Benzina e bollette alle stelle. Arriva taglio a tempo del peso fiscale

Il governo prova a porre rimedio. Il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto. Si interviene sulla riduzione delle accise per i trasporti di 25 centesimi di euro al litro per 30 giorni

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Benzina e bollette alle stelle. Arriva taglio a tempo del peso fiscale

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La tensione sui prezzi era già molto forte, ma la guerra in Ucraina ha offerte ulteriori elementi di nervosismo sui mercati. A questo si somma l’incertezza dovuta all’invasione russa, e la forte volatilità dei prezzi. Inflazione e carenza di materie prime (energetiche e non, soprattutto alimentari) contribuiscono a fare il resto.

Il governo – che studiava da giorni ormai la situazione, scansando lo spettro del default carburanti e delle passeggiate in autostrada del 1973, o la paura evocata da molti dell’ombra della recessione – prova a porre rimedio.

Il consiglio dei ministri ha infatti approvato un nuovo decreto contenente un pacchetto di misure urgenti ‘’per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina’’. Il provvedimento – oltre naturalmente a rafforzare l’accoglienza umanitaria – cerca di rispondere alla necessità di fermare l’impennata dei prezzi dell’energia e dei carburanti, di offrire ulteriori sostegni alle imprese, e di tutelare le imprese nazionali.

Riduzione delle accise di 25 centesimi di euro al litro

Il primo punto – annunciato qualche giorno prima dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani – interviene sulla riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio per i trasporti: la norma consiste nel taglio del prezzo di 25 centesimi di euro al litro per 30 giorni. Poco, è vero; ma meglio di niente.

Benzina: Riduzione delle accise di 25 centesimi di euro al litro

Poi, per tutto il 2022 il valore dei buoni benzina ceduti dalle aziende private ai lavoratori – entro i 200 euro a persona – non concorre alla formazione del reddito. Una misura dedicata riguarda il credito d’imposta per l’acquisto di carburante per agricoltura e pesca: viene riconosciuto il 20% della spesa sostenuta nel primo trimestre solare dell’anno 2022 (ed è prevista la cedibilità sul modello del credito d’imposta nel settore energetico).

Fondo per il sostegno del settore dell’autotrasporto

Per l’autotrasporto, che in questi giorni ha fatto sentire la propria voce con un blocco che ha tenuto con il fiato sospeso molta parte dei cittadini (in particolare in Sardegna), si cerca di mitigare gli aggravi economici che si sono abbattuti sul settore in seguito all’aumento dei prezzi dei carburanti e dei prodotti energetici; in tutto vengono messi a disposizione 80 milioni. Il pacchetto di misure prevede, tra l’altro, l’istituzione del Fondo per il sostegno del settore dell’autotrasporto con una dotazione di circa 500 milioni per il 2022, l’incentivazione con dei bonus specifici il trasporto delle merci via mare e ferrovie, lo stanziamento aggiuntivo di 15 milioni per il 2022 al Comitato centrale per l’albo degli autotrasportatori, l’esonero per le imprese di trasporto merci per conto terzi del versamento del contributo all’Autorità di regolazione dei trasporti (per un risparmio di circa 1,4 milioni che avrà dei benefici su 3.114 imprese).

Il prezzo medio nazionale di benzina e diesel è al di sopra dei 2,2 euro a litro (con il gasolio che supera la benzina). Sui prezzi incide non poco la componente fiscale che supera la metà del costo finale: Iva e accise rappresentano il 51,8% del prezzo del diesel e il 55,3% del prezzo della benzina. Quindi qualcosa adesso dovrebbe cambiare, con il decreto si dovrebbe riuscire a mantenere tutto entro la soglia dei 2 euro a litro. Per Cingolani intanto l’aumento dei prezzi dei carburanti è ‘’ingiustificato: non esiste una motivazione tecnica’’ ma anzi si tratta di ‘’una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi’’. Non si fa attendere la risposta dell’ex Unione petrolifera, oggi Unem (Unione energie per la mobilità) che riporta di come il prezzo di riferimento del brent sia aumentato di oltre il 60% dalla prima settimana di gennaio e le quotazioni internazionali del gasolio siano cresciute del 110%. Tra gli altri elementi c’è anche la fragilità dell’euro sul dollaro.

Credito d’imposta energetico

Con il provvedimento varato dal governo arrivano anche i crediti d’imposta per le imprese. Il primo è pari al 12% della spesa sostenuta per l’energia utilizzata nel secondo trimestre 2022 (se c’è un aumento del 30% per kWh rispetto al prezzo medio dello stesso periodo del 2019), e riguarda chi, pur consumando molta energia, non viene considerato ad alti livelli, quelle cioè con contatori elettrici di potenza pari o superiore a 16,5 kW (kiloWatt). Per chi consuma un alto quantitativo di gas, il credito è pari al 20% della spesa sostenuta (i tempi di applicazione e di riferimento restano uguali).

Inoltre questo credito d’imposta energetico è cedibile a banche e intermediari finanziari, e assicurazioni. Altri crediti d’imposta sono invece rafforzati: quello a favore delle imprese energivore (dal 20% al 25%), quello a favore delle imprese a forte consumo di gas naturale (dal 15% al 20%).

Per il bonus sociale elettricità e gas, dal primo aprile a tutto il 2022, il valore Isee di accesso è pari a 12mila euro. Viene anche potenziata l’attività di sorveglianza sui prezzi del Garante istituito al ministero dello Sviluppo economico; affianco a questo sarà richiesta maggiore trasparenza e monitoraggio ai titolari dei contratti di approvvigionamento di gas per il mercato italiano che dovranno inviare al ministero della Transizione ecologica e all’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) quanto già sottoscritto o da sottoscrivere. Tra le altre misure, le imprese con sede in Italia, clienti finali di energia elettrica e di gas naturale, possono richiedere ai propri fornitori la rateizzazione degli importi dovuti per i consumi energetici di maggio 2022 e giugno 2022, fino a un massimo di 24 rate mensili.  Un intervento ad hoc riguarda le imprese energivore di interesse strategico (con un occhio di riguardo alla siderurgia, tanto che vengono destinati fino a 150 milioni a progetti di decarbonizzazione del ciclo produttivo dell’acciaio per l’ex Ilva di Taranto).

Per l’edilizia, che deve fare i conti con l’incremento dei costi delle materie prime al limite della speculazione, vengono anticipate le risorse del Fondo per l’adeguamento prezzi dei materiali, dei carburanti, e dei prodotti energetici; ci penserà il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili a riconoscere, nel limite complessivo del 50% delle risorse del fondo, un’anticipazione pari al 50% dell’importo richiesto dalle imprese.

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