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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Energia e ricerca: cos’è MaRELab e da dove nasce Eolico, energia da moto ondoso e le prospettive della ricerca Si chiama MaRELab, è nato a Napoli e rappresenta un esempio concreto del legame virtuoso tra energia e ricerca. Infatti, è il primo laboratorio di ricerca per le energie rinnovabili marine del Mediterraneo. Il Marine Renewable Energy Laboratory – questo è il significato dell’acronimo – è cogestito dall’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” (consegnataria del sito) e dal Cnr, presso il molo San Vincenzo del Porto di Napoli. Parte integrante del lab è il prototipo “Hexafloat”, primo esempio di turbina eolica galleggiante del Mediterraneo, che rappresenta un presupposto unico per la costituzione di un centro di eccellenza per le energie rinnovabili marine, in prova fino a ottobre 2021. La piattaforma per turbina eolica galleggiante, brevettata da Saipem, è costruita in scala 1:6.8 presso i cantieri navali Palumbo Shipyards nel porto di Napoli, ed ospita una turbina eolica da 10 kW della Tozzi Nord fornita e installata dalla società napoletana Ecomac del gruppo Ecoprime. Per la installazione a mare della piattaforma galleggiante, dei cavi elettrici sottomarini (forniti da Novacavi) e delle linee di ancoraggio di nuova concezione (fornite da Gottiffredi Maffioli), sono state fondamentali le competenze della Deep Sea Technology che si è anche occupata dell’intera preparazione del campo base in mare. “MaRELab diventerà un laboratorio all’avanguardia per lo sviluppo delle tecnologie per le rinnovabili marine”, segnala il CNR in una nota. Lo stesso Consiglio Nazionale delle Ricerche fa sapere che i dispositivi e le soluzioni tecnologiche sviluppate presso MaRELab costituiranno il presupposto per favorire l’avanzamento della tecnologia per lo sfruttamento delle rinnovabili marine, che saranno poi installate nel Mar Mediterraneo a grande distanza dalla costa. Energia e ricerca: cos’è MaRELab e da dove nasce Il motivo per cui è stato scelto il porto di Napoli come ubicazione del Laboratorio Naturale per la Produzione di Energia Marina lo spiega Diego Vicinanza, docente di Coastal Engineering all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e responsabile MaRELab per lo stesso ateneo. «Il sito nasce come sperimentazione del dispositivo OBREC (Overtopping Breakwater for the Energy Conversion) nell’ambito di un progetto PON finanziato per 548mila euro. La filosofia della struttura ibrida OBREC, frangiflutti che utilizza la tracimazione delle onde, è quella del “valore aggiunto” che possono fornire i convertitori di energia ondosa, da integrare in strutture costiere già esistenti o da realizzare». La funzione principale è quella delle opere civili tradizionali, ovvero la difesa dei porti e delle coste con l’innovazione di non dissipare l’energia, come fanno le strutture tradizionali, ma di catturarla attraverso una vasca di raccolta. Il porto di Napoli è un sito ideale per questo tipo di sperimentazione. Parte della diga del molo San Vincenzo è stata quindi modificata per poter alloggiare il dispositivo. Il Laboratorio Naturale per la Produzione di Energia Marina (MaRELab) si compone anche di una palazzina posta sulla diga e dello specchio d’acqua davanti alla diga. A oggi lavorano presso il lab i ricercatori del CNR-INM e quelli del Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania. Il progetto attualmente in corso (Energia dal Mare), coordinato dal CNR, con il coinvolgimento dell’Università e degli Studi della Campania e la facoltà di Ingegneria delle Tecnologie del Mare dell’Università di Roma Tre è stato finanziato con circa 2,5 milioni euro con un fondo della Ricerca di Sistema Elettrico (RdS), nell’ambito dell’accordo di programma stipulato con il Ministero dello Sviluppo Economico. Eolico, energia da moto ondoso e le prospettive della ricerca A proposito di energia e ricerca, presso il Lab napoletano proseguirà lo sviluppo di OBREC e, nello spazio acqueo a disposizione, oltre la turbina eolica galleggiante verranno installati sistemi galleggianti che sfruttano l’energia solare ed altri che sfruttano le onde. «Nei prossimi anni l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” continuerà a sviluppare tecnologie in sinergia con il CNR nell’ambito di progetti nazionali ed internazionali – spiega Vicinanza –. Certamente cercheremo di coinvolgere le principali aziende del settore, come è stato fatto per Saipem. Tutti le aziende che intendono sviluppare dispositivi per lo sfruttamento delle energie rinnovabili marine necessitano di sperimentazione di campo attraverso delle strutture prototipali. Tali sperimentazioni presso il MaRELab consentiranno un avanzamento del TRL (Technology Readiness Level), il miglioramento dei criteri di progettazione e quindi una riduzione dei costi (Levelised Cost of Energy – LCOE)». In futuro ci saranno sempre maggiori applicazioni delle fondazioni eoliche galleggianti, necessarie laddove le profondità sono elevate come avviene per larga parte del Mediterraneo. La nascita del Lab assume un valore notevole anche per il territorio oltre che per generare competenze specifiche nel settore energetico. «Puntiamo al finanziamento congiunto di borse di studio per dottorati di ricerca, che costituiranno la linfa vitale dello sviluppo della ricerca innovativa. Questo genererà una nuova classe di ingegneri, con elevata formazione e altamente specializzati, in grado di creare un forte legame tra il mondo della ricerca e quello delle aziende nel settore delle energie rinnovabili marine», conclude il responsabile MaRELab. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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