Rapporto Green Italy 2012: il 38.2% delle assunzioni è verde

Fondazione Symbola e Unioncamere hanno presentato a Roma il Rapporto GreenItaly 2012 – realizzato con il Patrocinio dei Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico e con la partnership di Wired, Comieco e Fiera Milano Congressi – dedicato a tutti i settori dell'economia italiana che negli ultimi anni hanno cercato di riconvertirsi in chiave ecosostenibile. Il Paese ha sviluppato in maniera diffusa nelle sue imprese e nei territori una reinterpretazione della green economy del tutto particolare; l'Ocse, nel recente rapporto sull'innovazione nei diversi paesi aderenti all'organizzazione, ha rilevato come nell'ultimo decennio le attività di ricerca nel campo delle tecnologie legate all'ambiente hanno sviluppato per il nostro Paese una vera e propria specializzazione. Con riflessi positivi sulla creazione di nuova occupazione: basti pensare che circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate complessivamente dalle imprese del settore privato per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità. La green Italy, insomma, è una rivoluzione verde che già oggi interessa il 23,6% delle imprese industriali e terziarie con almeno un dipendente che tra il 2009 e il 2012 hanno investito o investiranno in tecnologie e prodotti green. E che attraversa il Paese da Nord a Sud, tanto che le prime dieci posizioni della classifica regionale per diffusione delle imprese che investono in tecnologie green sono occupate da quattro regioni settentrionali e sei del Centro-Sud. Le imprese della green Italy, inoltre, sono quelle che hanno la maggiore propensione all'innovazione e all'export.

"Per far ripartire il Paese non basta fronteggiare la crisi – spiega il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci -. Affrontare i nostri mali antichi: il debito pubblico, l'illegalità e l'evasione fiscale, le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza, il sud che perde contatto, una burocrazia speso soffocante. Serve una visione in grado di mobilitare le migliori energie per affrontare le sfide del futuro. È necessario difendere la coesione sociale non lasciando indietro nessuno, e scommettere sull'innovazione, sulla conoscenza, sull'identità dei territori: su una green economy tricolore che incrocia la vocazione italiana alla qualità e si lega alla forza del made in Italy".
"L'economia verde – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – può rappresentare una chiave strategica per superare questa lunga crisi, uscendone più forti e meglio in grado di costruire un futuro diverso, più sostenibile e più ricco di possibilità. Grazie ad un modello di sviluppo che si fonda sui valori tradizionali dei territori e dei sistemi produttivi italiani di piccola impresa: qualità, innovazione, eco-efficienza, rispetto dell'ambiente. Una ricetta che oggi dimostra di saper sposare i valori etici alla competitività e che ha il grande merito di favorire la coesione tra i territori. Una coesione che coinvolge migliaia di piccole e medie imprese, sempre più spesso operanti in rete tra loro, nel dare vita a questo che è ormai un vero e proprio "laboratorio verde" dell'Italia di domani".
Il rapporto GreenItaly 2012 evidenzia come la profondità degli effetti di questa crisi perdurante abbia indotto l'intero sistema economico italiano verso un radicale ripensamento del modello di sviluppo in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, di una maggiore innovazione, qualità ed efficienza. Tanto che quasi un'impresa su quattro (il 23,6% del totale, ovvero quasi 360mila imprese, oltre 144mila industriali con almeno un addetto e circa 214mila dei servizi con almeno un addetto) ha realizzato negli ultimi tre anni, o realizzerà entro quest'anno, investimenti in prodotti e tecnologie che assicurano un maggior risparmio energetico o un minor impatto ambientale. Tra le "vere" nuove imprese individuate da Unioncamere (circa 103mila) nei primi sei mesi del 2012, il 14% ha già realizzato nella prima parte dell'anno o realizzerà entro il 2013 investimenti green.
Il modello green risulta, nel tempo, sempre più diffuso nei diversi settori e nei diversi territori del Paese. Le analisi evidenziano un processo di "ecoconvergenza" nel nostro sistema, ovvero una tendenza virtuosa ad incrementare i livelli di eco-efficienza laddove gli impatti ambientali delle attività economiche appaiono più accentuati.
I settori della green Italy. Per quanto riguarda i settori, questo approccio strategico in risposta alla crisi è chiaramente più diffuso nella manifattura, dove la quota di imprese che realizzano investimenti green supera il 27% a fronte di un più ridotto 21,7% nel terziario. Tra le attività manifatturiere, e alle attività sostanzialmente connesse all'energia (prodotti petroliferi e public utilities), spiccano la filiera della gomma e della plastica, la lavorazione dei minerali non metalliferi, quelle della carta e della stampa, della meccanica, mezzi di trasporto, dell'elettronica e strumentazione di precisione, dove la quota di imprese che realizzano investimenti green va ben oltre la media, con una punta record del 41% nel caso del comparto chimico-farmaceutico.
Occupazione verde. Anche per quanto riguarda l'occupazione la green economy sembra possedere una marcia in più e tenere meglio ai venti della crisi, tanto che il 38,2% delle assunzioni complessive programmate (stagionali inclusi) da tutte le imprese italiane dell'industria e dei servizi per l'anno in corso si deve alle aziende che investono in tecnologie green. Guardando ai numeri assoluti, ciò significa che sul toltale di oltre 631 mila assunzioni complessive programmate, oltre 241 mila sono ascrivibili ad imprese che credono nella green economy. L'imprenditoria legata all'ambiente dimostra di avere una dinamicità in campo occupazionale: delle 358 mila imprese che hanno investito negli ultimi tre anni – o lo faranno quest'anno – in tecnologie green, ben il 20% prevede nel 2012 di assumere, laddove per le altre imprese non investitrici la quota quasi si dimezza. (12,6%). Inoltre circa il 30% delle assunzioni complessive non stagionali programmate per il 2012 è per figure professionali legate alla sostenibilità.

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