Aper GrandEolico ha presentato un'indagine realizzata dall'Ispo che analizza la situazione delle rinnovabili in Italia, approfondendo in particolare l'atteggiamento e la conoscenza dell'energia eolica. Dall'indagine risulta che nel 2009 l'Italia ha prodotto circa 66 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari a circa il 19% del totale di energia elettrica richiesta dal Paese.In questo quadro, il 72% delle fonti rinnovabili nel 2009 è stato fornito dall'energia idroelettrica, il 10% dalle biomasse e rifiuti biodegradabili, il 9% dall'energia eolica, l'8% dalla geotermia e poco più dell'1% dall'energia solare.L'Italia risulta essere tra i primi produttori di elettricità da fonti rinnovabili nella comunità europea seppur ancora lontana dagli obiettivi comunitari previsti di energia richiesta da fonte rinnovabile entro il 2020. L'eolico in ItaliaIn Italia, l'energia da fonti rinnovabili è una realtà, lo dimostra il fatto che ad oggi sono 6.993 i Comuni in Italia dove è installato almeno un impianto. Erano 5.580lo scorso anno, 3.190 nel 2008.Il 2009 è stato per l'eolico italiano l'anno della conferma. 1.109 MW di nuova potenza installata (+30% rispetto al 2008) evidenziano un tasso di crescita costante dellafonte e determinano il raggiungimento di una potenza eolica complessiva di 4.845 MW sul territorio italiano. Alla nuova potenza installata corrisponde un incremento della produzione di energia da fonte eolica stimata per l'anno 2009 in 6,7 TWh, e dunque a un conseguente aumento della penetrazione dell'eolico (attualmente circa2,1% del Consumo Interno Lordo di energia elettrica) nel mix italiano di produzione di energia. Le regioni che maggiormente ospitano impianti si confermano la Puglia con 1.158 MW e la Sicilia con 1.116 MW, regione che si distingue per un tasso di crescita di circa 41% rispetto al 2008. Anche quest'anno è da sottolineare il risultato della Calabria, che nell'arco del 2009 ha più che raddoppiato la potenza eolica installata.Naturalmente il Nord Italia riveste un ruolo marginale in considerazione della minore ventosità. Tuttavia, in Emilia Romagna, Liguria e Toscana si registra comunque una lieve crescita. Sul fronte mercato si segnala l'ingresso di nuovi produttori di energia da fonte eolica, le quote principali tuttavia rimangono in mano agli operatori più consolidati che si spartiscono quasi equamente poco più della metà del mercato.Il 2009 ha quindi rappresentato per l'Italia un passo in più verso gli obiettivi europei all'anno 2020, stabiliti dalla Direttiva 2009/28/CE, per il raggiungimento dei quali il contributo dell'energia del vento è imprescindibile. Gli studi più recenti stimano il potenziale di MW eolici installabili sul territorio italiano in oltre 16.000 MW, anche in vista di un auspicabile sviluppo degli impianti eolici off-shore realizzati in mare. L'eolico e l'EuropaLa diffusione dell'energia eolica è un fenomeno ormai consolidato a livello europeo: all'interno dei 27 paesi membri dell'Unione Europea per il secondo anno consecutivo la tecnologia eolica risulta essere leader delle nuove installazioni tanto che ad oggi risultano complessivamente installati 74.767 MW, riuscendo a coprire il 4,8% della domanda elettrica dell'Unione. L'Italia si colloca sul podio dei paesi con maggiore eolico installato, sebbene largamente dietro alla Germania, che rimane la regina del vento europeo con 25.777 MW, ed alla Spagna (19.149 MW). Immediatamente a ridosso dell'Italia si trova la Francia (4.492 MW), seguita dal Regno Unito (4.051 MW). Grandi aspettative sono ancora riposte in paesi con grande potenziale ancora quasi interamente inesplorato come la Polonia e la Svezia.Per quanto riguarda la tecnologia eolica offshore nello specifico, l'European Wind Energy Association (EWEA) segnala che nel 2009 si sono raggiunti 577 MW installati per una crescita del 45% del settore. Nel rapporto Pure Power, l'EWEA delinea inoltre uno scenario che vede complessivamente a livello europeo 265.000 MW di potenza eolica (onshore e offshore) al 2020, risultato raggiungibile con un tasso di crescita maggiore del 10% su base annua a partire dal 2009. Un tale sviluppo si tradurrebbe in 333 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 evitate ed in 26,9 miliardi di euro risparmiati per costi evitati di approvvigionamento da fonti fossili. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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