California Academy of Sciences



La nuova sede della California Academy of Sciences, a San Francisco, che sorge nei pressi del Golden Gate Bridge, originalissima opera di Renzo Piano ha come particolarità il doppio tetto 'verde', con prato e piante che ricorda un paesaggio di colline.
Il New York Times ha dedicato un lungo articolo alla nuova opera di Piano, molto attivo negli Usa.
La California Academy of Sciences (Accademia delle Scienze della California) è un istituto di ricerca ed uno fra i dieci maggiori musei di storia naturale del mondo ed uno dei più antichi degli Stati Uniti d'America.
È arrivato a contare fino a undici edifici interni.
Fondata a San Francisco, in California, a bordo di un veliero, nel 1853 ed è stata riaperta al pubblico dopo un periodo di chiusura per restauri il 27 settembre 2008.
L'Accademia – che comprende un acquario Steinhard e un planetario Morrison – fu costituita come società culturale con lo scopo di sostenere programmi di ricerca scientifica e organizzare esposizioni pubbliche nonché attività pedagogiche.
Visitata annualmente da circa cinquecentomila persone, la struttura presenta esposizioni essenzialmente sulla storia naturale: vi sono rappresentate le le più svariate specie presenti al mondo. Una specifica galleria intitolata Life through Time (Viaggio attraverso il tempo) è dedicata all'evoluzione della paleontologia.
La biologia marina è particolarmente rappresentata con uno storico acquario che contiene pesci di ogni parte del mondo.
L'astronomia può godere dell'utilizzo di un planetario mentre la geologia conta sulla presenza di gemme e minerali provenienti da ogni dove.
Una specifica sezione è dedicata ai fenomeni sismici (tema che riguarda da vicino la California, vittima più volte di terremoti, e sia San Francisco in generale che le strutture dell'Accademia in particolare sono rimaste danneggiate da scosse telluriche, ultima delle quali quella del 1989.  

Il progetto
"L'idea di un tetto vivo, animato, che respira e dialoga con la natura circostante, su cui sono piantate 1,7 milioni di pianticelle autoctone della California, scelte tra le più resistenti alla siccità, l'ho ripresa da consuetudini antiche delle nostre campagne, delle nostre montagne.
La massa di terra e lo strato di vegetazione sopra i tetti di notte accumula umidità, e diventa un isolante termico quando arriva il sole e il calore del giorno" ha detto il progettista.
Il principio della flora e della fauna autoctone è quello che permette al tetto vivente di assolvere non solo alla funzione isolante e salvaenergia che un manto verde può assicurare, ma anche quella di risparmiare sulla manutenzione, non necessitando né di irrigazione né di fertilizzazione, e di supporto al ripristino dell'habitat locale.
Non solo tutela delle specie viventi, ma anche riciclo dei materiali e della storia: "nella costruzione dell'edificio è stato riutilizzato il materiale proveniente dalla distruzione del precedente Museo, ricavando 9 mila tonnellate di calcestruzzo e 12 mila di acciaio, che invece di finire in discarica sono stati selezionati e accatastati in 25 mucchi riutilizzati tutti.
Per esempio le strutture in acciaio usano metallo riciclato al 90%, l'isolamento termico e costruito con i cascami di jeans, come omaggio alla storia di San Francisco, patria della Levi's, ma anche a Genova, da dove i jeans si diffusero nel mondo".
Il complesso utilizza anche 18 mila metri quadrati di microcristalli sensori che captano l'energia solare, si tratta di 55 mila celle fotovoltaiche Microcrystal di nuova generazione che forniscono il 15% dell'energia necessaria al Museo.
Insomma il pacchetto delle energie rinnovabili è stato utilizzato quasi completamente.
L'acqua arriva direttamente dall'oceano, l'aria condizionata è sostituita da un sistema di condizionamento naturale che entra dalle finestre sfruttando i capricci del clima di San Francisco.
Anche la ventilazione delle serre è naturale, grazie alla forma inclinata che consente di far defluire l'aria calda d'estate in alto per poi evacuarla.
Alcune lamelle di legno, sulla copertura, creano uno strato d'aria in movimento, cosa che d'inverno consente di sfruttare al massimo l'irraggiamento solare diretto.



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