Cambiamento climatico ‘implacabile’, insieme al Covid un ‘doppio colpo’ per il Pianeta

Il nuovo rapporto delle Nazioni Unite messo a punto dall’Organizzazione mondiale della meteorologia e lanciato in occasione del summit Usa. Gli impatti del clima sono peggiorati nel 2020; una tenedenza che proseguirà anche per i prossimi decenni. Il 2020 è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati, nonostante il raffreddamento della Niña. La temperatura media globale è stata di 1,2 gradi centigradi più alta alla temperatura media globale dell’età preindustriale. Record anche per la decade compresa tra il 2011 e il 2020, che è stata la più calda mai registrata. La raccomandazione è di investire da subito nell’adattamento. Il segretario dell’Onu Guterres: “Siamo sull’orlo dell’abisso. Non c’è tempo da perdere”

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Cambiamento climatico 'implacabile', insieme al Covid un 'doppio colpo' per il Pianeta

Il cambiamento climatico continuano in modo “implacabile” e i suoi impatti sono peggiorati nel 2020, cosa che avverrà anche per i prossimi decenni. E’ questo quello che emerge nel nuovo rapporto Onu sullo stato globale del clima messo a punto dall’Organizzazione mondiale della meteorologia, e lanciato in occasione del summit Usa del 22 (che è anche la Giornata mondiale della Terra) e 23 aprile.

Il rapporto spiega che gli impatti continueranno nei prossimi decenni; e mette in evidenza come condizioni meteo estreme (con un aumento di perdite e danni per economia e società) e Covid-19 si siano combinati in quello che viene definito un ‘doppio colpo‘. Dall’analisi, la raccomandazione che emerge è quella di investire da subito nell’adattamento.

Il 2020 – si osserva nel rapporto – è stato uno dei tre anni più caldi mai registrati; questo, nonostante il raffreddamento della Niña. Inoltre, la temperatura media globale è stata di 1,2 gradi centigradi più alta alla temperatura media globale dell’età preindustriale; e i sei anni che vanno dal 2015 in poi sono stati i più caldi mai registrati. Record anche per la decade compresa tra il 2011 e il 2020, che è stata la più calda di sempre.

“Tutti i principali indicatori climatici e le informazioni legate all’impatto – spiega il segretario generale dell’Organizzazione mondiale della meteorologia Petteri Taalas – forniscono evidenze” di come i “cambiamenti climatici” siano “implacabili e continui. È quindi importante investire nell’adattamento”; come per esempio puntare su investimenti “in servizi di allerta precoce”.

Il rapporto offre indicazioni sullo stato del clima, i gas serra, l’aumento della temperatura sia terrestre che marina, l’innalzamento del livello del mari, lo scioglimento dei ghiacci e sulle condizioni meteorologiche estreme. Tiene in considerazione anche gli impatti su sviluppo socioeconomico, migrazioni, sicurezza alimentare.

“Non c’è tempo da perdere – osserva il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres – gli impatti del clima sono già troppo costosi per le persone e per il Pianeta. Questo è l’anno dell’azione. I Paesi devono impegnarsi a ridurre le emissioni nette entro il 2050. Devono presentare, prima della Cop26 a Glasgow, ambiziosi piani nazionali sul clima”.

Secondo il rapporto le concentrazioni di CO2 sono salite a a 410,5 parti per milione; “un aumento del 148% rispetto ai livelli preindustriali – rileva Guterres – nel 2020 il numero di cicloni tropicali a livello globale è stato superiore alla media” (con 98 tempeste tropicali). Non soltanto questo. La calotta glaciale della Groenlandia ha perso circa 152 miliardi di tonnellate di ghiaccio da settembre 2019 ad agosto 2020. Anche la perdita di ghiaccio dell’Antartide è aumentata. E come conseguenza, il tasso di innalzamento del livello del mare sta accelerando.

E’ per questi motivi che Guterres lancia un grido d’allarme: “Siamo sull’orlo dell’abisso. Tutti i leader mondiali e responsabili dei governi devono prenderne coscienza”.

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