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Il rapporto di Legambiente “Comunità Rinnovabili 2021” mostra un paese che si sta trasformando, con esempi concreti di progetti di comunità energetiche e autoconsumo collettivo e propone le strategie per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC, che va aggiornato considerando il nuovo target di riduzione delle emissioni del 55% al 2030. Il decreto Milleproroghe ha dato il via libera anche in Italia alle Comunità energetiche, dando la possibilità di condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili per potenza complessiva fino ai 200 kW e, nonostante l’attesa del completo recepimento della Direttiva europea relativa ad autoproduzione e scambio di energia, le sperimentazioni in Italia sono partite. I dati presentati da Legambiente parlano di una rivoluzione energetica, nonostante un 2020 in difficoltà e lo stallo dei grandi impianti, che lo scorso anno hanno visto poco più di 1 GW di potenza complessiva installata (112 MW in più del 2019). Alla pandemia, che ha messo in difficoltà tutti i comparti dell’economia, si aggiungono problemi di complessi iter burocratici e norme non sempre chiare. Nello studio sono censiti 30 progetti molto diversi tra loro, che in alcuni casi svolgono anche un ruolo importante nel combattere la povertà energetica, problema sempre più grave a livello internazionale che, solo in Italia, coinvolge più di 2 milioni di famiglie. Nel dettaglio, sono 3 le Comunità energetiche funzionanti, oltre all’esperienza di autoconsumo collettivo in un condominio a Pinerolo; 16 quelle in progetto e 7 quelle alle primissime fasi. Tra gli esempi riportati, la comunità energetica realizzata a Napoli, nel quartiere periferico di San Giovanni a Teduccio con un investimento di circa 100mila euro, finanziato da Fondazione con il Sud, che ha coinvolto 40 famiglie in difficoltà. Ci sono poi progetti interessanti di produzione e autoconsumo dell’energia come quello del porto di Savona dove è stato realizzato un sistema di consumo e produzione a servizio delle utenze portuali, oggi alimentate da 121 kW di pannelli solari, e che, quando arriveranno ai 4 MW previsti, copriranno il il 95% del fabbisogno annuale di energia del porto. Secondo uno studio Elemens-Legambiente le comunità energetiche, con circa 17 GW di nuova potenza da rinnovabili al 2030, copriranno il 30% dell’obiettivo fissato dal PNIEC. Il resto sarà affidato a impianti eolici, bioenergie, geotermici, idroelettrici diffusi nei territori e ben realizzati. Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, sottolinea il ruolo centrale delle comunità energetiche contro la crisi climatica ma specifica anche che “dovranno essere accompagnate da politiche di spinta di impianti da fonti rinnovabili più grandi, di dimensioni variabili in grado non solo di contribuire al bilancio energetico del nostro Paese fino al raggiungimento dell’obiettivo emissioni zero nette, ma anche, associate a sistemi di accumulo, di garantire flessibilità e sicurezza alla rete, e insieme all’idrogeno verde di decarbonizzare i settori più energivori e difficili come il settore chimico, petrolchimico, cartiere e una parte dei trasporti a lunga gittata”. La crescita delle rinnovabili Per garantire questa transizione è necessario che la spinta delle rinnovabili, fotovoltaico ed eolico in primis, aumenti significativamente. I 765 MW di solare fotovoltaico installati nel 2020 (15 MW in più rispetto al 2019) e i 185 di eolico (73 MW in più rispetto al 2019) sono lontanissimi dal traghettarci verso la neutralità climatica: continuando così l’Italia raggiungerà tra 68 anni l’obiettivo di 70 GW di potenza al 2030 tra solare fotovoltaico ed eolico. Ancora una volta emerge il nodo della necessaria semplificazione burocratica e delle scelte coraggiose che il Governo deve fare per eliminare le fonti fossili investendo nelle energie rinnovabili. Gli 1,1 milioni di impianti da fonti rinnovabili installati in Italia coprono il 37,6% dei consumi elettrici totali del Paese e il 19% dei consumi energetici complessivi. Sono sempre più numerosi i Comuni in cui sono installati almeno un impianto fotovoltaico (7832), termico (7549), mini idroelettrico (1874) o eolico (1056); sono invece 3.493 quelli completamente elettrici nei quali la produzione elettrica da rinnovabili supera i fabbisogni dei residenti; infine 40 comuni sono 100% rinnovabili e coprono i fabbisogni elettrici e termici. La strada per moltiplicare questi numeri e assicurare la neutralità climatica c’è e le 10 proposte fatte de Legambiente vanno proprio in questa direzione: Semplificazione degli iter burocratici e regole certe Partecipazione dei territori Eliminare e rimodulare tutti i sussidi, diretti e indiretti, alle fonti fossili Spingere in sistemi di accumulo e sui pompaggi Promuovere progetti di agrivoltaico Spingere per la realizzazione di progetti di eolico a terra e in mare Accelerare negli investimenti nella rete di trasmissione e distribuzione Spingere l’elettrificazione delle città Regia di controllo sulle risorse del Recovery Plan Sviluppare esclusivamente l’idrogeno verde Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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