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Abbiamo incontrato Davide Rossi, Product Manager di Danfoss Solar Inverters, azienda specializzata nell’elettronica di potenza, che sviluppa e produce un’ampia gamma di inverter fotovoltaici ed è presente con le proprie filiali in oltre 20 Paesi in tutto il mondo. Con lui abbiamo parlato del futuro del settore fotovoltaico alla luce della fine del V Conto Energia. Il mercato c’è ma sono necessarie una maggior stabilità normativa e snellezza burocratica. Senza perdere mai di vista innovazione, ricerca e formazione. • Il settore fotovoltaico sta vivendo un periodo di grande trasformazione. Come è cambiato in questi ultimi anni il mercato e quali strategie avete individuato per affrontare una situazione congiunturale tanto incerta?In Europa il mercato si sta orientando sempre più verso la generazione distribuita, fatta di piccoli impianti residenziali e industriali, mentre in altri Paesi emergenti è ancora in auge il segmento dei grandi impianti a terra. Per seguire un mercato così variegato e globale Danfoss può contare su un’organizzazione capillare in tutti i continenti, non solo a livello commerciale ma anche come supporto tecnico. Da un anno abbiamo inoltre allestito una divisione che si occupa specificamente di progetti internazionali, supportando il cliente in tutte le fasi di sviluppo della commessa, dalla progettazione al commissioning. • Quali soluzioni propone Danfoss Solar Inverters per rispondere alle nuove esigenze del mercato fotovoltaico, soprattutto ora che il V conto energia è terminato? Il mercato del fotovoltaico, almeno in Europa, sarà sempre più legato all’autoconsumo. Danfoss già da anni ha introdotto sulla gamma trifase TLX la possibilità di sfruttare le ore di massima produzione per alimentare grandi carichi esterni, concetto ripreso e perfezionato nella nuova gamma FLX presentata a Solarexpo. Grazie alla nuova gestione intelligente dell’energia erogata sarà possibile sfruttare tutto il potenziale dell’impianto, anche nelle aree critiche che presentano un tetto all’energia cedibile in rete. • Cosa è necessario fare per rendere il fotovoltaico più competitivo?E’ chiaro che il problema principale rimane l’ostilità delle lobby favorevoli alle fonti fossili. Tuttavia qualcosa si può fare: per quanto riguarda l’Italia è necessario raggiungere una stabilità normativa che permetta di pianificare gli investimenti e le strategie industriali. Inoltre bisogna snellire l’aspetto burocratico, che oltre a scoraggiare la gente “comune” incide con costi non trascurabili sullo sviluppo dei progetti. Da questo punto di vista la fine del Conto Energia semplificherà le cose. • Quali sono le principali novità di Danfoss per i prossimi mesi?Da poco abbiamo presentato a Intersolar la nostra gamma prodotti completa che si concretizzerà nel corso del prossimi mesi. Il nostro segmento storico degli inverter di stringa puri si arricchirà di un modello intermedio, l’MLX, con taglie da 30kW a 60kW, racchiuso in un case compatto e maneggevole che ridurrà notevolmente i tempi e i costi di installazione. Per il segmento utility avremo a disposizione la gamma Central, inverter centralizzato con raffreddamento a liquido da 1MW a 1,5MW, prevalentemente pensato per il mercato extra-europeo. I nuovi prodotti andranno così a completare l’offerta Danfoss che coprirà tutte le fasce, da 2kW a 1,5MW. • Molte aziende stanno guardando all’estero, quali sono i mercati esteri più interessanti?Il mercato principale sarà sicuramente quello asiatico, con Cina e Giappone in testa. Altri mercati interessanti saranno il Brasile, gli Stati Uniti e il Medio Oriente, dove la prospettiva dell’esaurimento delle fonti fossili sta aprendo nuovi scenari energetici. • Quanto è vicina la gridparity?Il problema della gridparity in Italia risiede nelle aspettative di rendimento dell’investimento troppo elevate. Fino al 2011 abbiamo assistito ad un afflusso di capitali attratti dagli incentivi più ricchi del mondo; ora che la situazione si è normalizzata, il rientro dell’investimento in tempi medio-lunghi non attrae più. Eppure nel sud Italia la sostenibilità economica ci sarebbe già. • In Italia si continua ad investire troppo poco in ricerca e innovazione. Cosa ne pensa, come vi muovete a livello di ricerca?Danfoss ha il vantaggio di poter contare su 40 anni di esperienza nello sviluppo di inverter industriali e nell’elettronica di potenza. Grazie al know-how acquisito e alla sinergia tra le divisioni produttive è stato possibile creare una struttura di ricerca innovativa e di respiro internazionale, con professionisti provenienti da tutto il mondo. • Quanto è importante la formazione?E’ fondamentale, in un settore cresciuto troppo in fretta come il fotovoltaico. Danfoss punta molto sulla formazione dei propri partner e organizza regolarmente training, corsi di aggiornamento e workshop sui propri prodotti e sul mercato in generale. Proprio in questi giorni stiamo portando in giro per l’Italia il “Danfoss Solar Live”, giunto al terzo anno consecutivo; il taglio tecnico ma comprensibile e l’intervento di professionisti affermati di ATER e del coordinamento FREE sono stati molto apprezzati. • É cambiato il vostro modo di fare comunicazione?Le nostre tecniche di comunicazione si sono man mano evolute seguendo da una parte l’andamento del mercato e dall’altra gli strumenti di informazione prescelti dai nostri clienti. Nel corso degli anni ci siamo focalizzati sull’organizzazione di eventi di carattere tecnico e formativo, inoltre stiamo utilizzando sempre di più strumenti informatici quali newsletter, DEM, forum e campagne pubblicitarie sui portali a discapito della carta stampata, in quanto vediamo che queste sono le forme di comunicazione preferite da chi ci segue, oltre a ritenerle noi stessi efficaci. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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