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Il WWF Italia ha presentato al Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, il rapporto "Obiettivo 2050 – per una roadmap energetica al 2050" – realizzato da Ref-e (Economics engineering energy environment), che traccia il percorso ‘taglia-emissioni' che l'Italia dovrà seguire per i prossimi 40 anni, fino al 2050, formulato su misura per il nostro paese, come unica opportunità di crescita in chiave sostenibile. Nei prossimi giorni il WWF consegnerà il dossier al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e al Sottosegretario con delega all'Energia Claudio De Vincenti, per offrire al Governo, anche in occasione della nuova Strategia Energetica Nazionale, una soluzione concreta e una visione di lungo termine che permetta all'Italia di salvaguardare allo stesso tempo le prerogative delle politiche sui cambiamenti climatici e quelle legate al mondo del lavoro, restando coerente con gli obiettivi europei ‘20-20-20' del pacchetto clima ed energia, che stabiliscono per gli Stati dell'Eurozona il raggiungimento entro il 2020 del 20% di riduzione dei gas serra, risparmio energetico e rinnovabili. Il lavoro presentato da REF-E illustra come il settore elettrico possa da solo annullare al 2050 le proprie emissioni climalteranti pur fornendo quasi la metà del fabbisogno energetico del nostro Paese. Questo grazie a tre pilastri: 1) l'efficienza energetica negli usi finali; 2) il trasferimento di parte della domanda energetica sui consumi elettrici; 3) il pieno soddisfacimento della domanda elettrica attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili.Lo studio sottolinea come non sia la variabile tecnologica né quella economica a rappresentare la maggiore difficoltà, bensì quella relativa alle politiche su energia e cambiamenti climatici che sono state assolutamente discontinue e piene di contraddizioni. Il piano proposto dal WWF individua tre capisaldi del percorso ‘salva-clima' che l'Italia dovrà intraprendere – seguendo l'esempio di Germania e Regno Unito – per attenersi alla tabella di marcia con cui l'Unione Europea mira a ridurre le proprie emissioni di gas serra dell'80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Puntare sull'efficienza energetica diminuendo i consumi del 40% al 2050 rispetto al 2010, introducendo un obiettivo vincolante di riduzione in termini assoluti (e non in termini relativi o indicativi come fino ad oggi previsto); dirottare la domanda di energia, soprattutto del comparto industria e trasporti, dalle fonti primarie non rinnovabili (combustibili fossili, nucleare ecc.) sul settore elettrico, incrementando il contributo di quest'ultimo dall'attuale 20% al 43% nel 2050 (il 30% in più rispetto al 2010); raggiungere il 100% di rinnovabili nel settore elettrico che, con una ‘iniezione' di energia pulita di 8TWh in più ogni anno, ridurrà del 97% le proprie emissioni di CO2 rispetto al 1990. Tra gli strumenti proposti dal WWF, una ‘fiscalità taglia-emissioni' che regoli, per esempio, l'IMU sulla base della classe energetica della casa, il bollo dell'auto sulle emissioni inquinanti anzichè sui kW del veicolo e che sostituisca l'IVA sui prodotti con l'Imposta di Carbonio Emesso (ICE), ovvero la tassa sul loro contenuto di CO2 nelle varie fasi di processo. "La Roadmap 2050 nasce dalla consapevolezza che la crisi climatica rischia di travolgere il Pianeta come lo conosciamo – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – I rimandi alle responsabilità altrui non funzionano più, ognuno deve fare la propria parte. Siamo anche coscienti dei forti problemi di sicurezza energetica per l'Europa e per l'Italia in particolare"."La Roadmap 2050 è anche una risposta all'uscita dalla crisi: ‘stranamente' nel dibattito in Italia non si dice mai che il solo settore fotovoltaico nel 2011 ha creato oltre 60mila posti di lavoro – ha aggiunto Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -. Partendo dagli obblighi dell'Unione Europea, con lo scenario 2050, abbiamo proposto per l'Italia alcuni passi aggiuntivi, come ad esempio la necessità di darsi anche propri obiettivi vincolanti, come i target per arrivare alla diminuzione di almeno il 40% dei consumi finali entro il 2050. Le bozze della nuova Strategia Energetica Nazionale in circolazione guardano al 2020, praticamente domani, e non operano scelte nette, avviando addirittura ‘trivellazioni selvagge'. Tra le scelte da fare oggi, quella di bandire le centrali più inquinanti, a cominciare da quelle a carbone; e un dibattito serio sulla riforma del mercato dell'energia che sospenda i sussidi alle centrali che bruciano combustibili fossili (il Capacity Payment introdotto nella Legge Sviluppo approvata ad Agosto), almeno fino a quando non si definisce il sistema di remunerazione nel suo complesso, adattandolo alle rinnovabili, in collegamento con la discussione a livello europeo, nonché tempi certi per i sistemi di accumulo". Lo scenario energetico indicato dal WWF Italia fino al 2050, individua nel 2030 una tappa fondamentale, con target specifici, in grado di creare i presupposti per realizzare i risultati del 2050:1. Efficienza energetica: entro il 2050 è prevista la riduzione dei consumi energetici del 40% rispetto a quelli del 2010 con due tappe intermedie: – 5% al 2020 e -16% al 2030, con una diminuzione dello 0,5% l'anno fino al 2020 e dell'1,2% nel periodo 2020 – 2030. 2. Incremento della quota elettrica nella domanda di energia. E' necessario un aumento della quota elettrica del bilancio energetico partendo dall'attuale 20% per arrivare, con un incremento annuo dello 0,7% , al 28% nel 2030 e al 43% nel 2050, il 30% in più rispetto al 2010. Trasporti, industria e abitazioni sono settori strategici d'intervento per l'aumento della quota di elettricità. Il WWF Italia prevede l'incremento di auto elettriche, per i privati, e della trazione elettrica nel settore merci, il ricorso ai biocombustibili, il decentramento dei servizi, una pianificazione urbanistica più efficiente. Per l'industria e le abitazioni invece la strategia ‘taglia-emissioni' del WWF indica nel 2050 l'aumento della quota di elettrico della domanda di calore al 35%, per i consumi domestici, e al 50% per quelli industriali. 3. 100% rinnovabili al 2050 nel settore elettrico. Partendo da una quota del 25% del 2010, pari a circa 77 TWh, si arriva a raggiungere, con un incremento medio di 8 TWh l'anno dal 2020, il 60% nel 2030 (pari a 219 TWh) fino al traguardo nel 2050 del 100%, per un totale di 400 TWh. Un'operazione che comporterebbe investimenti che vanno dai 7 ai 9 miliardi di euro l'anno nel periodo 2020-2050, corrispondenti allo 0,5% del PIL. Le emissioni di CO2 del settore termoelettrico italiano diminuirebbero così nel 2030 del 50% rispetto a quelle attuali (- 60% rispetto al 1990) per un totale di 55 Mega tonnellate (Mt) e, nel 2050, del 97% rispetto ai livelli del 1990, ridotte cioè a circa 5 Mt legate agli interventi di riserva di centrali a gas. Un toccasana per il clima che potrebbe alimentare la‘rivoluzione green' da parte di cittadini e imprese: l'autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che con questi interventi raggiungerebbe i 68 TWh nel 2030, raddoppiando nel 2050 con 134TWh. Scarica il Dossier Obiettivo 2050 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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