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“L’emergenza climatica è un pericolo per la pace“. Lo ha detto Miroslav Jenča, Segretario Generale aggiunto dell’ONU per l’Europa, l’Asia centrale e le Americhe, che ha invitato tutti gli attori coinvolti nei processi di pace e della sicurezza ad accelerare l’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Il cambiamento climatico ha un impatto su tutti noi: temperature record, livelli del mare senza precedenti e frequenti eventi meteorologici estremi annunciano un futuro pericoloso per il pianeta e per l’umanità. Mentre le vite e i mezzi di sussistenza sono minacciati, la competizione per le risorse aumenta e le comunità sono spesso costrette ad abbandonare le proprie terre. Non c’è un collegamento automatico tra il cambiamento climatico e i conflitti – ha spiegato Miroslav Jenča – ma il cambiamento climatico aggrava i rischi esistenti e ne crea di nuovi. Se non si valuteranno correttamente i crescenti impatti del cambiamento climatico, non saranno sufficienti gli attuali sforzi per la prevenzione dei conflitti, la costruzione e il mantenimento della pace, e aumenterà il rischio per i paesi vulnerabili di entrare in un circolo vizioso di disastri climatici e conflitti, ha sottolineato Miroslav Jenča. Non è un caso – ha continuato – che sette dei dieci Paesi più vulnerabili e meno preparati ad affrontare il cambiamento climatico, ospitino un’operazione di mantenimento della pace o una missione speciale. Esistono inoltre differenze tra le regioni, all’interno delle stesse e all’interno delle comunità, con rischi per la sicurezza legati al clima che hanno un impatto diverso su donne, uomini, ragazze e ragazzi. Per esempio nel Pacifico, l’innalzamento del livello del mare e gli eventi meteorologici estremi rappresentano un rischio per la coesione sociale. In Asia centrale, lo stress idrico e il ridotto accesso alle risorse naturali possono contribuire alle tensioni regionali. Nell’Africa subsahariana, nell’Asia meridionale e in America Latina, si prevede che entro il 2050 il cambiamento climatico provocherà lo spostamento di oltre 140 milioni di persone entro i confini nazionali, con conseguenze potenzialmente disastrose per la stabilità regionale. Nel Corno d’Africa e nel Medio Oriente, gli effetti del cambiamento climatico stanno già aggravando il rischio di conflitti – dando più forza ai gruppi estremisti. Immaginando alcune azioni che gli Stati membri possono intraprendere insieme, Miroslav Jenča, ha sottolineato che le nuove tecnologie devono essere sfruttate per rafforzare la capacità di trasformare le previsioni a lungo termine sul clima in analisi attuabili a breve termine. Inoltre è necessario mettere al centro le persone e imparare da coloro che vivono quotidianamente le conseguenze del cambiamento climatico sulla propria sicurezza. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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