Nessuno è al sicuro dalla crisi climatica, gli effetti dell’alluvione in Germania

L’analisi del Wwf Italia “conferma ancora una volta che agire per azzerare le emissioni e per l’adattamento è la priorità globale”. E’ per questo, e per affrontare la velocità della transizione ecologica, che le associazioni ambientaliste Wwf Italia, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport and environment chiedono al governo e al Parlamento una legge quadro sul clima. Tra le proposte, la definizione di un budget di CO2, l’istituzione di un Organismo consultivo indipendente, il taglio delle emissioni del 65% entro il 2030

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“Nessuno è al sicuro dalla crisi climatica”. In questa sintesi, di poche parole, l’analisi del Wwf Italia sugli effetti dell’alluvione in Germania che è stata “disastrosa” e “conferma ancora una volta che agire per azzerare le emissioni e per l’adattamento è la priorità globale”. Ed è per questo, e per affrontare la velocità della transizione ecologica, che le associazioni ambientaliste Wwf Italia, Legambiente, Greenpeace, Kyoto Club e Transport and environment chiedono una legge quadro sul clima.

L’alluvione in Germania e in Belgio – spiega il Wwf – è “un vero disastro climatico, dove in pochi giorni è caduta la pioggia che un tempo scendeva in due mesi. Nemmeno la Germania, che da anni ha avviato politiche per ridare spazio ai fiumi, è al sicuro dalle conseguenze peggiori del cambiamento climatico.

Una pioggia così violenta che arriva perché carica di energia per via del troppo caldo. Nubifragi che sono sempre più frequenti negli ultimi anni che sono da correlare con i cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura media globale che si registra negli ultimi cinquanta-sessanta anni.

Necessario e urgente un Piano di adattamento…

“Non c’è più tempo e l’azione climatica va accelerata a ritmi esponenziali se vogliamo evitare le conseguenze più pericolose e ingestibili – rileva il Wwf – l’azzeramento delle emissioni (mitigazione) va attuato nel più breve tempo possibile, ben prima del 2050, e allo stesso tempo vanno messe in campo politiche di adattamento”.

Associazioni ambientaliste: Necessario e urgente un Piano di adattamento climatico

Ma prima ancora della legge, in Italia è “necessario mettere a punto un Piano di adattamento; che è ancora fermo, e non è mai passato alla fase attuativa”. Il punto d’arrivo è cercare di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi, come richiesto dall’Accordo di Parigi.

Ma “se continuiamo a questi ritmi, con una concentrazione della CO2 in atmosfera che a giugno ha toccato le 419 parti per milione, saremmo destinati ad aumenti superiori ai 3 gradi”. Il 2020 è stato insieme con il 2016 l’anno più caldo di sempre; mentre il 2021 ci sta facendo assistere a una sequela impressionante di eventi impensabili, dalle temperature record in Artico alla bolla di calore sulla parte nord–ovest degli Usa e le regioni occidentali del Canada, una siccità impressionante in California e in altre regioni del mondo.

… e la Legge sul clima

Ecco allora l’appello al governo e al Parlamento per una legge sul clima. Anche perché – spiegano le associazioni ambientaliste – dopo l’entrata in vigore della ‘Normativa europea sul clima’ è “sempre più evidente la carenza di strumenti che accompagnino la transizione, in particolare la necessità di uno strumento legislativo per allineare le politiche e puntare alla riduzione delle emissioni di CO2, e degli altri gas climalteranti, con un approccio strategico, sistemico e di lungo termine per scelte politiche sempre più allineate alle indicazioni della comunità scientifica”.

Necessaria in Italia la Legge sul clima

Le proposte delle associazioni guardano alla definizione di un budget totale e budget settoriali di carbonio, commisurati agli obiettivi futuri e al percorso di decarbonizzazione, all’istituzione di un Organismo consultivo indipendente (Comitato tecnico scientifico sulla crisi climatica) che agisca da base e supporto per le scelte politiche. Tutti i settori dell’economia infatti spiegano Wwf, Legambiente, Greenpeace, Kyoto club e Transport and environment ritengono è opportuno che “conseguano la reale neutralità climatica e la decarbonizzazione fissando degli obiettivi di riduzione delle emissioni”.

In particolare, il taglio dovrebbe essere “del 65% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e centrare l’obiettivo di lungo periodo carbonio zero entro il 2040”. Naturalmente “la transizione deve essere giusta e inclusiva”; in questo senso acquista sempre maggiore spesso la proposta di “una riforma fiscale in senso ambientale, a partire dalla tassa sul carbonio e, per i settori Ets (Emission trading scheme, lo scambio di quote delle emissioni di CO2), dal prezzo minimo del carbonio”.

La legge quadro dovrebbe naturalmente “vietare i sussidi ai combustibili fossili e fissare le modalità di partecipazione dei cittadini alle decisioni. Dovrebbe anche definire un Piano di azione con misure di compensazione per i settori danneggiati dalla transizione ecologica”

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