L’Italia verso la meta della Grid Parity

La strada della competitività economica del fotovoltaico rispetto alle altre fonti energetiche è segnata: diminuzione dei costi della tecnologia e aumento della penetrazione nei mercati elettrici permetteranno all'energia fotovoltaica di raggiungere la grid parity nel giro di qualche anno, in Italia prima che altrove.
 
In Italia sarà conveniente produrre elettricità con il fotovoltaico anche senza incentivi rispetto ad acquistarla dalla rete già nel 2013 per impianti da 100 kWp, mentre per le taglie a dimensione familiare, 3 kWp, il sorpasso avverrà due anni dopo. È quanto è emerso dallo studio della European Photovoltaic Industry Association, illustrato dal presidente dell'EPIA (l'European Photovoltaic Industry Association) Ingmar Wilhelm. Al 2020 produrre un chilowattora con il solare costerà la metà rispetto ad adesso. A seconda della tipologia, taglia e localizzazione degli impianti, si passerà dal range attuale di 0,16-0,36 euro/kWh a 0,08-0,20 €/kWh nel 2020, passando per 0,10-0,24 nel 2015.
Anche per le utility il momento in cui il solare sarà più conveniente rispetto alla produzione da altre fonti è probabilmente vicino: nel 2014 per i parchi solari da più di 2 MW e nel 2015 per quelli sopra i 500 KW, secondo lo studio.
 
Sarà sufficiente la grid parity per far continuare lo sviluppo del fotovoltaico? "Occorrerà del tempo affinché il sistema bancario ci si abitui, ma il tempo ci sarà, perché la parità non verrà raggiunta dall'oggi al domani", spiega Giuseppe Sofia a.d. di Conergy. "L'esempio del solare termico in Grecia, che ha continuato la sua crescita anche dopo la fine degli incentivi, fa ben sperare, ma si potrebbe pensare ad altre forme di sostegno come gli sgravi fiscali", aggiunge illustrando lo studio commissionato dall'azienda all'Università di Padova, secondo il quale la grid parity nel nostro paese (calcolata sulla sola componente energia della bolletta) dovrebbe essere raggiunta per i piccoli impianti (3 kW) nel 2014 al sud ed entro il 2017 in tutto il paese.
Già ora intanto, ha detto Francesco Meneguzzo, ricercatore CNR-IBIMET, il fotovoltaico sta facendo sentire il suo peso nella competizione tra le fonti, che si concretizza in un calo del prezzo dell'energia durante i picchi di domanda. Il suo studio sul peak-shaving mostra come la produzione del fotovoltaico nelle ore di picco stia contribuendo ad abbassare i prezzi dell'energia all'ingrosso.
 
I relatori presenti all'Italian PV Summit hanno prospettato scenari energetici in cui il contributo del fotovoltaico nel mix elettrico sarà sempre più rilevante. Per l'EPIA sarà almeno il 4% a livello europeo nello scenario più conservativo per arrivare al 12% nello scenario più avanzato. Anche in Italia, ha spiegato Winfried Hoffman, vicepresidente dell'associazione europea, l'obiettivo del Piano di Azione Nazionale, 8 GW al 2020, verrà polverizzato in breve tempo: "il tetto di cui si parla per il quarto conto energia è di 23 GW al 2016, con ogni probabilità al 2020 si supereranno i 30 GW, in gradi di produrre 38-39 miliardi di chilowattora all'anno".
 
Altro tema caldo per gli operatori è la questione della connessione alla rete. Ci saranno difficoltà a inserire una quota di elettricità solare di questa portata nel sistema elettrico italiano? Secondo EPIA l'attuale rete elettrica italiana potrebbe accogliere realisticamente e senza problemi almeno 37 GW di energia elettrica solare. "Ma il conflitto tra le fonti per l'allacciamento esiste già adesso", fanno notare, "servirebbe una cornice normativa che garantisca un reale unbundling delle reti". Nuove prospettive si apriranno con il miglioramento dei sistemi di accumulo dell'energia, che renderanno ancora più conveniente il fotovoltaico, magari con l'introduzione dei veicoli elettrici, come pure con la diminuzione degli import da paesi esteri.

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