Superbonus, approvata risoluzione per sbloccare i crediti

Sblocco dei crediti e ampliamento platea cessionari: queste le richieste al Governo contenute nella risoluzione per il Superbonus approvata dalla Commissione Industria Commercio Turismo del Senato.

Superbonus, approvata risoluzione per sbloccare i crediti

Il blocco della cessione dei crediti da parte banche e istituti postali sta creando da giorni enormi difficoltà nella filiera delle costruzioni e allarmi da parte di imprese e professionisti che operano nell’ambito del Superbonus 110% con una gravissima crisi di liquidità, tanto che CNA nei giorni scorsi ha parlato del possibile fallimento di circa 33mila imprese e 150.000 posti di lavoro.

Le principali associazioni del settore, tra cui Ance, Rete Professioni Tecniche e Federcostruzioni, in un comunicato congiunto ieri hanno lanciato l’allarme del possibile fallimento di molti operatori, con gravi conseguenze anche sull’economia del Paese. Ricordiamo che una parte importante della crescita del 2021 (+6% di PIL) e dei primi mesi dell’anno in corso, è stata trainata proprio dal settore delle costruzioni, grazie proprio ai bonus edilizi. Professionisti e imprese, si legge nel comunicato, “per rispettare gli impegni contrattuali già presi con i committenti, continuano ad accumulare crediti fiscali che restano in attesa di essere ceduti con un conseguente grave problema di liquidità”.

I dati dell’Agenzia delle Entrate di qualche settimana fa parlavano di 5,4 miliardi di euro di crediti non ancora accettati, di cui circa 3,7 miliardi relativi al Superbonus 110% e 1,5 agli altri bonus edilizi. Numeri sicuramente da aggiornare.

Per cercare di dare una risposta al problema, ieri è stata approvata dalla Commissione Industria Commercio Turismo del Senato una Risoluzione che chiede al Governo di sbloccare i crediti di imposta bloccati  nei cassetti fiscali delle imprese, allargando la platea dei cessionari “prevedendo, tra l’altro, la possibilità per le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta derivanti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese, di cui al decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 aprile 2005, e anche valutando l’opportunità di coinvolgere Poste Italiane S.p.A. e Cassa depositi e prestiti”, come ha spiegato il Senatore del M5S Pietro Girotto.

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