Crediti di carbonio volontari: così in Africa il fotovoltaico è sostenibile

Installare impianti fotovoltaici, acquedotti o stufe a ridotto impatto possono essere operazioni sostenute con i crediti di carbonio volontari. L’esperienza dell’italiana OffgridSun lo conferma.

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Crediti di carbonio volontari: così in Africa il fotovoltaico è sostenibile

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Finanziare e sostenere progetti di realizzazione di impianti fotovoltaici in Africa attraverso crediti di carbonio volontari: è un’idea percorribile che sta portando avanti una startup italiana impegnata nei Paesi in via di sviluppo a installare impianti sfruttando una delle fonti rinnovabili più diffuse per generare energia elettrica dove non c’è.

È un problema assai diffuso nel continente africano, dove più di 600 milioni di persone non hanno accesso all’energia elettrica e quasi un miliardo è privo di fonti di energia pulita per cucinare. Su questo sta lavorando OffgridSun, realtà di Cittadella (Padova) specializzata in sviluppo, progettazione, produzione e commercializzazione di tecnologie solari fotovoltaiche per produrre elettricità economicamente accessibile in quelle regioni del mondo che scontano un limitato o, peggio, nessun accesso alle reti elettriche nazionali. Si tratta di una condizione in cui vive circa un miliardo di persone.

Crediti di carbonio volontari: così si sostengono progetti vitali

«Circa un anno e mezzo fa abbiamo ricevuto richieste per installare impianti fotovoltaici per alimentare sistemi di pompaggio – racconta Nicola Baggio, fondatore e Ceo di OffgridSun –. Ci siamo informati per capire come potevano essere resi economicamente sostenibili, al di là delle donazioni. Così abbiamo individuato l’opportunità dei crediti di carbonio».

Crediti di carbonio volontari e fotovoltaico: così si sostengono progetti vitali

La potenzialità non è nuova: i crediti di carbonio, meccanismo nato mediante accordi internazionali ONU, sono stati avviati più di 15 anni fa.

Prevedono il riconoscimento di una compensazione economica a fronte di emissioni di CO2 evitate o assorbite. È un’opportunità che sta prendendo piede: «osservando l’andamento degli ultimi 18 mesi la domanda del mercato volontario dei crediti di carbonio è salita notevolmente».

Rappresenta una significativa potenzialità in termini economici ed etici per privati e aziende che intendono compensare le proprie emissioni cogliendo i benefici anche in termini di migliore visibilità e attente anche ai concetti ESG.

Questa crescita rende ancor più sostenibili questo tipo di progetti che riescono così a essere realizzati. Nel caso di OffgridSun, ha avviato due tipi di iniziative legate all’accesso all’acqua e alla distribuzione di stufe a basso impatto e a elevato risparmio energetico per cucinare, sempre in collaborazione con associazioni e ONG locali. «In entrambi i casi, pur proposti a prezzi calmierati, molto bassi, questo tipo di ricavi non permetterebbe minimamente di fare un’operazione sostenibile. Solo grazie ai crediti di carbonio assume un rilievo interessante anche come investimento», spiega il Ceo.

Il solo impiego di questo tipo di stufe permette, inoltre, di ridurre significativamente la deforestazione che in alcuni Paesi assume quote drammatiche: in Tanzania, il 96% per cento della popolazione cucina con la legna o il carbone, contribuendo alla deforestazione.

L’impegno di OffgridSun in Africa e la ricerca di partner

OffgridSun ha avviato i primi due progetti in Tanzania e in Kenya. In quest’ultimo Paese si lavora a un acquedotto che porterà acqua a 45mila persone, a Usenge, nei pressi del lago Vittoria. L’impianto eviterà la necessità di bollire l’acqua per usi potabili (oggi viene impiegata quella del lago), e le conseguenti emissioni.

Il primo intervento sarà di installare un impianto fotovoltaico per soddisfare le necessità energetiche del sistema di pompaggio. Successivamente verrà esteso l’acquedotto in altri due villaggi non ancora raggiunti. Anche in questo caso si procederà a sostenere il progetto con i crediti di carbonio volontari. «Abbiamo sviluppato vari progetti, giunti quasi ad approvazione – segnala Baggio –. L’iter burocratico di approvazione richiede l’approvazione che, nel nostro caso, viene concessa da GoldStandard, una delle due principali organizzazioni internazionali che certifica questo tipo di iniziative».

Per la procedura dei crediti di carbonio, la trafila non si esaurisce con l’ultimazione del progetto, ma è sottoposto a verifiche successive, a salvaguardia della serietà dell’attività solidale e ambientale. «Quelli in Kenya e in Tanzania rappresentano i nostri primi progetti svolti con la richiesta di accesso ai crediti di carbonio volontari: stiamo cercando anche dei partner che possano collaborare con noi, investendo o acquistando i crediti futuri». I tempi di rientro sono tutto sommato brevi (2-3 anni). Tra l’altro, i crediti di carbonio assumono le caratteristiche di un’operazione finanziaria equivalente a titoli azionari negoziabili.

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