Presentato a Torino il primo prototipo di fotovoltaico di terza generazione che non utilizza silicio

Il fotovoltaico del futuro fa tappa a Settimo Torinese. Qualche giorno fa è stato infatti presentato da Cyanine Technologies e Pianeta il primo prototipo di fotovoltaico organico di ultima generazione, alla presenza di Paolo Garbarino (Rettore Università Piemonte Orientale), Elena Tresso (prof.ssa Dipartimento Scienze dei Materiali Politecnico di Torino), Salvatore Coluccia (Vice Rettore Università di Torino) e Adriano Zecchina (Direttore del Centro Interdipartimentale NIS).
Il prototipo presentato è il frutto della ricerca portata avanti da Cyanine che nel corso di tre anni ha sviluppato e brevettato una gamma di cianine ad alto contenuto tecnologico sia nel campo della life science come marker per le attività di diagnostica sia nel campo del fotovoltaico.
Proprio lo sviluppo di molecole per la realizzazione di impianti fotovoltaici assolutamente innovativi e rivoluzionari è stata ritenuta un'attività complementare alla strategia industriale di Pianeta, società municipalizzata di Settimo Torinese che ha il proprio core business nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica, e che nel 2010 ha acquisito il 56% della società.
Cyanine è oggi all'avanguardia  nella ricerca di materiali innovativi per il fotovoltaico di terza generazione. In particolare la società si è impegnata nello sviluppo di nuovi coloranti per le celle fotovoltaiche DSSC (Dye Sensitized Solar Cells). Questo nuovo concetto di celle solari non utilizza silicio per generare corrente ma una pasta di biossido di titanio nanometrico impregnata con un colorante organico sigillato fra due vetri conduttori in modo che non entri a contatto con umidità e ossigeno che danneggerebbero il colorante stesso
Il pannello così prodotto (ad oggi il colorante è disponibile in 3 colori: azzurro, verde chiaro e giallo) ha un rendimento di 40 Watt al m2 con la luce solare e di 25 Watt al m2 con luce diffusa (quella che arriva dall'interno dell'appartamento o dell'ufficio).
Ipotizzando una superficie vetrata media di 10 m2 di un appartamento di 100 m2  vuol dire (considerando sia la produzione di giorno prodotta dal sole sia quella serale prodotta dalla luce diffusa) un rendimento di 55 Kwh al mese.
Considerando il conto energia ed il risparmio derivato, tradotto in cifre vuol dire circa 50 euro a bimestre. Una bolletta media di un appartamento sopra descritto è di circa 150 euro a bimestre. Quindi vuol dire 1/3 dei costi energetici.
Ovviamente questa è una media. Le variabili sono molte: esposizione delle finestre, periodo dell'anno (d'estate sarà molto più alta rispetto all'inverno), m2 di vetro a disposizione, ecc
Una finestra con il fotovoltaico organico ha un'ipotesi di costo di circa il 40% in più di una finestra normale.
Una finestra normale compresa di telaio (non solo vetro quindi) costa circa 650 euro, di conseguenza quella con il fotovoltaico organico costerà circa 900 euro. Quindi in sintesi il maggior costo dell'investimento viene assorbito in meno di un anno.
 
I vantaggi del fotovoltaico organico:
1) il minor costo rispetto al fotovoltaico classico in silicio (anche quello "cinese").
2) funziona anche con la luce diffusa, quindi può essere installato anche in zone non in pieno sole.
3) lo smaltimento ha dei costi infinitamente inferiori.
Una volta a fine vita, si recupera il vetro e il resto va semplicemente all'incenerimento. Smaltire il silicio invece è molto costoso e complicato.
 
L'applicazione più immediata è l'integrazione in elementi architettonici per edifici, quali finestre e vetrate. Si sta già lavorando con una importante casa automobilistica per inserire le celle DSSC nel tettuccio delle automobili o nei cristalli laterali e posteriore. Ma in un futuro non troppo lontano le celle potranno essere integrate in tessuti, per farne, ad esempio, giubbotti per caricare il cellulare, oppure rivestire tende da campo o ancora caricare il notebook quando la sera si accendono le luci del soggiorno o della sala da pranzo, recuperando (grazie al fatto che il fotovoltaico organico funziona con luce diffusa) parte dell'energia consumata. Sono già allo studio anche celle flessibili basate su polimeri le cui applicazioni sono moltissime e dipendono solo dalla fantasia dei designer.

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