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Legambiente ha presentato il Dossier “Tutti in classe A”, dedicato alla qualità del patrimonio edilizio italiano, che ha esaminato oltre 500 edifici in 47 città italiane. Un team di esperti ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le rese di costruzioni recenti, firmate anche da importanti archistar, con palazzi costruiti nel dopoguerra, edifici residenziali, scuole e uffici ed edifici dove sono stati realizzati interventi di retrofit. Inoltre sono state verificate le prestazioni di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni edifici costruiti dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento. Emerge un quadro a tinte fosche, con evidenti problemi di dispersione termica, da Milano a Torino, fino alla periferia di Bari, dal progetto C.A.S.E. a L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi di elementi disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si promuovono come “biocase” o a basso consumo energetico. Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie di edifici ben progettati, costruiti e certificati, come il quartiere Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a Firenze, Udine o Perugia, che mostrano un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati abitanti di questi edifici, fino a 2mila euro ogni anno. La pagella delle Regioni per l’efficienza energetica in edilizia Il quadro normativo La direttiva europea 2002/91 ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti. La successiva direttiva 31/2010, prevede date precise per una transizione radicale. Dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno essere neutrali da un punto di vista energetico, ossia dovranno garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili. Entro il 30 Aprile 2014, inoltre, il Governo italiano dovrà inviare a Bruxelles una ‘strategia a lungo termine per mobilitare investimenti nella ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati’. Nonostante la nuova programmazione europea 2014-2020 preveda consistenti risorse per l’efficienza energetica che possono diventare un volano per riqualificare il patrimonio edilizio e le città e non esista oggi alcuna ragione economica o tecnica che possa impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere in Classe A di prestazione energetica (grazie al contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, pompe di calore geotermiche o altri impianti da fonti rinnovabili), continuiamo ad assistere a rinvii e ritardi nell’applicazione delle direttive. Legambiente sottolinea la necessità di introdurre regole omogenee in tutta Italia per le prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici con sanzioni vere per chi non rispetta le regole. Altrettanto indispensabile è dare certezza rispetto alla sicurezza antisismica degli edifici stabilendo l’obbligo di dotarsi di un libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti. In particolare per migliorare le prestazioni energetiche è necessario stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale; va premiato, nelle ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, e per facilitare questo processo occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio (50-65%) offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi gli interventi di consolidamento antisismico degli edifici. Perché ciò possa accadere occorre, secondo Legambiente, introdurre nuovi strumenti per il finanziamento degli interventi di riqualificazione, a partire da un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati, come prevede la stessa Direttiva 2012/27, per realizzare misure di miglioramento dell’efficienza e di sicurezza antisismica. E’ necessario poi, introdurre nuovi strumenti per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In Italia realizzare interventi di riqualificazione energetica complessiva di edifici condominiali è difficilissimo per un quadro di regole e incentivi inefficace. Occorre creare le condizioni tecniche e economiche per rendere vantaggiosi interventi che possono consentire di migliorare le prestazioni delle abitazioni e di garantire risparmi energetici quantificabili e verificabili per le famiglie, oltre che di consolidamento antisismico. Il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini ha sottolineato: “In un periodo di crisi drammatica come quello che sta vivendo il mercato immobiliare italiano, la sfida di innovazione proposta dall’Unione europea va assolutamente raccolta, perché attraverso la chiave dell’energia è possibile riqualificare gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, per renderli oltre che meno energivori più belli, ospitali, salubri. E’ una opportunità che va colta fino in fondo, per arrivare ad azzerare le bollette delle famiglie, per creare lavoro in un campo ad alto tasso di occupazione e con importanti possibilità di ricerca applicata. Ma questa direzione di cambiamento responsabilizza tutti, dalla pubblica amministrazione agli imprenditori edili, dai progettisti ai cittadini. In 13 regioni– ha continuato Zanchini – non esiste alcun tipo di controllo sui certificati di prestazione energetica degli edifici e così si calpestano i diritti dei cittadini che dovrebbero essere correttamente informati sulle prestazioni energetiche e sulla sicurezza delle loro abitazioni”. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera ha commentato: “Il dossier Tutti in Classe A, dimostra che è possibile rilanciare l’edilizia nel segno della qualità, riducendo al contempo le bollette e le emissioni. Basta investire in efficienza energetica. E’ senza dubbio questo il terreno più efficace per ottenere benefici sia per l’ambiente, sia per le tasche degli italiani, che per il lavoro. Non a caso gli incentivi per ristrutturazioni ed eco-bonus in edilizia sono la misura di gran lunga più importante messa in campo per l’occupazione nel 2013: hanno prodotto lo scorso anno 19 miliardi di investimenti, garantendo oltre 280mila posti di lavoro, tra diretti e indotto. In vista degli obiettivi del cosiddetto “Pacchetto clima-energia 20/20/20”, inoltre, l’Italia deve presentare entro aprile all’UE un Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica degli edifici esistenti. Non conosciamo lo stato dell’arte del Piano e se esso sia aderente con le normative comunitarie. Proprio per questo ho presentato un’interrogazione chiedendo al Governo cosa intenda fare per favorire politiche ambientali coerenti con gli impegni internazionali di efficienza energetica e riduzione delle emissioni assunti dall’Italia e se intenda chiarire i contenuti del citato Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica degli edifici esistenti”. Scarica il Dossier “Tutti in Classe A” Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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