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Il sostegno del DL Semplificazioni – misura prevista dal Governo per limitare la grave crisi economica legata al coronavirus e rilanciare l’economia (il Centro Studi di Confindustria parla di un crollo del PIL a -9,6%) – alla crescita delle rinnovabili, soprattutto parlando di impianti utility, non è sufficiente a garantire la transizione energetica del nostro paese e il rispetto degli obiettivi fissati dal PNIEC. Questa in due parole la critica mossa al decreto da Anie Rinnovabili, che spiega che ci sarebbe dovuta essere una revisione delle “linee guida di inserimento degli impianti a fonte rinnovabile di grande taglia nel rispetto della tutela paesaggio”, per permettere la realizzazione di una quota degli impianti, compresi quelli a terra. Secondo il PNIEC infatti entro il 2030 il 30% del nostro fabbisogno energetico dovrà essere soddisfatto da fonte rinnovabile, con un grosso contributo di ulteriore nuova potenza nei prossimi 10 anni da parte di fotovoltaico, con 30 GW, ed eolico con 10 GW. Se si guardano i dati di crescita delle rinnovabili elettriche negli ultimi anni, è evidente che sia necessario un cambio di passo: il fotovoltaico dovrà passare nel prossimo decennio da 0,5 GW/anno (media del quadriennio 2016-2019, provenienti soprattutto da impianti di piccola/media taglia) a 3 GW/anno di nuovi impianti e l’eolico da 0,4 GW/anno (media del quadriennio 2016-2019) a 1 GW/anno. Se si aggiungono inoltre gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione recentemente fissati dalla Commissione Europea per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, e aumentare il target delle fonti rinnovabili dall’attuale 32% ad un valore compreso tra il 38 e il 40%, secondo ANIE Rinnovabili, le semplificazioni adottate non saranno in grado di sostenere questa crescita. Tra le misure a costo nullo per lo Stato ci si aspettava che il Decreto Semplificazioni introducesse la semplificazione degli iter autorizzativi per la realizzazione degli impianti utility scale che, sia per il fotovoltaico che per l’eolico, possono ormai essere sviluppati in market parity, senza alcun incentivo o contributo, stimolando crescita economica e professionale (sia in lavoro diretto che nell’indotto) e prevedendo l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative in grado di modernizzare il parco di generazione elettrica. Se venissero semplificati i provvedimenti autorizzativi si stima che entro il 2030 potrebbero essere realizzati in Italia grandi impianti, tra i 15 ed i 20 GW fotovoltaici e tra i 7 ed 9 GW eolici. Anie Rinnovabili sottolinea che qualche passo verso la semplificazione è stato fatto “ad esempio, sulle semplificazioni autorizzative per gli interventi non sostanziali e sul fronte storage con gli indirizzi dell’iter autorizzativo per installare sistemi di accumulo, sia stand alone che combinato con impianti di produzione da fonte rinnovabile”, ma per garantire un vero Green Recovery, è necessario prevedere interventi più incisivi, agevolando e semplificando gli iter autorizzativi per la realizzazione di nuovi impianti utility scale e intervenendo sulla complessità e disomogeneità delle norme autorizzative. L’Associazione chiede al governo di definire velocemente “le policy di sviluppo delle fonti rinnovabili e di dare stabilità normativa mediante una programmazione pluriennale e auspica un dialogo sempre più diretto in previsione dei prossimi appuntamenti legislativi con il Governo ed i Ministeri di riferimento per introdurre in maniera tempestiva e condivisa le misure che tutto il settore aspetta da anni”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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