Le misure volte al rilancio del Piano Casa inserite nel recente Decreto Legge Incentivi non convincono Confindustria FINCO. La Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni ha espresso insoddisfazione sia per la somma totale stanziata che per le modalità scelte dal Governo per erogare i contributi all'acquisto.Il Decreto stabilisce di dedicare circa 60 milioni di euro alle nuove abitazioni ad alta efficienza energetica attraverso bonus fino a 7.000 euro. In particolare sarebbe previsto un contributo di 83 euro a metro quadrato di superficie utile, fino a un massimo di 5.000 euro, per immobili che garantiscono un risparmio di energia del 30%. Si può arrivare fino alla somma di 7.000 euro, ovvero a un contributo di 116 euro al metro quadrato, se i consumi energetici migliorano del 50%."In base a quanto calcolato da FINCO, queste misure potrebbero valere come bonus all'acquisto per circa 10.000 appartamenti in tutto, ovvero assai meno di quelli presenti in un solo quartiere di medie dimensioni di una città. È peraltro poco plausibile che si decida un acquisto che impegna cifre cinquanta o cento volte maggiori sulla base di un bonus di questo modesto ammontare" – ha dichiarato Rossella Rodelli Giavarini, Presidente FINCO.Positivo il giudizio della Federazione sulla semplificazione autorizzativa per le piccole opere di manutenzione, auspicando non venga depotenziata da Regioni e Comuni. "Sarebbe la conferma che il federalismo urbanistico non funziona. Ed in effetti queste norme erano già previste nel decreto di semplificazione che avrebbe dovuto essere pubblicato a corollario dell'accordo Stato-Regioni del 31 Marzo 2009, non più uscito" – ha specificato la Presidente Giavarini.Finco auspica l'adozione di un Eco-prestito fino ad un massimo di 30.000 euro per ciascun beneficiario, a tasso agevolato (0%) e di durata decennale, del quale si potrebbe usufruire solo certificando di aver effettuato almeno 2 interventi di incremento dell'efficienza energetica. Per incentivare l'effettiva realizzazione degli interventi, l'Eco-prestito verrebbe liquidato in due tranche (ad inizio e fine lavori); gli interventi dovrebbero necessariamente iniziare entro il 2010 e terminare al massimo entro l'anno successivo. L'iniziativa potrebbe essere in prima istanza sostenuta accedendo alle risorse della Cassa Depositi e Prestiti e, successivamente, anche dalle Fondazioni Bancarie coinvolte.In un'ottica di medio periodo poi, FINCO ritiene che questa misura sia destinata ad autofinanziarsi del tutto poiché avrà l'effetto di far emergere ulteriori redditi, di recuperare dell'IVA, di aumentare IRPEF ed IRES, di ridurre l'esposizione in termini di penali CO2 che il Paese dovrebbe sopportare, portando complessivamente ad un risparmio di energia."Rispetto alle misure previste dal Decreto Incentivi l'Eco-Prestito ha un duplice vantaggio – ha spiegato la Presidente di FINCO. – "Da una parte esso non si rivolge esclusivamente ai nuovi appartamenti, ma anche al ben più inquinante patrimonio immobiliare già esistente. Inoltre, trattandosi di un prestito, prevede che il cittadino che ne usufruisce lo restituisca progressivamente all'Erario. Per il Governo la spesa sarebbe costituita pertanto esclusivamente dall'interesse zero". Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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