58,7%) e l’Austria (55,2%). Percentuale dei consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili sul totale consumi interni lordi. Anno 2011 Fonte: Eurostat, Energy statistics Nel corso degli anni è c’è stato una crescita del fotovoltaico che nel 2012 ha coperto il 20% della produzione complessiva di energia elettrica, delle fonti eoliche e delle biomasse (entrambe pari a circa il 14% della produzione). In netto calo, all’opposto, la quota di energia prodotta da fonti idriche (dal 78,2% al 45,4%) e geotermiche (dal 10,0% al 6,1%). Energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile per tipo di fonte, composizione percentuale. Anni 2004 e 2012 Fonte: Terna Sempre nel 2012, risultano in calo il consumo di risorse materiali interne e l’emissione di gas serra, riduzioni in parte dovute alla forte contrazione della produzione provocata dalla crisi economica e dal rallentamento delle attività. L’aggregato dei consumi interni di materiali rappresenta, l’insieme dei materiali trasformati dall’uomo, dei flussi fisici potenzialmente dannosi per l’ambiente naturale e per gli equilibri eco sistemici, limitatamente ai materiali che sono immobilizzati in stock o il cui ciclo di vita termina nel nostro Paese. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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