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A cura di: la redazione Indice degli argomenti: Cos’è il sistema LCA Il metodo LCA nel settore edilizio Le fasi di un’analisi con il metodo LCA La valutazione degli impatti ambientali di un prodotto o di un servizio può essere effettuata in diversi modi, ma molto spesso quando si ragiona rispetto a quale intervento sia opportuno sostenere per costruzioni più sostenibili, un metro di misura incisivo è ancora quello economico. È certamente fondamentale che edifici energeticamente efficienti e sostenibili siano accessibili a tutti e che gli investimenti in questo settore abbiano un ritorno veloce, ma in fase di valutazione e progettazione dovremmo dedicare molto impegno alle nostre decisioni. Dal momento in cui è impossibile costruire qualcosa o offrire un servizio senza dissipare energia o produrre materiale di scarto – quindi rifiuti – è importante poter valutare l’impatto atteso e scegliere la soluzione più ecologica. Cos’è il sistema LCA Il sistema LCA – Life Cycle Assessment – prende in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto o un servizio, valutandone energia e materia prima necessari all’intero ciclo di vita. Per questo motivo si usa dire “dalla culla alla tomba” o, in inglese, “from cradle to gate”. Si tratta, quindi, di una valutazione dell’impatto ambientale sulla base della quantità di energia e di materia necessarie per ogni fase di vita di quel prodotto o servizio. Sono presi in considerazione gli input, intesi come energia e risorse utilizzate, e gli output, cioè gli scarti e le immissioni nell’ambiente. Con la Valutazione del ciclo di vita di un prodotto introduciamo anche il concetto del “Life Cycle Thinking”. Come sottolineato nell’approfondimento redatto da ISPRA, questo metodo oggettivo di valutazione dei carichi energetici ambientali ha un’importante rilevanza tecnica che risiede principalmente nel suo approccio innovativo che consiste nel valutare tutte le fasi di un processo produttivo come correlate e dipendenti. Il metodo LCA valuta l’energia necessaria nell’intero ciclo di vita del prodotto. Dal momento in cui è impossibile costruire qualcosa o offrire un servizio senza dissipare energia o produrre materiale di scarto – quindi rifiuti – è importante poter valutare l’impatto atteso e scegliere la soluzione più ecologica. Chiaramente si tratta di un modello che semplifica la complessità della realtà, ma rimane comunque uno degli strumenti più completi per poter ragionare sugli impatti e i rischi attesi. L’origine del metodo Valutare con attenzione l’impatto che ha la realizzazione di un edificio è diventato un tema cruciale nel dialogo sulla sostenibilità. Il metodo LCA è “nato” e si è sviluppato nell’arco di tempo che va dal 1970 al 1990, periodo nel quale è stato ufficialmente coniato il concetto “analisi del ciclo di vita”. Da quel momento è iniziato il processo di standardizzazione che ha visto in primo piano il ruolo della Society of environmental toxicology and chemistry (nota come SETAC). Il lavoro della SETAC ha permesso anche di definire ufficialmente il concetto di LCA come “un procedimento oggettivo di valutazione di carichi energetici e ambientali relativi a un prodotto/processo/attività, effettuato attraverso l’identificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente. La valutazione include l’intero ciclo di vita del prodotto/processo/attività, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale”. Successivamente sono state elaborate le norme di riferimento ISO 14040:2006 e la ISO 14044:2006. Come viene definito nelle norme ISO, le fasi principali di un’analisi LCA sono quattro: Goal and Scope (obiettivo e campo di applicazione) – Life Cycle Inventory (analisi dell’inventario) – Life Cycle Impact Assessment (valutazione dell’impatto del ciclo di vita) e infine Life Cycle Interpretation (interpretazione dei risultati). Le applicazioni del metodo LCA sono numerose: dallo sviluppo e miglioramento dei processi e dei prodotti fino ad arrivare alla pianificazione strategica nel campo della sostenibilità. Anche se l’attuazione di uno studio dettagliato LCA risulta oneroso in termini economici e di tempo, come sottolinea ISPRA si stanno sempre più sviluppando strumenti di “LCA semplificata” che consentano una verifica immediata del ciclo di vita dei prodotti anche a coloro che non possiedono tutte le competenze e le risorse necessarie per realizzare uno studio dettagliato. Il metodo LCA nel settore edilizio Applicare il metodo LCA nel settore edilizio è certamente possibile e può portare ad un grado di conoscenza e consapevolezza importantissimo per una progettazione a basso impatto ambientale. La complicazione che sorge in questo settore dipende da una sua intrinseca caratteristica: l’unicità di ogni processo progettuale e di conseguenza di ogni costruzione. Inoltre, il sistema che si sviluppa è complesso poiché occorre fare una duplice valutazione: una in merito i prodotti edilizi e una sull’intero edificio. Ogni prodotto utilizzato per la realizzazione di un edificio è un elemento del sistema che comporta degli impatti ambientali dalla sua realizzazione fino al suo smaltimento, così come accade per l’intero sistema edificio. Porotherm BIO PLAN è la gamma di blocchi laterizi rettificati per murature di Wienerberger adatti per la realizzazione di Edifici ad Energia quasi Zero. Per fornire una valutazione ed una verifica completa sugli impatti dei prodotti nell’ambito dei CAM, Wienerberger sottopone i processi produttivi delle proprie soluzioni all’analisi LCA (Life Cycle Assessment), con conseguente emissione della Dichiarazione Ambientale di Prodotto Se si vuole considerare l’analisi LCA come uno strumento di progettazione, è più semplice essere indirizzati nella scelta dei materiali da costruzione, delle tecniche costruttive, degli impianti da installare e nelle modalità di gestione e di demolizione dell’edificio. Si tratta, infatti, dei processi che contraddistinguono la vita di ogni edificio, ognuno dei quali con diversi impatti ambientali. Le fasi di un’analisi con il metodo LCA Il primo passo per lo svolgimento di un LCA è quello di stabilire gli obiettivi con cui lo si sviluppa, definendo un’unità funzionale, fondamentale per quantificare i flussi di energia. Si tratta di definire una prestazione di riferimento, un risultato atteso, per creare un sistema di riferimento che permetta la comparazione tra diversi prodotti. In questo modo si delinea il campo di applicazione del metodo LCA. La fase successiva è quella dell’analisi dell’inventario, in cui si individuano tutti i processi oggetto di studio e si contabilizzano gli input e gli output (energia consumata, materie prime, emissioni, …). Quantificare i flussi richiede tempo e questa fase – cuore dell’intero sistema – può essere svolta con l’ausilio di specifici software. Nella terza fase si procede con la valutazione degli impatti, durante la quale si rendono leggibili e sommabili tra loro i dati raccolti nell’inventario, in modo da poter aggregare tra loro impatti simili e ricorrere ad opportuni fattori di peso. L’ultima fase è quella di analisi e interpretazione dei risultati, in relazione agli obiettivi che ci si era posti, effettuando confronti e individuando i maggiori impatti ambientali. Riferimenti e linee guida L’introduzione del LCA e le sue prime linee guida sono state introdotte dal SETAC agli inizi degli anni ’90 e oggi è possibile trovare riferimenti al metodo LCA, per quanto generici e non specifici del mondo delle costruzioni, nelle norme ISO 14000, che definiscono una serie di standard internazionali relativi alla gestione ambientale delle organizzazioni. Nello specifico, le 14040 sono dedicate alla valutazione del ciclo di vita dei prodotti. Nello specifico, le 14040 sono dedicate alla valutazione del ciclo di vita dei prodotti. Sulla base della serie 14040, i passaggi chiave legati alla procedura Life Cycle Assesment sono i seguenti: definizione dell’obiettivo nel campo di applicazione (norma ISO 14041); compilazione dell’inventario delle fasi LCA (Life Cycle Inventory Analysis normato dalla ISO 14041); valutazione del potenziale di impatto ambientale dell’LCA (ISO 14042) e come ultima troviamo la norma ISO 14043 che fa riferimento all’interpretazione dei risultati. L’importanza di un metodo come il Life Cycle Assesment si riscontra anche a livello europeo: come riportato da ISPRA, la metodologia è illustrata in maniera chiara nel Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti, ed è suggerita, almeno in maniera indiretta, anche all’interno dei Regolamenti Europei: EMAS (Reg. 1221/2009) ed Ecolabel (Reg. 61/2010). Articolo aggiornato Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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