Il nuovo governo ha annunciato la revisione del PNRR, Piano nazionale di Ripresa e Resistenza, impegnandosi a mettere ambiente e sostenibilità al centro della propria politica. Partendo da qui diverse associazioni ambientaliste – WWF, Legambiente, Greenpeace, Transport&Environment e Kyoto Club – hanno firmato un documento congiunto sui 5 principi che dovrebbero guidare la revisione del PNRR, occasione unica e irripetibile per aiutare la decarbonizzazione e la lotta al cambiamento climatico. Intanto nel Piano non deve esserci alcun sostegno alle fonti fossili; i progetti devono essere green e significativi; bisogna prevedere anche riforme; implementare e monitorare le spese e spendere per innovare a partire dallo sviluppo dell’industria e di servizi legati alla decarbonizzazione. Le richieste delle associazioni Devono essere esclusi dalle risorse del PNRR tutti i progetti che prevedano l’uso dei combustibili fossili, in particolare di gas naturale, nel settore dei trasporti, degli impieghi industriali, nella filiera dell’idrogeno e nel mercato elettrico. Inoltre non deve accedere ai finanziamenti pubblici la tecnologia di cattura e stoccaggio del CO2 (CCS). Il 50% delle risorse del fondo Next Generation EU, circa 100 miliardi di €, dovrebbe riguardare progetti di decarbonizzazione, per l’80% destinati a promozione e integrazione delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica, la trasformazione ed elettrificazione dei sistemi di trasporto e la conversione dei processi industriali. I progetti inoltre devono prevedere un programma di riforme a supporto di strategie settoriali di lungo periodo per i vari ambiti: rinnovabili, trasporti, efficienza, industria. Le associazioni chiedono che nel piano di transizione energetica verso la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico sia prevista un’attenzione particolare verso le fasce più fragili. I possibili progetti e riforme Per quanto riguarda le rinnovabili elettriche, il PNRR dovrà garantire la crescita delle rinnovabili ad almeno 5000 MW l’anno – realizzati con attenzione a minimizzare il consumo di suolo – rispetto ai 1000 MW di media degli ultimi anni e al PNIEC che prevede un obiettivo di 1800 MW fino al 2025 Si devono prevedere programmi di efficientamento energetico degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e dell’edilizia residenziale, introducendo obiettivi minimi di efficienza. Altro capitolo importante è quello della mobilità: è necessario mettere in campo risorse di circa 30 mld di euro per la mobilità urbana e regionale e per la messa in sicurezza delle strade. Inoltre va pianificato un progetto di elettrificazione dei trasporti, adeguando le infrastrutture. Per quanto riguarda l’industria si devono prevedere programmi a breve termine volti al miglioramento di efficienza energetica ed economia circolare; altri a sostegno dell’innovazione attraverso l’idrogeno verde, gli accumuli, l’elettrificazione e nel lungo periodo investire verso la decarbonizzazione di acciaio e cemento. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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