Summit europeo sull’energia: rispettare gli impegni presi

Domani i capi di Stato e di governo si ritroveranno per il primo summit europeo del 2011. All'ordine del giorno, le questioni di sicurezza e l'innovazione. Il Parlamento ne ha già discusso con la presidenza ungherese e la Commissione.
La presidenza ungherese ha aperto il dibattito ricordando che l'obiettivo del summit è di valutare i mezzi e le risorse per garantire la sicurezza energetica dell'UE, sviluppare la ricerca, e integrare il mercato dell'energia. Fra le priorità menzionate, le fonti rinnovabili e l'espansione dell'Area europea della ricerca.
 
José Manuel Barroso ha evidenziato che sull'energia, il punto di partenza dev'essere "l'attuazione degli accordi esistenti".  Il leader dell'esecutivo ha anche annunciato che la Commissione fisserà una scadenza al 2014 per il completamento del mercato interno dell'energia, e al 2011 per i progetti sull'auto elettrica.
Joseph Daul, a nome del PPE, ha avvertito che l'opinione pubblica non vuole vedere un altro "triste spettacolo di disaccordo" al summit di venerdì.
Per Martin Schultz il vertice di venerdì è un "summit di crisi": l'ultima chance per i leader europei di rispettare gli impegni contenuti nella strategia 20/20/20 (sui cambiamenti climatici), e per affrontare il nodo della "povertà energetica" nell'UE. "La gente si sta mettendo i maglioni invece che accendere il riscaldamento, perché è troppo caro".
"La risposta del Consiglio è deludente. Gli USA stanno investendo massicciamente sulle rinnovabili, il Presidente Obama ha annunciato incentivi di milioni di dollari", ha costatato la liberale svedese Lena Ek parlando a nome del gruppo ALDE. "Dov'è l'enfasi sulle nuove tecnologie, il 'momento Sputnik' di questa generazione?" ha chiesto parafrasando il presidente USA.
Rebecca Harms, capogruppo dei Verdi ha espresso contrarietà rispetto all'esigenza di "diversificare" le fonti energetiche a tutti i costi: "non possiamo approfondire le relazioni con regimi come la Bielorussia o l'Iraq, solo perché ci conviene dal punto di vista energetico".
"La sicurezza energetica dovrebbe essere un campo in cui l'UE è più coinvolta e più unita possibile", ha detto Jan Zahradil a nome dei Conservatori e Riformisti.
"Il settore dell'energia è cruciale per creare nuovi posti di lavoro, abbiamo bisogno di investimenti. Nei paesi dove la disoccupazione è alta, si offrono solo soluzioni vecchie. Serve una rivoluzione energetica", afferma Marisa Matias, per il gruppo della Sinistra Unitaria.
"C'è la possibilità di perdere Suez, e i prezzi del petrolio crescono. Quali risorse hanno a disposizione gli stati europei, quali giacimenti? E' ora di mettere lo sfruttamento e l'estrazione da nuove fonti sull'agenda UE", ha chiosato la greca Niki Tzavela, per il gruppo EFD.
 
 

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