Vertical farm zero emissioni in aree urbane

L’agricoltura urbana può migliorare la sostenibilità delle aree urbane e abbattere le emissioni

Matteo Benvenuti, giovane ingegnere progettista, da alcuni anni sta lavorando ad una ricerca sulle vertical farm e alla loro possibilità di applicazione su larga scala nelle città italiane. In particolare con il supporto dell’Università di Perugia e grazie ad una borsa di studio della Regione Umbria, è impegnato in una ricerca sull’agricoltura urbana, rivolta allo studio, alla progettazione e alla realizzazione di vertical farm, quale possibile soluzione per rendere le nostre città più resilienti e sostenibili in ambito alimentare ed energetico. Si tratta di edifici a sviluppo verticale che accolgono al loro interno l’intera filiera agro alimentare, riducendo al minimo il consumo di risorse e le emissioni in ambiente.

I risultati della ricerca hanno spinto l’Ing Benvenuti insieme ad alcuni colleghi a realizzare il progetto di un primo prototipo italiano di Vertical farm acquaponica. I lavori sono partiri lo scorso novembre e il 1 Maggio 2015 è partito l’impianto della prima vertical farm acquaponica a zero emissioni e energeticamente autosufficiente, tutta italiana.

Si tratta di una torre circolare (per la precisione un iperboloide) alta circa 5 m, che occupa una superficie di poco meno di 4 mq, sulla cui sommità si trova un generatore eolico ad asse verticale. Al suo interno è collocato l’impianto di produzione acquaponico (acquacultura unita all’idroponica) che consente di coltivare 400 piante e allevare 10 kg di pesce contemporaneamente. Una volta a regime si potranno coltivare fino a 4000 piante/anno (dipende dalla specie coltivata)  e dai 10 ai 20kg di pesce all’anno.
“Il progetto tende a fare di più con meno,  – sottolinea l’Ing Benvenuti – a ridurre l’impatto ambientale (il 90% dei materiali è riciclabile) e creare un sistema a ciclo chiuso che minimizzi la produzione di rifiuti e l’utilizzo di risorse. A tale scopo la farm è dotata di un impianto ibrido fotovoltaico-eolico ad accumulo che le consente di funzionare in quasi completa autonomia, mentre al suo interno è presente un sistema di monitoraggio e gestione, basato sulla tecnologia arduino, che permette di monitorare i valori dell’impianto e di controllarne le varie parti anche attraverso un ipad. Altre caratteristiche della struttura sono la scalabilità e la facilità (e rapidità) di montaggio, aspetti che la rendono facilmente adattabile alle diverse situazioni in cui può essere installata”.

Il prototipo è un “laboratorio in divenire” , imperfetto per definizione, ma che permetterà agli ideatori di raccogliere numerosi dati ed informazioni sulla costruzione, la gestione, la produttività e la sostenibilità ambientale, di una vertical farm “tanto da farci comprendere meglio – continua l’Ing. Benvenuti – i processi costruttivi e gestionali ed i vari scenari di sostenibilità economica che guideranno le prossime realizzazioni. Infatti, l’intenzione è quella di poter sviluppare altre strutture simili che consentano di ridurre le miglia alimentari e di creare una smart grid agroalimentare”.

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