Migliorare la qualità dell’aria indoor: cosa è bene sapere e fare

Scopriamo insieme quali sono i criteri e le misure fondamentali che vanno considerate per una qualità dell’aria indoor di livello adeguato.

Cosa fare per migliorare la qualità dell’aria indoor

Indice degli argomenti:

La qualità dell’aria, indoor e outdoor, è un parametro fondamentale per la qualità della nostra vita. L’Istituto Superiore di Sanità spiega che l’inquinamento dell’aria all’interno degli edifici e all’esterno “è il fattore di rischio ambientale più rilevante per la salute pubblica”.

In particolare, è bene valutare quella che respiriamo in casa e negli altri spazi confinati come i luoghi di lavoro, pubblici e ricreativi.

Qualità dell’aria indoor: i rimedi essenziali

La qualità dell’aria e in particolare quella all’interno degli edifici ha assunto un’importanza ancora più rilevante, specie dopo la fase di quarantena imposta per contenere la pandemia da Covid-19.

I principali problemi legati alla qualità dell’aria indoor sono strettamente correlati alla concentrazione e definizione dei principali composti inquinanti presenti negli ambienti confinati.

Gli inquinanti indoor, che possono agire singolarmente o combinati con altri fattori, determinano una diminuzione del comfort ambientale e un rischio per la salute.

Considerato che gran parte della popolazione trascorre il proprio tempo in ambienti confinati e chiusi, l’esposizione all’inquinamento indoor è dominante rispetto a quello outdoor.

Marco De Pieri, assistenza tecnica Fassa BortoloCosa fare allora per ottenere un’ottimale qualità dell’aria interna? «È necessario sicuramente ventilare adeguatamente l’ambiente oltre che prestare attenzione alla tipologia di impianti e alla scelta di materiali da costruzione e arredo che necessariamente dovranno essere certificati e testati», risponde Marco De Pieri, dell’assistenza tecnica Fassa Bortolo.

Vittorio Angrisani, Sales Area Manager SabianaIn Europa, e di conseguenza anche in Italia, ci sono già direttive comunitarie trasformate in normative e leggi nazionali che indicano quali sono i valori dei principali contaminanti dispersi nell’aria che possono essere tollerati: «per esempio se analizziamo il famoso particolato solido e liquido Pm10, il limite fissato dalla legge italiana (Dlgs 155/2010) è di 50 µg/m3, così come per il Pm2,5 è fissato a 25 µg/m3 – sottolinea Vittorio Angrisani, Sales Area Manager Sabiana – Esistono limiti anche per tutte le altre sostanze inquinanti e cancerogene gassose e VOC, i composti organici volatili. Partendo dalla riduzione al minimo delle polveri sottili in ambiente, che sono il principale vettore che porta tutte le sostanze patogene per l’uomo nei nostri polmoni, con impianti di ventilazione, ma soprattutto di filtrazione efficaci e certificati secondo le norme, possiamo migliorare notevolmente la qualità dell’aria indoor. Ovviamente va posta anche particolare attenzione alla scelta dei materiali da costruzione e degli arredi, che devono emettere basse o nulle quantità di inquinanti».

Antonella Santoro, Ceo di NuvapSu quest’aspetto concorda Antonella Santoro, Ceo di Nuvap, ricordando che l’inquinamento indoor «non entra dalla finestra, ma è causato dall’edificio e dalle attività che in esso si svolgono. La regola aurea dovrebbe essere individuare le fonti di inquinamento e rimuoverle, ove possibile. Quando non si possono rimuovere, occorre mitigare gli effetti inquinanti. La prima soluzione, per la maggior parte degli inquinanti, è una adeguata ventilazione».

Aldo Fumi, Marketing Director VorticeIl ricambio di aria negli ambienti confinati è essenziale, per la salvaguardia delle sue finiture come pure per la salute di chi la abita, concorda Aldo Fumi, Marketing Director Vortice. «In Italia la normativa vigente (UNI 10339) lega il ricambio dell’aria alla funzione cui la stanza è adibita e al numero di persone che la occupano distinguendo, per esempio, tra un’aula scolastica, un ufficio, un teatro ecc. Più in generale, gli studi e le ricerche condotte a riguardo suggeriscono di cambiare tutta l’aria della stanza ogni due ore».

La questione acquista un’ancor maggiore importanza in presenza di edifici, nuovi o ristrutturati, di elevata (A o superiore) classe energetica. «Se infatti gli spifferi permessi dagli infissi di vecchia generazione sono ormai solo un ricordo, è anche vero che il costante ricircolo d’aria che essi garantivano dipende oggi spesso solo dalle corrette abitudini di chi abita la casa. Comportamenti errati si possono facilmente tradurre in quella che va sotto il nome di Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Building Syndrome)».

Matteo Saccardi, responsabile marketing tecnico e comunicazione FerrimixPer evitarne la comparsa è fondamentale ricambiare costantemente l’aria, così da diluire la concentrazione di inquinanti, garantire livelli di ossigeno adeguati al metabolismo umano, evitare i fastidi (in primis perdita di concentrazione, sonnolenza e mal di testa) indotti da elevati tassi di anidride carbonica, e abbassare l’umidità relativa per prevenire la formazione di muffe.

A proposito della necessità di evitare la formazione di muffe e patogeni in prossimità delle mura domestiche, Matteo Saccardi, responsabile marketing tecnico e comunicazione Ferri segnala che «è importante intervenire in fase progettuale e di capitolato per gli edifici ex novo nelle ristrutturazioni invece è opportuno analizzare le cause di degrado meccanico e fisico delle strutture per poi procedere con il risanamento utilizzando prodotti idonei e naturali».

Qualità dell’aria ed efficienza energetica: quali strategie adottare indoor

Posto che la qualità dell’aria interna, nelle abitazioni come negli altri spazi confinati, è essenziale, altrettanto lo è contare su edifici in grado di garantire adeguate prestazioni energetiche.

Quali strategie servirebbero per coniugare l’attenzione ad ambienti domestici più salubri all’efficienza energetica, specie negli interventi di ristrutturazione?
«Bisogna avere sempre in mente che lo scopo degli interventi di efficientamento energetico deve essere un maggiore benessere, personale e globale – rileva Antonella Santoro – A volte si perde di vista questo obiettivo e il risparmio apparente si trasforma nella causa di disturbi e malattie, per la cui cura si sostengono costi elevati, diretti e indiretti. Fra tutti gli ambienti chiusi, l’abitazione è potenzialmente molto inquinata».

Da qui occorrerebbe pensare che «ogni intervento di efficientemento andrebbe affrontato con un approccio olistico, affinché il risultato dell’intervento non comprometta la salubrità ambientale. Pertanto, se si fa un intervento di coibentazione termica dell’edificio e magari si cambiano in concomitanza gli infissi, andrebbe verificato che si possano sempre rimuovere o diluire gli inquinanti che si accumulano in ogni ambiente confinato. Le soluzioni Nuvap consentono di gestire con ponderatezza questi aspetti e prendere le decisioni migliori, basandole su dati concreti».

Un esempio è offerto dalla soluzione ProSystem, che abilita il monitoraggio, la valutazione e la comunicazione della qualità ambientale indoor, considerando fino a 26 paramentri ambientali, compresi molti inquinanti chimici e fisici.

Su qualsiasi tipo di intervento edilizio «sarebbe bene sensibilizzare il consumatore alla problematica e intervenire su due fronti: il primo se possibile nell’ambito della progettazione (sensibilizzando ovviamente anche il progettista) permettendo già a monte di valutare cause e benefici per intervenire puntualmente; nel secondo, una volta identificata l’entità e il tipo di intervento, affidarsi ad aziende competenti, non a quelle che promettono prodotti o sistemi miracolosi, che sappiano intervenire con prodotti e cicli applicativi certificati e di qualità», afferma Marco De Pieri. A proposito, segnala alcune soluzioni specifiche di Fassa Bortolo realizzate dall’azienda pensate proprio per risolvere in parte il problema dell’inquinamento indoor: si tratta di «una serie di prodotti in grado di eliminare la formaldeide presente nell’ambiente, considerata cancerogena. Nel suo centro ricerca Fassa I-lab, ha studiato e formulato dei prodotti specifici (una lastra in cartongesso Gypsotech® GypsoArya HD, una pittura per interni Pothos 003 ed uno stucco AryaJoint) che permettono alle molecole della formaldeide presente nei locali di legarsi a quelle di un enzima presente nei prodotti citati, rendendole stabili ed innocue per la salute umana. Ovviamente il tutto testato e certificato da laboratori autorizzati in ambito europeo».

Secondo Matteo Saccardi, è fondamentale scegliere soluzioni idonee al problema «e affidarsi a persone competenti in grado di analizzare le cause e verificare le compatibilità dei prodotti con le strutture esistenti. Come Ferrimix, con la gamma Ferribio Biocalce siamo in grado di fornire al committente finale al progettista e all’impresa esecutrice dei lavori, soluzioni tecniche efficaci e garantite. Questi prodotti rispettano le vigenti norme imposte dalla Bioarchitettura riducendo notevolmente l’inquinamento indoor degli edifici».

Qualità dell’aria ed efficienza energetica: l’importanza dei sistemi VMC

Per quanto riguarda la necessità di coniugare qualità dell’aria e comfort interno alla necessità di fare efficienza, la parte impiantistica è cruciale.

Proprio sugli impianti, «negli interventi di ristrutturazione sarebbe opportuno intervenire con due strategie: la prima è abbinare alle pompe di calore i ventilconvettori per il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti che, se dotati di filtri elettronici ad alta efficienza, contribuiscono in modo drastico alla riduzione delle polveri sottili in ambiente migliorando in modo decisivo la qualità dell’aria che respiriamo in casa – spiega Vittorio Angrisani».

La seconda strategia è implementare impianti di Ventilazione Meccanica Controllata per il rinnovo dell’aria e il recupero efficace dell’energia, purchè dotati di filtri ad alta efficienza per ridurre la concentrazione di inquinanti che porto dall’esterno all’interno degli ambienti». Sabiana, con i sui filtri Elettronici Crystall, «permette di efficientare, sia su impianti nuovi che esistenti, il sistema di filtrazione aumentandone notevolmente la capacità di purificare l’aria con minori consumi energetici e minori costi di manutenzione, eliminando anche la necessità di smaltire i filtri tradizionali che vengono considerati dei rifiuti speciali».

Anche Aldo Fumi è del parere che la soluzione più efficiente oggi disponibile per la ventilazione delle abitazioni e, più in generale, degli spazi confinati è rappresentata dai sistemi VMC, chiamati anche recuperatori di calore o VMC a Doppio Flusso. «L’elemento caratterizzante di un recuperatore di calore è la presenza di due flussi, contemporanei o alternati, che rispettivamente estraggono l’aria di casa, umida e viziata, sostituendola con un uguale quantitativo d’aria esterna, ricca di ossigeno ed adeguatamente filtrata, preventivamente riscaldata». I recuperatori di calore di più agevole adozione sono senz’altro quelli a flusso alternato, solitamente concepiti per la ventilazione di singoli locali.

«Facili e rapidi da installare, questi apparecchi hanno ridotti costi di acquisto, sono poco ingombranti e facili da manutenere. Per contro risultano inadatti all’impiego in aree caratterizzate da climi invernali particolarmente rigidi. La soluzione ideale per ovviare a tale limite è rappresentata dai recuperatori di calore a doppio flusso simultaneo, «in grado di assicurare il corretto ricambio d’aria dell’intera abitazione anche in presenza di temperature esterne ampiamente inferiori a 0 °C. L’elevata efficienza di scambio termico assicurata da questi dispositivi, solitamente nell’ordine dello 85% alle condizioni fissate dagli standard normativi, rende tali apparecchi ideali per l’impiego anche a temperature esterne particolarmente basse: nell’ipotesi di temperature ambiente ed esterna rispettivamente pari a +20 °C ed a -10 °C, uno scambiatore di calore di efficienza pari allo 85% in quelle condizioni garantisce l’ingresso in casa di aria esterna alla temperatura di 15,5 °C, minimizzando così gli sprechi di energia spesa in riscaldamento».

L’impianto di un recuperatore di calore a doppio flusso simultaneo «si completa con una presa d’aria esterna, uno scarico dell’aria viziata, una serie di bocchette di mandata, – attraverso le quali l’aria di rinnovo si diffonde nei locali abitativi, caratterizzate da bassa produzione di inquinanti, e di ripresa, che estraggono l’aria viziata dai locali di servizio – dove invece muffe e inquinanti vengono prodotti in misura maggiore, e un sistema di tubazioni che collega tutti i componenti del sistema».

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Tema Tecnico

Coibentazione termica, Efficienza energetica, Impianti termici

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