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Indice degli argomenti: Fotovoltaico e biodiversità: aumenta il primo, ma declina il secondo. Cosa fare Fotovoltaico e biodiversità: 10 raccomandazioni utili Unire fotovoltaico e biodiversità porta vantaggi per tutti. Sostenibilità ambientale a parte, va considerato l’enorme impatto economico determinato dalla presenza o meno di insetti impollinatori. Api, sirfidi, vespe, coleotteri, farfalle e falene giocano un ruolo chiave nella produzione alimentare: tre quarti delle principali colture alimentari globali e il 35% della produzione globale derivante dall’agricoltura dipendono in qualche misura da questi insetti. Senza i servizi di impollinazione, si perderebbe il 5-8% della produzione globale di colture, valutata tra 235 e 577 miliardi di dollari (dati 2015 Ipbes). Occorre promuovere certamente lo sviluppo delle fonti rinnovabili, solare in primis, ma anche tutelare insetti fondamentali per la produzione alimentare. Tutto questo è possibile? Una risposta la fornisce la ricerca. Un team di scienziati ambientali guidato dalla britannica Lancaster University ha esaminato come le pratiche di gestione del territorio relative ai parchi solari nell’Europa nord occidentale potrebbero migliorare la biodiversità degli impollinatori. I loro risultati, basati anche sulle evidenze di 185 articoli scientifici (selezionati, su un totale di quasi settemila), hanno portato a individuare 10 raccomandazioni utili per preservare e valorizzare la biodiversità nei parchi fotovoltaici. Esse valgono per il Regno Unito, ma anche per buona parte dell’Europa. Fotovoltaico e biodiversità: aumenta il primo, ma declina il secondo. Cosa fare Il fotovoltaico è dato in crescita continua: secondo SolarPower Europe, il mercato solare è cresciuto dell’11% l’anno scorso con 18,7 GW di nuovo installato. Malgrado in Italia si sconti un calo sensibile negli impianti fotovoltaici di taglia più grande, il loro ruolo è e sarà sempre più importante nel contributo del mix energetico. Buona parte del fotovoltaico installato è sviluppato come parchi solari a terra, ricorda lo studio. Nel 2018 costituivano il 70% circa della nuova capacità fotovoltaica installata a livello globale. Solo nel Regno Unito i parchi solari occupano circa 13.749 ettari. Tuttavia, c’è una crescente preoccupazione per il declino degli impollinatori. Gli stessi autori dell’analisi evidenziano perdite diffuse in Europa e nel Regno Unito, con conseguenze per l’impollinazione delle colture e delle piante selvatiche. “I parchi fotovoltaici sono spesso costruiti in paesaggi agricoli gestiti in modo intensivo e quindi sono poveri di biodiversità”, è scritto nell’articolo. Ma questa criticità potrebbe invece trasformarsi in un’opportunità per cambiare le cose, con benefici per la biodiversità e per le colture locali. “Per tutelare e stimolare la popolazione di insetti impollinatori potrebbe quindi fornire vantaggi significativi, soprattutto perché molti parchi solari sono situati all’interno di paesaggi agricoli, e potenzialmente sarebbero in grado di contribuire alla mitigazione del declino degli impollinatori. Anche questo significherebbe tutelare fotovoltaico e agricoltura, ricavando benefici per entrambi. Fotovoltaico e biodiversità: 10 raccomandazioni utili Ma come è possibile invertire la tendenza e far sì che fotovoltaico e biodiversità possano trovare una giusta combinazione? Da qui parte l’analisi dello studio condotto da un team coordinato da Holly Blades, del Lancaster Environment Centre (Lancaster University), che vede anche la collaborazione di Simon Potts, docente della University of Reading. Dopo aver svolto una ricerca sistematica e uno screening della letteratura scientifica che documenta l’impatto degli interventi sulle popolazioni di impollinatori, i ricercatori hanno poi messo nero su bianco dieci raccomandazioni utili per la gestione. La prima raccomandazione è di fornire un mix diversificato di specie di piante da fiore essenziali. Tali risorse sono essenziali per gli impollinatori e la diversità è di beneficio per le api selvatiche, le farfalle e i sirfidi. Il terreno dove sorge il parco fotovoltaico potrebbe essere interamente riseminato con una gamma diversificata di specie di piante da fiore, o dove questo non è possibile, sarebbe utile seminare strisce di risorse floreali in determinati luoghi. Un esempio sono i margini del parco solare, il luogo più appropriato per le strisce di fiori selvatici, dove la vegetazione può crescere senza la necessità di una manutenzione frequente per evitare l’ombreggiamento dei pannelli solari. Piantumare siepi al confine del parco solare è la seconda raccomandazione utile: essa genera molteplici benefici per gli impollinatori, fornendo loro un luogo dove riprodursi ma anche riparo e microclimi favorevoli. In ogni stagione la pianificazione e gestione delle piante floreali e le siepi dovrebbe essere attuata in modo da assicurare un accesso stagionale alle risorse di foraggiamento (terza raccomandazione). Contare su un adeguato mix di sementi consentirebbe di avere specie vegetali che fioriscono in diversi momenti della stagione, garantendo la disponibilità continua di risorse e per integrare le specie. Quarto: il ciclo di vita degli impollinatori deve essere assicurato interamente. Per questo è necessario creare un habitat naturale adatto per la loro nidificazione, riproduzione e mantenimento quanto più efficace per aumentare la loro disponibilità, piuttosto che prevedere domicili artificiali. Taglio o falciatura dovrebbero essere a bassa intensità e intrapresi più tardi nella stagione, assicurando che le risorse di foraggiamento degli impollinatori siano disponibili per tutta l’estate e fornendo l’opportunità alle erbe di fiorire e depositare semi (quinta raccomandazione). È pensabile anche far pascolare pecore nel campo, a fine stagione, perché esse brucano la vegetazione molto bassa. Inoltre il pascolo primaverile e invernale ben gestito, ma non quello estivo, può aumentare la diversità delle piante nei parchi solari. Al sesto punto c’è la necessità di creare o mantenere una variazione nella struttura della vegetazione. I regimi di pascolo, taglio e falciatura dovrebbero mirare a creare eterogeneità nella vegetazione all’interno del parco solare, poiché una vegetazione strutturalmente diversa o più alta ha un impatto positivo sugli impollinatori. Ridurre al minimo l’uso di prodotti agrochimici è la settima raccomandazione. Biodiversità e coltivazione possono, anzi, devono andare insieme: la gestione degli impollinatori sui parchi fotovoltaici situati in paesaggi prevalentemente agricoli intensivi o omogenei dovrebbero avere la priorità (ottavo). Inoltre (nona raccomandazione), serve stimolare la connettività tra i parchi solari e altri habitat seminaturali attraverso l’installazione o la manutenzione di elementi quali siepi e strisce di fiori selvatici, in quanto possono agire come corridoi per gli impollinatori, migliorando la connettività e facilitando il movimento degli impollinatori. Infine va favorita la generazione di una gamma di microclimi: fornire condizioni termiche diversificate per gli impollinatori aiuta, in questo senso la vegetazione alta o le siepi contribuiscono a mettere in atto la decima raccomandazione. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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