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L’aula del Senato ha approvato nella seduta di questo pomeriggio il ddl n. 783 di conversione del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della direttiva 2010/31 UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione europea. Il provvedimento, che mira a potenziare gli strumenti necessari per riqualificare il patrimonio immobiliare prevede la proroga al 31 dicembre dell’ecobonus per interventi finalizzati al risparmio energetico degli immobili (la detrazione fiscale è elevata dal 50 al 65 per cento ed è ripartita in dieci annualità); la proroga al 31 dicembre della detrazione Irpef del 50% per le spese di ristrutturazione edilizia (il tetto massimo della spesa è aumentato a 96 mila euro); il riconoscimento di una detrazione del 50 per cento, fino a un massimo di spesa di 10.000 euro, per l’acquisto di mobili finalizzati all’arredo dell’unità ristrutturata. Nella seduta sono stati approvati diversi emendamenti tra cui l’estensione ai “grandi elettrodomestici”, solo però se di classe A+, dello sgravio Irpef del 50% delle spese, entro un limite di 10mila euro, possibile per l’acquisto di mobili legati alla ristrutturazione. E’ inoltre stato approvato l’emendamento che prevede l’estensione dell’ecobonus per interventi finalizzati al risparmio energetico (del 65%) a caldaie e pompe di calore ad alta efficienza; sulla messa in sicurezza degli edifici sotto il profilo sismico; sull’istituzione presso il Gestore dei servizi energetici di una banca dati relativa ai beneficiari di incentivi. Per superare le procedure d’infrazione avviate nei confronti dell’Italia, il decreto-legge recepisce inoltre punti chiave della direttiva UE n. 31 del 2010, riguardanti l’adozione di una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, la definizione di edifici a energia quasi zero, l’adozione di un sistema di certificazione e di misure per ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento e climatizzazione. “Con un emendamento presentato dal Governo al decreto efficienza energetica e utilizzando dei fondi presso il ministero dello Sviluppo Economico è stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al made in Italy – ha dichiarato la senatrice Simona Vicari, sottosegretario allo Sviluppo economico – Si tratta di un impegno notevole del governo in questa difficile congiuntura economica nell’investire per il rilancio e lo sviluppo. Questa misura contribuirà senza dubbio a finanziare tutta la filiera collegata alla produzione e installazione delle pompe di calore, producendo effetti positivi su tutto l’indotto”. Emilio Bianchi, Direttore di Senaf, la società che organizza Proenergy+ Bari, ha commentato: “Accogliamo con favore la decisione del Governo di estendere gli ecobonus a dispositivi ad alta efficienza come le caldaie e gli impianti a pompe di calore, inizialmente escluse dal decreto. Si va a rafforzare così un incentivo che può rappresentare la via per il rilancio di un settore, come quello delle costruzioni che, da una nostra rilevazione interna, vede il 2013 come l’anno peggiore da quando è iniziata la crisi. Un settore che conta quasi 800 mila imprese attive, a cui si aggiungono oltre 80 mila aziende di installazione che si occupano di riscaldamento e climatizzazione. Numeri importanti che danno la fotografia di un comparto quanto mai strategico per l’economia italiana e per il quale serve un piano di sostegno continuativo”. “Siamo soddisfatti del nuovo clima che si respira nella politica italiana- afferma Sandro Bonomi Presidente ANIMA – Il lavoro fatto congiuntamente tra Governo, Ministero dello sviluppo economico, commissioni parlamentari e rappresentanti di categoria sul decreto efficienza energetica dimostra che qualcosa è cambiato, in meglio finalmente”. “Il potenziale delle pompe di calore – ha dichiarato Bruno Bellò, Presidente Co.Aer – è riconosciuto da tempo, era quindi incomprensibile la loro esclusione da questo strumento straordinario che intende ridare slancio al mercato. Questo importante risultato è stato ottenuto anche grazie all’impegno del Co.Aer, che in questi ultimi mesi ha attivamente partecipato a una serie di incontri con le Istituzioni per evidenziare l’importanza delle aziende che operano nel settore della climatizzazione, un settore con una forte tipicità italiana, e di tutta la filiera”. Anche AiCARR, Associazione italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione in una nota esprime grande soddisfazione: “Questa importante vittoria per il settore rinnovabili è frutto dell’intensa agenda di incontri a livello governativo e parlamentare organizzata nelle scorse settimane dal Comitato di Gestione del FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) di cui AiCARR fa parte e dall’azione congiunta COAER (Associazione Costruttori Apparecchiature e Impianti Aeraulici) e AiCARR”. Il provvedimento passa ora alla Camera. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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