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©Romande Energie Indice degli argomenti: Fotovoltaico galleggiante d’alta quota: come è nata l’idea Fotovoltaico galleggiante in alta quota: le caratteristiche tecniche Un parco fotovoltaico galleggiante in montagna che sfrutti un invaso artificiale, ovvero il bacino d’acqua di una diga. È un’idea trasformata in un sistema in attesa di brevetto che ha già un record: è il primo parco solare d’alta quota al mondo. Potrebbe essere assai interessante per l’Italia, che conta 532 grandi dighe e che deve aumentare la propria quota di energia da fonti rinnovabili. Tra l’altro, l’infrastruttura messa in piedi dal team elvetico è a pochi chilometri dal confine italiano, in prossimità del Colle del Gran San Bernardo. È un’opzione altrettanto interessante a livello mondiale, dove si contano più di 40mila grandi dighe. Fotovoltaico galleggiante d’alta quota: come è nata l’idea Come ci racconta il responsabile del progetto, Guillaume Fuchs, manager lighting department per Romande Energie Service, l’idea è nata in modo abbastanza informale: «ne abbiamo discusso davanti a un caffè. Cercavamo soluzioni per aumentare la produzione di energia rinnovabile in luoghi già assegnati alla produzione, come sono i laghi artificiali delle dighe». ©Romande Energie Lo stesso Fuchs illustra i benefici di creare un parco fotovoltaico galleggiante ad alta quota: «il vantaggio principale è il notevole aumento della produzione. I primi risultati mostrano un rendimento del 50% superiore a quello di un parco della stessa dimensione in pianura. Questo può essere spiegato prima di tutto dall’effetto albedo». Il riverbero della luce sulla neve aumenta sostanzialmente la luminosità. Inoltre, lo strato atmosferico più sottile in montagna accresce notevolmente l’indice UV. Infine, le temperature medie più basse rispetto a quelle delle pianure consentono ai pannelli di ottimizzare le loro prestazioni. «Oltre ai vantaggi legati all’altitudine, le infrastrutture necessarie per gestire un impianto di produzione di energia elettrica sono già disponibili in loco, come le strade o l’accesso alle reti elettriche ad alta e media tensione – prosegue – Tuttavia, anche l’ambiente alpino e l’altitudine pongono una serie di sfide, soprattutto in termini di condizioni meteorologiche e tecniche estreme». Per rispondere a queste sfide sono stati necessari alcuni stratagemmi: per esempio, la struttura è stata progettata in modo tale che essa si sollevi interamente quando si forma il ghiaccio nel lago. Fotovoltaico galleggiante in alta quota: le caratteristiche tecniche La centrale solare è situata sul Lac des Toules, bacino idrico a Bourg-Saint-Pierre, in Svizzera, a una manciata di chilometri dal Colle del Gran San Bernardo. Si tratta di una struttura galleggiante con pannelli solari adattati alle condizioni climatiche e atmosferiche (vento, neve, ghiaccio). «L’obiettivo è avere una struttura galleggiante che resista a queste condizioni estreme e pannelli solari che producono in inverno nonostante le forti nevicate». Per il parco fotovoltaico galleggiante è stata depositata una domanda di brevetto ed è attualmente in fase di revisione. ©Romande Energie «La produzione annuale stimata del parco dimostrativo è di 818.000 kWh/anno. Il grande parco dovrebbe produrre 22 milioni di kWh/anno, equivalenti al consumo annuo di oltre 6.100 famiglie», prevede lo stesso manager, spiegando che sono stati impiegati pannelli fotovoltaici bifacciali. Oltre alla infrastruttura del Lac des Toules, la società prevede di costruirne altre: «in Svizzera sono già state individuate diverse località con condizioni simili. Abbiamo appena iniziato le analisi di fattibilità tecnica e finanziaria del progetto dimostrativo, nonché l’ottimizzazione della tecnologia basata su questa prima realizzazione. Questo ci permetterà di guardare al futuro». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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