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Andrea Avesani, responsabile del settore Energie Alternative di ATAG Italia, presenta la genesi del Residence Valverde di Rezzato (Brescia), nato dalla collaborazione costante tra l’azienda e gli ingegneri Gianmarco Pinchetti e Giampiero Perrotta dello studio di progettazione Tesis di Brescia che, supportato dallo staff tecnico interno ATAG, hanno seguito tutti gli aspetti relativi alla definizione delle scelte progettuali atte ad ottenere un edificio ad alto contenuto tecnologico. «Questa realizzazione nasce dalla volontà di realizzare un edificio pienamente rispondente alle normative sul rispetto ambientale e dalla volontà di individuare le soluzioni più efficienti a livello di prestazioni e risparmio». «La richiesta – continua Avesani – prevedeva la realizzazione di un condominio costituito da 66 appartamenti: una simile struttura ha richiesto quindi una particolare attenzione alla parte impiantistica, in modo da soddisfare la necessità di bassi consumi energetici e di conseguenza lo scarso impatto inquinante a livello di emissioni di CO2 nell’ambiente. Come avviene tipicamente nelle residenze multiutenza – prosegue il referente – la richiesta sanitaria giornaliera è particolarmente articolata, prevedendo specifiche esigenze di apporto idrico in considerazione di una serie di parametri quali: il numero di persone previste per ciascun appartamento, la contemporaneità dell’utilizzo, l’incidenza di periodi di punta, etc.». Per rispondere a queste esigenze ATAG Italia ha realizzato un impianto centralizzato dove confluiscono tutte le fonti energetiche, dando la precedenza alle soluzioni solari. Spiega il nostro interlocutore «la soluzione adottata è stata la realizzazione di un impianto dove la richiesta termica dell’edificio viene soddisfatta completamente dal generatore modulare a condensazione da 480 kW, integrando la produzione di calore con un campo di 42 collettori solari piani JODO 250. La filosofia impiantistica ATAG è infatti fortemente legata al concetto di sistema, inteso come la sinergia di tutti gli elementi che contribuiscono alla creazione del comfort per riscaldamento e sanitario con una spiccata attenzione al rendimento globale della soluzione installata; ad essa è sottesa una progettazione integrata che tenga conto di ciascuna caratteristica e necessità connessa alla realizzazione finale dell’impianto e che fornisca la soluzione più indicata per l’ottimizzazione delle risorse. Ecco perché la scelta di inserire un impianto solare termico a marchio JODO di ATAG Italia non rappresenta la soluzione tout-court, ma un tassello indispensabile nella scacchiera dell’impianto del “Condominio Verde”». «Una prima difficoltà – riprende Avesani – ha riguardato la definizione del posizionamento della superficie totale necessaria per soddisfare la quota di copertura annuale del 55% nelle varie falde caratteristiche di questo edificio. Si è scelto di inserire un numero limitato di collettori solari per ottenere una quota di copertura non elevata ed incrementare l’efficienza del sistema ATAG inserito nell’edificio: in questo modo la spesa iniziale dell’impianto è stata ridotta, aumentando le ore di lavoro dell’impianto solare per un maggiore sfruttamento dell’energia pulita del sole e abbattendo così i tempi di recupero dell’investimento. Nello specifico – puntualizza il responsabile ATAG – la particolare conformazione del tetto ha reso necessaria la suddivisione del campo collettori in due sottocampi installati sulle due ali dell’edificio orientate a sud, per ottimizzarne l’orientamento, e disposte su diversi livelli in termini di altezza; da qui l’energia solare confluisce nella stessa centrale termica dove l’utenza sanitaria viene garantita tramite l’utilizzo di due boiler che ricevono, attraverso il principio della stratificazione, prima l’energia più ecologica e solo in seguito quella fornita dal modulo termico. Questo frazionamento dei campi collettori ha comportato un’analisi approfondita per equiparare le varie portate dei sottocampi in funzione delle superfici inserite; un altro aspetto fondamentale ha riguardato inoltre l’isolamento delle tubazioni, da prevedere al massimo della performance a livello di contenimento delle dispersioni per evitare che durante la stagione invernale una parte del calore assorbito dai pannelli solari venga disperso durante il percorso tra “tetto solare” e bollitore». Una bella sfida, risolta con questa speciale soluzione impiantistica che ha portato anche a risolvere un’altra richiesta fondamentale per il “Condominio Verde”: un gradevole risultato estetico, raggiunto tramite la sua progettazione ispirata più ad un moderno complesso di edifici a schiera che al classico condominio. L’altro tassello della “scacchiera impiantistica” ATAG, come anticipato, è la soluzione modulare a condensazione Modulo ATAG MAS480RSV. Esso è formato da 8 generatori termici a condensazione posti in cascata e gestiti direttamente dalla regolazione Supervisor che, in funzione delle richieste impiantistiche, definisce l’intervento e la modulazione delle singole caldaie. «All’interno del Modulo – precisa Andrea Avesani – viene rispettata la concezione, tipica della filosofia ATAG, di ottimizzare il rendimento del sistema: infatti, rispetto a soluzioni “non ATAG” che in presenza di una richiesta sanitaria azzerano la fornitura di calore agli ambienti e prevedono l’arrivo dei generatori alla massima potenza, ATAG Italia preferisce limitare i generatori necessari alla produzione sanitaria facendoli modulare in funzione della temperatura interna ai boiler, mentre tutti gli altri generatori presenti all’interno del Modulo continuano a lavorare sul riscaldamento a bassa temperatura elevando così il rendimento globale dell’impianto termico». Le due tecnologie, solare e a condensazione, funzionano dunque in completa sinergia: il solare integra in continuazione, 365 giorni l’anno, il lavoro del modulo ATAG. Nel dettaglio l’impianto solare utilizza costantemente l’energia captata incrementando il livello termico dell’acqua in funzione della stagione, passando da una fornitura più ridotta – ma comunque significativa – durante la stagione invernale fino ad arrivare nelle altre stagioni a una copertura importante. Una scelta vincente, soprattutto nel caso di multiutenze come quella in oggetto, in cui l’utilizzo del solare termico per l’integrazione sanitaria trova un fondamento particolarmente interessante nelle caratteristiche stesse dell’utenza, variegata ma continua durante l’arco della giornata. Non va dimenticata inoltre, nella soluzione proposta, la centralizzazione della fornitura di calore anziché la sua delocalizzazione: «spesso infatti – nelle parole di Avesani – gli impianti prevedono una produzione sanitaria che avviene direttamente all’interno della singola unità abitativa, attraverso l’inserimento nel satellite di zona dello scambiatore a piastre. Questa soluzione però obbliga a mantenere una colonna montante a 80°, per tutto l’anno e per 24 ore al giorno, con un abbassamento drastico del rendimento del sistema e un innalzamento evidente del costo di gestione dell’impianto. Al contrario, la nostra scelta progettuale stabilisce che la produzione sanitaria avvenga nella centrale termica, dalla quale l’acqua calda partirà non a 80° ma a 45°, abbassando le dispersioni termiche e i costi complessivi». La condensazione però oggi risulta quasi “limitata” se non vengono esplorate e incentivate le sue possibilità d’integrazione con il solare. Proprio per questo ATAG Italia lavora con dedizione nel settore della ricerca per evolvere la propria proposta di soluzioni efficaci, semplici e funzionali. È già prevedibile quindi, per i prossimi inquilini del “Condominio Verde”, un notevole risparmio in bolletta, soprattutto per il riscaldamento, secondo una convenienza economica tanto più apprezzabile in quanto slegata da un aumento dell’investimento in fase progettuale: «rispetto ad un impianto orientato solo alla produzione di acqua calda sanitaria, prevederne l’applicazione anche al riscaldamento non comporta stravolgimenti, ma una semplice (e irrinunciabile) ottimizzazione. Ne derivano enormi benefici non solo per le prestazioni globali dell’impianto, ma anche per il recupero dell’investimento: in pochi anni le spese risultano ammortizzate e, considerando la durata prevista per l’impianto così realizzato, l’economicità di questa soluzione risulta davvero la migliore opzione possibile». Una previsione positiva, ulteriormente appoggiata dalla scelta dell’impianto a pavimento come ideale completamento del progetto: «con l’utilizzo di impianti funzionanti a bassa temperatura, la caldaia, insieme all’intero impianto, può funzionare a livelli termici bassi che consentono una migliore efficienza del sistema e quindi un minore consumo di combustibile». Compatibilmente con l’attenzione in termini di progettazione, in questa scelta rientrano benefici a livello di comfort e di pregio visivo, legati rispettivamente alla miglior distribuzione del calore e all’assenza di antiestetici radiatori. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici