Rinnovare i propri interni con gli incentivi statali

Sembra passato un secolo dall’inizio della pandemia, quando la parola “lockdown” non era conosciuta ai più e le mascherine le vedevamo addosso solo ai giapponesi con il raffreddore, meravigliandoci di quanto fossero civili ed un po’ strani, ad andare in giro per negozi e trasporti pubblici con addosso una di quelle maschere che noi conoscevamo solo per i medici in ospedale. Dopo quasi due anni purtroppo questa nuova normalità ci è consona. La pandemia causata dal COVID ha lasciato una pesante eredità, sia da un punto di vista personale (i mesi passati in casa a lavorare e studiare tutti insieme, come se si stesse su una nave in mezzo al mare, impossibilitati ad uscire se non per motivi di prima necessità hanno sicuramente lasciato un segno) che da un punto di vista economico.

Rinnovare i propri interni con gli incentivi stataliIndice:

Le chiusure imposte per il contenimento della pandemia, seguite da operatività in scala ridotta delle attività commerciali hanno infatti creato enormi disagi economici, con saracinesche serrate di attività hanno dovuto chiudere o esercizi commerciali che si trovano in enormi difficoltà finanziarie.

Fortunatamente, grazie all’arrivo dei vaccini sembra che il peggio sia passato e le ondate del virus non stanno facendo i danni che abbiamo vissuto lo scorso anno. Questo ha permesso a molti di noi di passare un’estate quasi “normale” con le località di villeggiatura italiane piene di turisti italiani e stranieri come non succedeva da decenni.

Anche le statistiche sembrano indicare che siamo sulla strada giusta con una crescita del PIL nel secondo trimestre del 17% che fanno prevedere, se non succedono altri sconquassi, una crescita annua del 6%. Questa crescita è dovuta sia alla ripartenza dei consumi interni, creato dal desiderio di tutti noi di tornare a mangiare fuori, incontrarci con amici e famiglie e andare in vacanza, e anche grazie agli incentivi COVID garantiti dai finanziamenti europei.

Il contributo dell’Unione Europea per la ripresa

L’Unione Europea ha infatti elargito ai paesi più colpiti dalla pandemia come l’Italia, una serie di aiuti e prestiti che hanno come scopo il ritorno alla crescita ed il supporto delle attività economiche. Nel nostro paese tutti hanno infatti sentito parlare del famoso “centodieci per cento”, il bonus fiscale che il governo offre per le ristrutturazioni sia di abitazioni private  che di edifici a scopo commerciale. Sono proprio le attività commerciali che necessitano di essere rinnovate dopo essere rimaste chiuse ad ammuffire per troppo tempo.Rinnovi e ristrutturazioniI programmi finanziati sia dal governo italiano che dai fondi europei si focalizzano primariamente sul miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Questo è comprensibile visto che lo scopo è quello di diminuire i costi e le emissioni dovuti al riscaldamento. Questo però non vuol dire che non sia possibile utilizzarli, nel contesto di un più largo intervento a scopo energetico, per finanziare anche il rinnovo di interni, includendo sia i costi della vernice che quello delle carte da parati.

Vediamo allora dunque un poco più in dettaglio quali sono questi programmi e cosa richiedono per poter essere utilizzati.

Il superbonus per rinnovi e ristrutturazioni

Come già accennato il più celebre degli incentivi disponibili al momento è il contributo del 110%, diventato ormai nel lessico comune con il nome di “superbonus del 110%”. Questo finanziamento garantisce, sotto forma di credito d’imposta per gli anni futuri, un contributo del 110% dei costi sostenuti per lavori di ristrutturazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica sia per abitazioni private che per esercizi commerciali.

È applicabile per tutti i lavori di ristrutturazione effettuati dal primo luglio 2020 fino al 30 giugno 2022 anche se è possibile che questa data venga ulteriormente estesa. I lavori devono comprendere il cappotto termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o la riduzione del rischio sismico nei condomini o nelle singole abitazioni.

Nel contesto di questi lavori di ristrutturazione è possibile aggiungere i costi di materiali decorativi come carta da parati o vernici al rinnovo generale delle pareti. Tali costi vanno conteggiati come parte dell’intero progetto ed è opportuno esaminarli in dettaglio assieme al proprio consulente fiscale di fiducia per garantirne l’idoneità. In quanto parte dell’iniziativa dell’Unione Europea per la ripartenza economica, esistono simili programmi di incentivazione edilizia in numerosi paesi europei.

Bonus per la ristrutturazione governativi

In alternativa al superbonus edilizio ne esiste un altro, finanziato direttamente dal governo italiano che copre il 50% delle spese totali per la ristrutturazione e la manutenzione sia ordinaria che straordinaria, oltre al risanamento conservativo, eseguiti su tutte le parti comuni di edifici residenziali o su singole unità immobiliari residenziali per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio in questione.Bonus per la ristrutturazione governativiTutte le spese per gli interni e altri servizi professionali correlati possono essere addebitate come parte di un progetto di ristrutturazione più ampio. Il bonus ha in questo caso un tetto di spesa massimo di 96000 euro e viene erogato sotto forma di credito d’imposta.

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